Maria
Serafina del Sacro
Cuore,
Venerabile
il
giorno 8 settembre del 2009 è diventato un evento memorabile
della storia dell’Istituto del Sacro Cuore degli Angeli per la
loro fondatrice Maria Serafina (Clotilde Miceli al secolo), con
la S.Messa di Ringraziamento, per aver avuto il grande
privilegio di essere dichiarata Venerabile, e questo significa
che presto potrà essere innalzata all’onore pubblico
dell’altare ed iscritta nel grande libro dei Beati e dei Santi
che godono fin d’ora il grande privilegio di contemplare in
Paradiso la Beatitudine dell’eterno Padre.
Ma
andiamo con ordine in quanto le suore dell’istituto hanno il
privilegio di avere come cappellani i Padri del P.I.M.E. (era
presente tra i con celebranti p. Di Landa) da sempre, e questo
legame dura da tanto tempo che sembra quasi un’eternità.
La
cronaca di questo giorno comincia dalle ore 8 del mattino quando
un pulmino comprendente delle suore delle comunità di Sperlonga
e di Formia (suddivise nella varie case d’appartenenza) con la
guida spirituale del sacerdote Enzo Saraniero, un presbitero
romano ma di origini formiane, parte da Formia per andare alla
cattedrale di Cerreto Sannita e partecipare alla concelebrazione
religiosa prevista alle ore 11,00 per la lettura del decreto
pontificio sull’eroicità delle virtù della Venerabile Maria
Serafina.
Durante
il viaggio, pregando e meditando i misteri del Rosario, ci siamo
soffermati alla contemplazione di questa religiosa che nella sua
umiltà è stata scelta per fondare un istituto religioso degno
dell’amore di Dio per offrire il servizio a coloro che sono
malati e bisognosi di attenzione fisica e spirituale.
Arrivati a Cerreto siamo subito entrati nella cattedrale, già
piena di persone venute da ogni parte d’Italia (un pulmino
giunto persino dal paese natale della suora, Imer, in provincia
di Trento) e dall’estero, presenti anche dei parenti della
stessa religiosa.
La funzione cominciata con un leggero ritardo, ha visto la
partecipazione di numerosi sacerdoti e di alcuni vescovi,
presenti tra gli altri l’ordinario della diocesi Cerreto –
Telese - Sant’Agata de’Goti Mons. Michele de Rosa,
l’emerito della stessa Mons. Paciello Mario, presenti anche il
vescovo di Capua Mons. Schettino e di Aversa Mons. Marino. La
celebrazione è stata presieduta da S.E. Mons. Angelo Amato SdB,
Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, mentre la
funzione liturgica veniva animata dal coro della Cattedrale.
Dopo
la Liturgia della Parola veniva data lettura del decreto e in
questa lettura venivano messi in luce i tratti salienti della
vita di questa suora fondatrice di un istituto capace di
espandersi in tutto il mondo per annunciare l’amore di Dio
attraverso la Parola di Dio e il servizio ai fratelli, aprendo
case anche all’estero (Brasile, Filippine, Indonesia, Benin).
La
storia di Suor Maria Serafina comincia nel lontano 11 settembre
1849, giorno della sua nascita ad Imer, un piccolissimo paese
del Trentino, allora appartenente all’Impero Asburgico, e la
bimba viene battezzata nella parrocchia con il nome di Clotilde,
essa cresceva con la sensibilità verso i valori religiosi,
aspettando una chiamata da parte del Signore che non tardo ad
arrivare.
E
proprio il 2 agosto del 1867 avvenne un fatto singolare che
cambiò completamente la sua vita: mentre era in attività nella
chiesa parrocchiale svolgendo le pulizie, in atto di venerazione
ad una immagine della Beata Vergine Maria, la stessa Vergine
apparve in una visione chiedendo alla stessa giovane di
impegnarsi per la fondazione di un istituto femminile che avesse
lo scopo di adorare la Santissima Trinità come la adorano gli
angeli in cielo. Ovviamente la giovane cercò conforto e
discernimento attraverso valide guide spirituali che
l’aiutassero a far crescere dentro di sé questo desiderio
espresso dalla Madre di Dio attraverso la visione.
