Misteriosa
Woodlark
Questa
piccola e bellissima isola in Papua Nuova Guinea, occupa un
posto speciale nel cuore dei missionari del Pime. Fu la
prima destinazione dell’Istituto, che ora spera di
ritornarci in forma stabile. di padre Giorgio
Licini (PIME)
L’isola di Woodlark fu il primissimo
campo di lavoro del nostro Istituto nel lontano
1852-55.
Dei sette missionari inviati in
Oceania (tra cui due laici), i padri Salerio e Raimondi e il
catechista Tacchini si stabilirono nella baia di Guasopa a
Woodlark, mentre il prefetto Reina, Mazzucconi, Ambrosoli e
il laico Corti proseguirono verso nord-ovest fino all’attuale
isola di Umboi.
Si univano ai missionari maristi
francesi, che erano già sul posto da cinque anni, ma
pensavano di ritirarsi. Padre Timoleone Raimondi fu l’ultimo,
nel maggio del 1856, ad allontanarsi dalla baia di Guasopa
dopo esservi giunto da Sydney alla ricerca del confratello
Giovanni Mazzucconi, del veliero e dell’equipaggio
dispersi.
Erano stati tutti massacrati dai
nativi nel settembre dell’anno precedente quando la
piccola imbarcazione si era incagliata nei coralli dell’isoletta
di Leu all’ingresso della baia.
La morte di Mazzucconi fu poi
giudicata dalla Chiesa in odium fidei e il nostro
confratello fu beatificato da Giovanni Paolo II nel
1984.
Guasopa è una striscia di sabbia
bianchissima, di forma quasi semicircolare e mare verde
giada. Il villaggio, nascosto dalla vegetazione, è
cinquecento metri a oriente rispetto all’attuale punto d’attracco
delle imbarcazioni. Guasopa è sede della cosiddetta
Government Station, vale a dire il centro amministrativo
dell’isola di Woodlark.
Dopo l’abbandono della missione
cattolica dei maristi e del nostro Seminario Lombardo, nel
corso del XX secolo gli abitanti di Woodlark hanno aderito
al metodismo e i cattolici non raggiungono le cento unità.
Pochissimi sono i locali. La comunità più numerosa
proviene dalle isole Trobriand, un arcipelago più a ovest,
la cui popolazione tende a emigrare per carenza di terra.
Woodlark è quasi spopolata. Solo seimila persone su quasi
cento chilometri quadrati. I villaggi sono per lo più lungo
le coste, ma ben distanti tra loro. I due clan principali
sono i Lakeidog e i Malasi. Una strada sterrata risale l’isola
da Guasopa a Boiboi in direzione nord-ovest per quasi 45
km.
Leggermente verso l’interno rispetto
a Boiboi, che è al centro dell’isola e sulla costa
occidentale, si trova il villaggio di Kulamadau con la
scuola primaria (equivalente agli otto anni del ciclo dell’obbligo
in Italia) gestita dalla diocesi cattolica e frequentata da
circa 140 ragazzi. Solo gli insegnanti e pochissimi studenti
sono cattolici.
Il Pime ha avuto finora due presenze
stabili a Woodlark, seppur non particolarmente prolungate:
con i menzionati pionieri oltre un secolo e mezzo fa e con
padre Vijaya Kumar nel 2004-05, in vista della celebrazione
del centocinquantesimo anniversario del martirio del Beato
Giovanni Mazzucconi il 28 agosto 2005. In quella data una
delegazione di Lecco, terra natale del Mazzucconi, guidata
dal parroco e ora vescovo di Mantova mons. Roberto Busti, ha
deposto una targa in onore del martire nella baia di Guasopa.
Da allora abbiamo fatto solo delle
visite a Woodlark per il ministero ordinario. La gente è
particolarmente gelosa dell’ambiente. Ne consente lo
sfruttamento delle risorse, ma in modo limitato e lasciando
sostanzialmente intatto l’habitat naturale. Si stanno ora
opponendo in modo compatto a un progetto governativo di
trasformare due terzi dell’isola in un’immensa
piantagione di palma da olio. Sarebbe la fine di Woodlark.
Non sarebbe più possibile vedere la foresta, i corsi d’acqua,
la flora e la fauna che la natura e il clima tropicale hanno
prodotto nel corso dei millenni e che sono ancora oggi
intatti.
Abitare a Woodlark, soprattutto sulla
collina di Kulamadau, da cui scrivo queste note, è
piacevole e rilassante. