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     Biennio 2020-2022: "Trasformazioni e Cambiamenti
                     nei 170 anni del nostro PIME"

       
    
Carissimi confratelli, Buon Anno 2020!

  Quest'anno, il nostro Istituto compie 170 anni di vita. È un "compleanno" di non poco conto, che celebriamo in una situazione ecclesiale in cui nuovi Istituti stanno nascendo e in cui la Missione ad gentes, carisma principale del nostro Istituto, sta percorrendo nuovi paradigmi e intravedendo nuovi orizzonti.

  Comincio a chiedere a tutti voi di voler vivere quest'Anniversario come un momento particolare della storia del nostro Istituto e della storia personale di ciascuno, che di questo Istituto è parte.

  Viviamo questo Anniversario in un periodo di grandi trasformazioni, sia nella Chiesa che nell'Istituto stesso, trasformazioni che non devono spaventare, ma incoraggiarci ad andare avanti con uno spirito rinnovato e sempre pronto a rispondere alle nuove sfide della Missione.

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  Spero che quest'Anniversario sia un momento per ritornare all'origine della propria Vocazione e Missione. 

  Non è forse questo l'Istituto che ci ha accettati, che ci ha formati, che ci ha mandato in missione e ci ha sostenuti?! Non desidero e non sogno un Istituto dove tutti si "vogliono bene", ma che sovrabbondi in ciò che è decisivo per la nostra vita missionaria:

  voglio, desidero e sogno un Istituto dove ognuno, pur mantenendo la propria identità, il proprio carisma, il proprio carattere, non si "gonfi", non si isoli, non viva ai margini, non si chiuda nella propria stanza o nel proprio lavoro,

  ma si senta a casa nelle nostre case, si senta parte di una comunità di confratelli, anche quando questi a volte non sono esempio di fraternità, si senta di costruire insieme la comunità, anche quando costa fatica!

  Vivere la Fraternità sì, come uno dei modi di vivere la nostra Missione, ma anche come un modo per non isolarci in ciò che stiamo facendo o vivendo!

  Sogno anche un Istituto che, oltre a vivere l'urgenza della Fraternità, viva le urgenze del XXI secolo che la Missione della Chiesa oggi ci chiede.

  "Se all'interno di un Istituto non si parla più della propria Fede o dei Consigli Evangelici, l'Istituto è alla deriva…"

  "I giovani desiderano una vita apostolica ricca d'amore e autentica"

  "È tempo di creare processi più che creare spazi…"

 … Sono solo alcuni degli spunti che ho colto durante l'incontro dei Superiori Generali; intuizioni che andrebbero approfondite sia a livello personale che comunitario.

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  Tornando al "sogno", sono convinto che i compiti che l'Istituto dovrà affrontare nel XXI secolo saranno ardui, per forma e per natura. Urgenze che sicuramente offriranno all'Istituto anche un'opportunità di purificazione e l'occasione di cercare maggiormente la guida e la presenza di Dio.

  Non dovremo disperare, ma muoverci con una visione creativa in una società sempre più "digitale e fluida", indipendentemente dalla parte del mondo dove saremo inviati.

  Dobbiamo mantenere viva la Speranza, "la speranza non è la convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo. La speranza è la certezza che ciò che stiamo facendo ha un significato. Che abbia successo o meno." (Vaclav Havel)

  Questo allora il mio sogno: un Istituto come il nostro che affronti il XXI secolo con speranza, che non abbia paura di diminuire di numero, che parli di Fede, che sia autentico in tutte le sue forme e strutture;

  che inizi processi di cambiamento, più che creare spazi fine a se stessi, che capisca che la  missione è entrata in un contesto diverso rispetto al passato (ormai concluso), che dia spazio ai laici, che sappia comunicare, che sia vicino alla gente, in un clima familiare, vissuto innanzitutto nelle proprie comunità.

  Che in questo Nuovo Anno appena iniziato il Signore ci dia la forza di sognare e sperare per il nostro Istituto!

  Un caro saluto e una preghiera per tutti voi.

P. Ferruccio Brambillasca      SUPERIORE GENERALE  P.I.M.E.                               

  Indìco ufficialmente l'apertura di un biennio dedicato interamente al tema: Trasformazioni e cambiamenti nel corso di 170 anni di storia del nostro Istituto.

  L'apertura ufficiale di questo biennio dedicato al nostro Istituto sarà il 25 luglio 2020, mentre il tutto si concluderà nel luglio 2022.

  Perché questo tema? Così come nel mondo, anche nella Chiesa e nella Missione, stiamo senza dubbio vivendo un periodo di grandi cambiamenti e trasformazioni che dicono qualcosa anche al nostro Istituto. Anche noi del resto, viviamo una fase di cambiamento nelle strutture, nel personale, nell'economia, nella mentalità. In tempi di grandi cambiamenti, la Fedeltà al Carisma è una sfida che l'Istituto non può non accogliere, per il bene della Missione stessa.

  Con l'aiuto del nostro Ufficio Storico, nell'arco di questi due anni - da luglio 2020 a luglio 2022 -, vorremmo presentare alcune figure del nostro Istituto, che, mantenendosi fedeli al carisma, hanno condotto a delle trasformazioni, a dei cambiamenti.

  Nel primo periodo di questo biennio, relativo al periodo di Fondazione, saranno presentate le figure di Mons. Angelo Ramazzotti, di Mons. Pietro Avanzini e di p. Carlo Salerio.

  Successivamente, invece, presenteremo anche figure meno conosciute, che hanno però contribuito a portare delle novità all'interno e all'esterno dell'Istituto.

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  La S. Messa inaugurale di apertura di questo biennio si terrà il 25 luglio 2020. A tutte le comunità che non potranno essere presenti, chiedo che si celebri questo momento di Comunione al proprio interno, con una S. Messa, una veglia o un momento di preghiera.

  A causa dell’emergenza Covid-19, la S. Messa inaugurale di apertura del biennio dedicato ai 170 anni del nostro Istituto si terrà a Milano (e non a Saronno), sempre il 25 luglio 2020 alle ore 10.30, nel giardino di Casa Madre. Presiederà Mons. Daniele GIANOTTI, vescovo di Crema

  Fin dall'inizio di questo biennio, raccomando la recita in comunità della preghiera che prossimamente verrà distribuita a tutti i confratelli, scritta appositamente per questa occasione.

  Proporremo poi altre iniziative, alcune delle quali anche "al nostro esterno", ma questo biennio desidero sia soprattutto un'iniziativa di preghiera, riflessione e animazione all'interno del nostro Istituto che, nei prossimi anni, è chiamato a due importanti impegni: la riqualificazione delle nostre presenze e la riflessione sulla riforma giuridica.

  Entrambi gli impegni, sono in linea con il tema scelto per questo biennio; direi anzi che sarà proprio il tema scelto per questo biennio, che ci guiderà con passione, oggettività e lungimiranza ad approfondire i due impegni sopra indicati.

  Buon cammino a ciascuno di voi e una preghiera per il nostro Istituto. Fraternamente.

       P. Ferruccio Brambillasca      SUPERIORE GENERALE P.I.M.E.

 

       Fragile baldanza missionaria

    Il Pime compie 170 anni e apre una riflessione sul suo futuro

  Una Messa a Milano presieduta dal vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, e celebrazioni in tutti Paesi dove l'istituto è presente per ricordare l'anniversario della fondazione ma anche aprire un biennio su trasformazioni e cambiamenti nella storia dell'istituto.

  Il 30 luglio 1850 nasceva ufficialmente a Saronno il Seminario Lombardo per le Missioni Estere, l'istituto che poi - dall'unione con il Pontificio Seminario dei Santi Apostoli Pietro e Paolo per le Missioni Estere nato a Roma pochi anni dopo - nel 1929 sarebbe diventato il Pime. La ricorrenza viene celebrata con particolare solennità quest'anno in tutti i Paesi dove è presente il Pime. Il 170° di fondazione è infatti l'occasione per l'apertura di un biennio speciale che avrà al centro il tema "Trasformazioni e cambiamenti nella storia del nostro istituto".