Ma
le peripezie della sua vita comunque la portarono un po’
dovunque, prima a Padova e poi a Castellavazzo, in provincia di
Belluno dove avviò un primo tentativo di fondare l’istituto,
poi rivelatosi inefficace,
decise quindi di ritornare dai genitori che si erano
trasferiti in Germania per trovare migliori condizioni di vita.
La
stessa Clotilde lavorò per un periodo come infermiera presso
l’Ospedale delle Suore Elisabettiane ad Eppendorf, dove potè
scoprire il senso della vita religiosa comunitaria. Dopo la
morte dei suoi genitori ritornò in Italia nel suo paese natale
per riprendere la vita normale. Ma se si è chiamati dal
Signore, prima o poi la chiamata diventa scelta di vita, ed un
pellegrinaggio a Roma cambiò completamente la sua vita, infatti
la donna decise di farsi religiosa ma presso le suore
Immacolatine, ma ottenendo l’assicurazione di poter uscire
dallo stesso ordine nel momento in cui essa avesse capito che
era arrivato il momento di poter obbedire alla Santa Vergine.
Fu
decisivo il suo incontro con un religioso francescano, p.
Francesco Fusco da Trani, che la invitò a recarsi a Piedimonte
d’Alife perché il Vescovo del luogo aveva espresso
l’intenzione di fondare un istituto femminile; lei partì
senza indugio per la Campania, ma ancora una volta
dovette rendersi contro che i suoi desideri non
corrispondevano a quelli della Vergine, presto però doveva
arrivare il momento tanto atteso della fondazione del nuovo
Istituto.
Con
una compagna si trasferì a Caserta, ospite di una famiglia, ed
il parroco, vedendo le difficoltà della religiosa, cercò di
porvi rimedio offrendole la propria abitazione a Casella, una
frazione della città. E qui che in pochi mesi si realizzò
quello che per anni era stato tentato invano. Il 28 giugno del
1891, autorizzata dal Vescovo di Caserta, Clotilde con altre
quattro compagne costituì il nucleo iniziale delle Suore degli
Angeli adoratrici della Santissima Trinità, rinnovando la
professione, vestì l’abito religioso del nuovo istituto,
prendendo il nome di Suor Maria Serafina del Sacro Cuore. Da
quel momento le vocazioni crebbero di numero ed il lavoro
apostolico si moltiplicava al servizio degli orfani, dei poveri
e della gioventù abbandonata. Nel 1904 otteneva
l’approvazione diocesana del Vescovo di Telese e Cerreto
prendendo come modello la frase che la venerabile soleva
ripetere alle sue consorelle: “Come gli Angeli adorerete la
Trinità e sarete sulla terra come essi sono nei cieli”.
Proprio la stessa Madre Venerabile dava il suo esempio per la
testimonianza di questi valori e la sua spiritualità si
incentrava sull’adorazione della Santissima Trinità e
sull’Eucarestia
Essendo
ella stessa dotata di grande sensibilità, nella guida del
giovane Istituto dimostrava di possedere quello spirito di
entusiasmo di obbedienza ai comandamenti della Chiesa, e vivendo
in modo austero ella si dimostrava instancabile nei suoi doveri.
Infine Madre Serafina, logorata dalla fatica e della malattia si
spense serenamente il 24 marzo 1911 nel convento di Faicchio
(BN)
Gia
la fama di santità della stessa Madre che si manifestò in
vita, spinse l’Istituto a raccogliere notizie per avviare l’
istruzione della Causa di canonizzazione fin dal 1920, ma solo
il 1° ottobre del 1990 ebbe inizio l’Inchiesta Diocesana
istituita dall’allora ordinario mons. Felice Leonardo che
terminò il 15 marzo del 1992 con l’inizio della fase romana
presso la Congregazione delle Cause dai Santi, proclamandola
Serva di Dio. Il presunto miracolo che dette vita alla nuova
fase per intercessione della Madre avvenne il 17 novembre del
1999, quando sr. Michelina Acocella delle Suore degli Angeli
guarisce dal morbo di Dumping, attribuendo lo stesso alla
intercessione della Serva di Dio Madre Serafina.
A
questo punto l’iter prosegue il suo corso fino al 25 gennaio
del 2005 quando una solenne celebrazione Eucaristica chiude il
processo diocesano istituito presso il Tribunale Ecclesiastico
di Napoli riconoscendo l’avvenuta guarigione di sr. Acocella
per mezzo dell’intercessione della Madre. Ed arriviamo ad oggi
quando il Santo Padre Benedetto XVI ricevendo in udienza privata
S.Ecc. Mons Angelo Amato dava l’autorizzazione per la
promulgazione del Decreto riguardante le virtù eroiche della
Serva di Dio Sr. Maria Serafina del Sacro Cuore.
Nell’omelia
S. Ecc. Mons. Angelo Amato ha esordito ringraziando l’invito
del vescovo di Cerreto mons. De Rosa, ricordando anche che per
lui è un ritorno alle origini perché era stato cappellano
della casa di Roma delle Suore degli Angeli per circa
trent’anni. Partendo dalle letture del giorno della Natività
di Maria ( Rm 8, 28-30; Salmo 86; Mt 1, 1-16.18-23), tracciava
la santità di una umile suora fondatrice di un istituto che
tanto bene ha fatto e continua a fare in Italia e nel mondo, una
suora che obbedendo ad una profezia si faceva coraggiosa fino
trovare la completa realizzazione nel progetto di Dio attraverso
la fondazione dell’Istituto. Essa è una eroina della fede,
che con coraggio professava e difendeva i valori di Dio e della
Parola con il suo esempio e il suo lavoro, e quando lo stesso
Prefetto si era trovato in udienza presso il Santo Padre, Papa
Ratzinger era rimasto colpito dalla personalità della Madre
Serafina soffermandosi sull’episodio della sua vita quando si
trovava in Germania a lavorare come infermiera dove parlava la
lingua nativa del pontefice. Poi lo stesso vescovo ricordava un
fatto avvenuto negli anni della vita di Madre Serafina, di una
allora aspirante suora proveniente da Molfetta (lo stesso
presule proviene dalla stessa città). Questa ragazza,
accompagnata dalla madre in convento, venne ricevuta dalla
stessa Madre che in quel momento era attenta alla pulizia dei
bagni, e questo atteggiamento umile della Fondatrice colpì
talmente la sensibilità della madre della ragazza che raccomandò
alla figlia di tenersi sempre umile e servizievole, e la ragazza
fece tesoro di questo consiglio tanto è che quando divenne
suora ella stessa, chiese di poter fare lo stesso servizio di
pulizia dei bagni.
Alla
fine della concelebrazione eucaristica, ci sono stati l’
intervento del sindaco di Faicchio, che ricordava la benefica
presenza delle Suore degli
Angeli nella sua città, tanto da intitolare la strada
che porta al convento alla stessa Madre Serafina ed, in
occasione della promulgazione del decreto di apporre una lapide
per l’occasione, lapida che già si può trovare mentre si
arriva al convento delle suore. Alla fine, ma non meno
importante, il ringraziamento della madre Generale
dell’Istituto che metteva in risalto il carisma della Madre
Fondatrice ed il servizio alla Chiesa da lei stesso avviato.
I numerosi gruppi partecipanti alla funzione poi hanno avuto un
momento di ristoro presso l’area pic-nic del Parco di Grassano
del Comune di San Salvatore Telesino, ed alla fine ci siamo
recati al convento di Faicchio per visitare lo stesso, avere un
momento di preghiera davanti alla tomba della Venerabile
e
poter visitare la stanza dove Madre Serafina aveva
vissuto fino al momento della sua morte, notando gli oggetti in
uso. Le suore del Convento poi hanno offerto un simpatico
ristoro a tutti i gruppi (compreso il nostro di Formia) che sono
arrivati per la visita. Alla fine tutti a casa ringraziando il
Signore per il momento di grazia che ci aveva voluto donare
attraverso la contemplazione della figura eroica di Madre
Serafina, attendendo con fiducia il giorno in cui, attraverso un
nuovo evento straordinario, possa essere presto elevata
all’onore pubblico dell’altare.
Pietro Zangrillo
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