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COSTA D'AVORIO

 

Tutto ha inizio nel 1973, con l'arrivo in Costa d'Avorio di p. Gennaro Cardarelli, la cui attività era legata all'accompagnamento dei sacerdoti fidei donum delle diocesi di Gorizia e di Belluno-Feltre. Sin dal loro arrivo i padri del PIME si impegnarono nell'aiutare i più poveri, dedicandosi alla costruzione di infrastrutture agricole, alla sperimentazione di nuove tecniche di esplorazione del suolo e all'allevamento, ma soprattutto alla formazione biblica, umana e religiosa dei catechisti. La Costa d'Avorio conta oggi 14 diocesi, tutte dirette da vescovi ivoriani. I padri del Pime sono impegnati unicamente nella diocesi di Bouaké, città a 380 chilometri dalla capitale, con tre missioni: Kennedy un quartiere di Bouaké, M'Bahiakro e Prikro, situate rispettivamente a 80 e 160 chilometri da Bouaké. Attualmente ci si sta prodigando anche per mettere in funzione una fattoria appartenente all'Associazione San Camillo, dove si opera per il recupero dei malati mentali. I padri lavorano prevalentemente tra i baoulé, una tribù appartenente a un grande gruppo akan emigrato dall'attuale Ghana tra il XVIII e il XIX secolo. I baouié si distinguono per ospitalità e fierezza, sono accoglienti verso lo straniero ma non ne sopportano la dominazione. I primi missionari di origine francese, vennero identificati da questo popolo con i colonizzatori. Per questa ragione non poterono entrare tanto presto nella savana tra i baoulé e furono i protestanti i pionieri nella regione. Oggi il sospetto nei confronti dei missionari è sicuramente diminuito, anche se un certo clima di diffidenza è ancora nell'aria. Le conversioni sono difficili e non sempre motivate da ragioni autentiche. I padri del PIME raccolgono questa situazione come una sfida e cercano di fare in modo che i baoulé accolgano la parola di Dio come un suolo arato accoglie la semente L'opera di evangelizzazione si concentra su tre aspetti fondamentali: la pastorale ordinaria nelle parrocchie, la formazione dei catechisti e la promozione umana, con particolare riguardo all'assistenza sanitaria. Viene curata con particolare attenzione la formazione dei giovani, mediante la creazione di centri di aggregazione e biblioteche. La presenza di laici missionari impegnati nella pastorale giovanile, nel funzionamento di un dispensario e dell'animazione sanitaria è molto apprezzata, e ha portato nuova linfa alla pastorale sociale. A queste attività è necessario aggiungere 1'impegno per l'inculturazione. In questi anni il desiderio di avvicinarsi sempre più alla popolazione baoulè ha prodotto ricerche sulla loro cultura, traduzioni di testi biblici e liturgici e uno studio approfondito della simbologia akan in collaborazione con l'Amorsyca, l'associazione monastica di ricerca dei simboli culturali africani. La collaborazione con il clero locale è buona e, insieme alle suore presenti nelle parrocchie, sono state formate vere e proprie équipe pastorali. Il Pime ha firmato una convenzione con il vescovo di Bouaké con la quale si è impegnato a prestare la propria opera, ma la diminuzione progressiva di personale ha portato a disdire alcuni impegni. Il desiderio è certamente che nuovi preti, fratelli, suore e laici vengano ad ingrossare le fila dei missionari del Pime in Costa d'Avorio, poiché le terre ivoriane sono pronte per ricevere il seme della Parola. Siamo tuttavia consapevoli che la missione non dipende solo da noi, e che la provvidenza di Dio agirà comunque in questo Paese permettendo a forze nuove di manifestarsi per l'edificazione del corpo di Cristo.