Cuore
della quaresima (Lc
15,1...)
giorno
del Signore 18 marzo di quaresima
dal commento al
Vangelo della messa, di padre Bruno Maggioni
...
Allora egli (Gesù) disse loro questa parabola: «Un uomo
aveva due figli. Il più giovane disse al padre:
"Padre, dammi la parte del patrimonio che mi
spetta"...
...
A lui (al Padre) non interessa che il figlio gli abbia
dissipato il patrimonio. Ciò che lo addolora è che il
figlio sia lontano, a disagio. E quando ritorna non bada
neppure alle sue parole («Trattami come uno dei tuoi servi»):
l'importante è che il figlio abbia capito e sia tornato.
Ecco il motivo della sua gioia:
«Questo
mio figlio era morto ed è tornano in vita,
era perduto ed è stato ritrovato».
Questo è il volto del vero Dio, un volto molto diverso da
come scribi e farisei supponevano, e come giusti e
benpensanti alle volte continuano a supporre.
Se invece prendiamo in considerazione la figura del figlio
minore, allora ci accorgiamo che il suo peccato non è
semplicemente consistito nel fatto che abbia chiesto la sua
parte di eredità e l'abbia poi dissipata, lontano da casa,
in una vita libertina.
Questo comportamento non è che la conseguenza di una
convinzione che gli si era radicata nell'animo, e cioè
la convinzione che la casa fosse una prigione,
la presenza del padre ingombrante e mortificante, e
l'allontanamento da casa una libertà.
Questo
è il vero peccato del figlio minore. Il suo ritorno a casa,
motivato all'inizio dal disagio «io qui muoio di fame»...
Fonte:
Avvenire
il
Vangelo di Luca
il
commento di padre Bruno Maggioni
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