  La celebrazione principale si è tenuta a Milano dove dallo scorso mese di settembre si è trasferita la direzione generale del Pime. A presiederla è stato mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema, la diocesi di provenienza d padre Alfredo Cremonesi, missionario del Pime morto martire in Myanmar nel 1953 e proclamato beato nello scorso mese di ottobre. Il rito - tenuta nel Teatro del Pime con un numero ristretto di invitati, nel rispetto delle norme per la prevenzione della diffusione del Coronavirus - è stato concelebrato da padre Patrizio Garascia, superiore della comunità dei Missionari oblati di Rho da cui proveniva il fondatore dell'istituto mons. Angelo Ramazzotti, dal superiore generale del Pime padre Ferruccio Brambillasca e da numerosi altri missionari del Pime e sacerdoti amici.

  "Il nostro pensiero oggi non può che andare a tutte quelle persone che soffrono a causa della pandemia in alcune delle nostre missioni: in India, in Bangladesh, nelle Filippine, negli Stati Uniti, in Messico… - ha detto padre Brambillasca all'inizio della celebrazione -.

  Ma siamo qui soprattutto per vivere questo 170° all'insegna di due parole: ringraziamento e riflessione. 

Ringraziamento a Dio e a chi ci ha accompagnato sulle strade del mondo in tutti questi anni. Ma anche riflessione sulla nostra presenza missionaria oggi. In questo biennio ci chiederemo: siamo ancora davvero nei luoghi dove dovremmo essere? La nostra struttura come istituto missionario è ancora adatta ai tempi attuali, così segnati dal cambiamento?".

  E a queste sfide ha fatto riferimento nella sua omelia anche il vescovo Gianotti. "Ho letto che il vostro primo martire, padre Giovanni Mazzucconi, aveva scritto di "non aver fatto ancora nulla per la missione" - ha raccontato -. In fondo è la storia dell'apostolo Giacomo di cui oggi celebriamo la festa, il primo tra gli apostoli a essere ucciso. È la storia di quella stessa prima missione del Seminario Lombardo per le Missioni Estere in Melanesia (l'attuale Papua Nuova Guinea), apparentemente fallimentare: durata solo tre anni senza lasciare dietro di sé opere o battesimi. Che cosa più di questo - ha commentato mons. Gianotti - ci rivela la verità delle parole di Paolo che descrive gli annunciatori del Vangelo come "tribolati ma non schiacciati"? I primi missionari - ha aggiunto ancora - probabilmente erano partiti baldanzosi, convinti che Dio li avesse resi capaci di annunciare il Vangelo. Ma là hanno sperimentato che lo stesso Dio non elimina la nostra fragilità. Ed è così che la missione diventa esperienza della Pasqua: portare in noi il morire stesso di Gesù. Per scoprirsi "vasi di creta" che però resistono" (2Cor 4).

  È il senso anche della preghiera che il Pime ha composto per questi 170 anni e che nel suo passaggio centrale recita: "In un mondo che è cambiato rapidamente, il tuo Spirito ci liberi dalla tentazione di attaccarci a un passato che non c'è più, o di affidarci a mode e lusinghe inconsistenti. Aiutaci a non essere succubi della mentalità di questo mondo, ma a lasciarci trasformare rinnovando il nostro modo di pensare, per poter discernere e compiere la Tua volontà, ciò che è buono, a te gradito e perfetto (Rm 12,2)"

 

       Spettacolo narrativo-musicale sul 170esimo PIME

    Carissimi, come forse già sapete, questa domenica, 10 aprile 2022, saranno esattamente 170 anni da quando i primi missionari del Pime salparono dal porto di Londra in direzione dell'Oceania. Era il 10 aprile 1852... 

  Come Centro Pime abbiamo prodotto uno spettacolo narrativo-musicale che ricorda quella prima avventura missionaria.

Questi i link per lo spettacolo: Scopri di più sullo spettacolo:

 https://www.youtube.com/watch?v=Oq46-fpnbpM

Questo il link per la visione (dal 10 aprile 2022):

https://youtu.be/-EN0vIjwaCc

  Spero che questa proposta teatrale sulla prima esperienza missionaria del nostro Istituto sia di vostro gradimento. Sarebbe bello mandarci un vostro commento dopo aver visto lo spettacolo. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro un buona opera nella Vigna del Signore.

     P. Mario Ghezzi   Direttore Centro Missionario PIME Milano

 

 

                                       Il PIME disegna il suo futuro   Saronno, Domenica 24 luglio 2022

 


 

qui veglia di preghiera