Molte persone scelgono di
destinare il loro 5 per mille ai missionari del Pime attraverso la
PIMEdit Onlus. Grazie alla loro firma il Pime riceve dallo Stato italiano la
somma del loro denaro.
Un’apposita commissione ha stabilito come destinare questi fondi
ripartendoli nel seguente modo: oltre l’80% del totale è stata investita nei sei progetti di sviluppo che
illustriamo in queste pagine; il 12% è stata
utilizzata per iniziative di educazione e formazione; il resto è
stato speso per finanziare costi di pubblicazione e verifica, il
tutto per rendere un servizio di trasparenza gestionale agli
offerenti.
Ecco alcuni progetti finanziati attraverso il 5 per mille, con le
relative somme investite.
Papua Nuova Guinea
Costruzione ponti e strade per accesso alla scuola: 46.800
euro
Nella città di Watuluma, sull’isola di
Goodenough, il Pime ha già istituito la scuola elementare, media
superiore, tecnica e l’ospedale, oltre alla parrocchia con le
sue opere. Per raggiungere l’isola, però, tutto il necessario
per gli approvvigionamenti deve essere trasportato con barche
dalla terraferma. A integrazione delle strutture già esistenti,
grazie ai fondi ricevuti, sono stati anche realizzati: un pontile
in legno, attraverso cui caricare e scaricare le merci; un ponte
in cemento e ferro per attraversare il torrente che taglia la
strada che dal mare porta alla missione; una torre (alta 10 metri)
con serbatoio e pompa per l’acqua che permette di dare acqua
corrente e pulita alla scuola tecnica.
• Responsabile: fratel Mario Fardin
Papua Nuova Guinea
Centro giovanile e sportivo: 50.000 euro
Il quartiere di Tokarara, dove sorge la parrocchia di St. Jonh the
Apostle, gestita dal Pime, si trova a nord-ovest della capitale
Port Moresby, città popolata da gente proveniente da ogni parte
del Paese. Per contrastare il diffuso degrado sociale
(sovrappopolazione, baracche, bande giovanili, droga,
disoccupazione, analfabetismo, ecc.) il Pime intende realizzare un
centro formativo e aggregativo per giovani, nel terreno
circostante la parrocchia. Dal punto di vista formativo si punta
su corsi di alfabetizzazione per ragazzi che non hanno potuto
frequentare la scuola e sullo sviluppo di abilità lavorative per
giovani di ambo i sessi (carpenteria, elettronica, informatica,
cucito, ecc.); dal punto di vista aggregativo si punta sullo sport
(con la realizzazione - tra l’altro - di un campo sportivo), sul
teatro, sulle iniziative culturali integrate a quelle di carattere
religioso già promosse dalla parrocchia. L’obiettivo è quello
di riqualificare il profilo della comunità giovanile del
quartiere.
• Responsabile: padre Giorgio Licini
Amazzonia - Brasile
Aula polivalente per centro culturale: 50.000 euro
La città di Parintins sorge su un’isola in mezzo al Rio delle
Amazzoni. Essendo il primo punto di approdo per la gente che
lascia la foresta, Parintins ha conosciuto negli ultimi decenni
un’urbanizzazione selvaggia che non ha prodotto un’offerta
culturale adeguata per i vecchi e nuovi cittadini.
La diocesi ha, dunque, voluto ristrutturare un vecchio cinema,
situato al centro della città, per ospitare una serie di attività
che aiutino i cittadini ad alimentare una coscienza artistica,
culturale e critica, fondamentale per uno sviluppo umano completo.
Il vecchio “Cinema Teatro da Paz”, ristrutturato come sala
polivalente per circa 600 posti a sedere, sarà utilizzato da
scuole, gruppi, associazioni oppure per tavole rotonde, assemblee,
congressi, cerimonie e concerti di folklore.
Un ulteriore obiettivo è quello di rendere questo luogo un punto
di incontro con i leader dei villaggi sparsi lungo i fiumi.
• Responsabile: monsignor Giuliano Frigeni
Bangladesh
Centro di accoglienza per lavoratori e studenti: 60.000 euro
In località Savar, a 30 km dalla capitale Dhaka, è sorta una
grande zona industriale con numerosi raggruppamenti residenziali
privi di infrastrutture e servizi.
Il progetto ha dato vita a un Centro di accoglienza per lavoratori
cristiani e per gli studenti della Novara Technical School di
Dinajpur che si recano nella zona per un tirocinio professionale.
Sono state create due strutture in muratura: una a uso
residenziale (offre ospitalità temporanea a famiglie o gruppi di
giovani lavoratori, per facilitare il loro insediamento in zona);
una per accogliere le diverse attività di assistenza, animazione,
formazione (salone per riunioni e celebrazioni varie, cappella,
alloggi per i responsabili del centro, cucina, sala da pranzo,
uffici e parlatori, ostelli destinati all’accoglienza di
studenti e di giovani lavoratrici).
• Responsabile: fratel Massimo Cattaneo
Cambogia
Costruzione ospedale Santa Elisabetta: 100.000 euro
Il progetto nasce per rispondere a una grave carenza sanitaria che
affligge la popolazione più povera del Paese. La sanità è
completamente a pagamento con costi assolutamente non alla portata
delle fasce più povere. Con la costruzione della nuova sede
dell’ospedale Santa Elisabetta (che fino alla fine del 2009 è
allestito in una casa in affitto), ci si propone di accogliere
malati gravi e poveri che non possono essere curati nelle province
della Cambogia. Venendo nella capitale Phnom Penh, hanno bisogno
d’un luogo dove poter alloggiare, essere aiutati nel prendere
contatti con gli ospedali, con i medici ed essere seguiti nella
fase di convalescenza. La nuova struttura ospedaliera, costruita
su un terreno di proprietà della parrocchia del Bambin Gesù,
fornisce vitto, alloggio, igiene e pulizia, follow up pre e
post-ospedaliero.
• Responsabili: padre Mario Ghezzi -
Missionarie Laiche Pime
Cambogia
Cura, sensibilizzazione e prevenzione a favore di persone
disabili: 50.000 euro
Il progetto interessa le province di Kompong Chhnang e Kandal,
prevalentemente agricole. In Cambogia i disabili sono purtroppo
vittime di forte discriminazione e quindi spesso esclusi dalla
società. L’obiettivo generale del progetto è di facilitarne
l’inclusione sociale trasmettendo loro sufficiente autostima e
indipendenza. Per raggiungere tali risultati, le attività
verranno divise in due macro-aree: la prima riguarda la gestione
di sette centri di riabilitazione comunitaria; la seconda prevede
l’assistenza domiciliare ai disabili impossibilitati a muoversi.
I beneficiari diretti del programma saranno in totale 130,
principalmente bambini e giovani, ma non saranno esclusi gli
adulti.
• Responsabile: Ong New Humanity
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