https://5xmille.centropime.org/


il nome esatto è:
FONDAZIONE PIME ONLUS
97486040153

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5 x mille   dalle firme alle opere

Grazie a quanti hanno scelto di destinare il 5 per mille ai missionari del Pime, abbiamo potuto finanziare alcuni progetti che vi presentiamo. Ecco esempi di come le vostre firme si trasformano in opere.


Molte persone scelgono di destinare il loro 5 per mille ai missionari del Pime attraverso la PIMEdit Onlus. Grazie alla loro firma il Pime riceve dallo Stato italiano la somma del loro denaro.
Un’apposita commissione ha stabilito come destinare questi fondi ripartendoli nel seguente modo: oltre l’80% del totale è stata investita nei sei progetti di sviluppo che illustriamo in queste pagine; il 12% è stata utilizzata per iniziative di educazione e formazione; il resto è stato speso per finanziare costi di pubblicazione e verifica, il tutto per rendere un servizio di trasparenza gestionale agli offerenti.
Ecco alcuni progetti finanziati attraverso il 5 per mille, con le relative somme investite.

 

Papua Nuova Guinea
Costruzione ponti e strade per accesso alla scuola: 46.800 euro

Nella città di Watuluma, sull’isola di Goodenough, il Pime ha già istituito la scuola elementare, media superiore, tecnica e l’ospedale, oltre alla parrocchia con le sue opere. Per raggiungere l’isola, però, tutto il necessario per gli approvvigionamenti deve essere trasportato con barche dalla terraferma. A integrazione delle strutture già esistenti, grazie ai fondi ricevuti, sono stati anche realizzati: un pontile in legno, attraverso cui caricare e scaricare le merci; un ponte in cemento e ferro per attraversare il torrente che taglia la strada che dal mare porta alla missione; una torre (alta 10 metri) con serbatoio e pompa per l’acqua che permette di dare acqua corrente e pulita alla scuola tecnica.

• Responsabile: fratel Mario Fardin

 

Papua Nuova Guinea
Centro giovanile e sportivo: 50.000 euro

Il quartiere di Tokarara, dove sorge la parrocchia di St. Jonh the Apostle, gestita dal Pime, si trova a nord-ovest della capitale Port Moresby, città popolata da gente proveniente da ogni parte del Paese. Per contrastare il diffuso degrado sociale (sovrappopolazione, baracche, bande giovanili, droga, disoccupazione, analfabetismo, ecc.) il Pime intende realizzare un centro formativo e aggregativo per giovani, nel terreno circostante la parrocchia. Dal punto di vista formativo si punta su corsi di alfabetizzazione per ragazzi che non hanno potuto frequentare la scuola e sullo sviluppo di abilità lavorative per giovani di ambo i sessi (carpenteria, elettronica, informatica, cucito, ecc.); dal punto di vista aggregativo si punta sullo sport (con la realizzazione - tra l’altro - di un campo sportivo), sul teatro, sulle iniziative culturali integrate a quelle di carattere religioso già promosse dalla parrocchia. L’obiettivo è quello di riqualificare il profilo della comunità giovanile del quartiere.

• Responsabile: padre Giorgio Licini

 

Amazzonia - Brasile
Aula polivalente per centro culturale: 50.000 euro

La città di Parintins sorge su un’isola in mezzo al Rio delle Amazzoni. Essendo il primo punto di approdo per la gente che lascia la foresta, Parintins ha conosciuto negli ultimi decenni un’urbanizzazione selvaggia che non ha prodotto un’offerta culturale adeguata per i vecchi e nuovi cittadini.
La diocesi ha, dunque, voluto ristrutturare un vecchio cinema, situato al centro della città, per ospitare una serie di attività che aiutino i cittadini ad alimentare una coscienza artistica, culturale e critica, fondamentale per uno sviluppo umano completo. Il vecchio “Cinema Teatro da Paz”, ristrutturato come sala polivalente per circa 600 posti a sedere, sarà utilizzato da scuole, gruppi, associazioni oppure per tavole rotonde, assemblee, congressi, cerimonie e concerti di folklore.
Un ulteriore obiettivo è quello di rendere questo luogo un punto di incontro con i leader dei villaggi sparsi lungo i fiumi.

• Responsabile: monsignor Giuliano Frigeni

 

Bangladesh
Centro di accoglienza per lavoratori e studenti: 60.000 euro

In località Savar, a 30 km dalla capitale Dhaka, è sorta una grande zona industriale con numerosi raggruppamenti residenziali privi di infrastrutture e servizi.
Il progetto ha dato vita a un Centro di accoglienza per lavoratori cristiani e per gli studenti della Novara Technical School di Dinajpur che si recano nella zona per un tirocinio professionale. Sono state create due strutture in muratura: una a uso residenziale (offre ospitalità temporanea a famiglie o gruppi di giovani lavoratori, per facilitare il loro insediamento in zona); una per accogliere le diverse attività di assistenza, animazione, formazione (salone per riunioni e celebrazioni varie, cappella, alloggi per i responsabili del centro, cucina, sala da pranzo, uffici e parlatori, ostelli destinati all’accoglienza di studenti e di giovani lavoratrici).

• Responsabile: fratel Massimo Cattaneo

 

Cambogia
Costruzione ospedale Santa Elisabetta: 100.000 euro

Il progetto nasce per rispondere a una grave carenza sanitaria che affligge la popolazione più povera del Paese. La sanità è completamente a pagamento con costi assolutamente non alla portata delle fasce più povere. Con la costruzione della nuova sede dell’ospedale Santa Elisabetta (che fino alla fine del 2009 è allestito in una casa in affitto), ci si propone di accogliere malati gravi e poveri che non possono essere curati nelle province della Cambogia. Venendo nella capitale Phnom Penh, hanno bisogno d’un luogo dove poter alloggiare, essere aiutati nel prendere contatti con gli ospedali, con i medici ed essere seguiti nella fase di convalescenza. La nuova struttura ospedaliera, costruita su un terreno di proprietà della parrocchia del Bambin Gesù, fornisce vitto, alloggio, igiene e pulizia, follow up pre e post-ospedaliero.

• Responsabili: padre Mario Ghezzi - Missionarie Laiche Pime

 

Cambogia
Cura, sensibilizzazione e prevenzione a favore di persone disabili: 50.000 euro

Il progetto interessa le province di Kompong Chhnang e Kandal, prevalentemente agricole. In Cambogia i disabili sono purtroppo vittime di forte discriminazione e quindi spesso esclusi dalla società. L’obiettivo generale del progetto è di facilitarne l’inclusione sociale trasmettendo loro sufficiente autostima e indipendenza. Per raggiungere tali risultati, le attività verranno divise in due macro-aree: la prima riguarda la gestione di sette centri di riabilitazione comunitaria; la seconda prevede l’assistenza domiciliare ai disabili impossibilitati a muoversi.
I beneficiari diretti del programma saranno in totale 130, principalmente bambini e giovani, ma non saranno esclusi gli adulti.

• Responsabile: Ong New Humanity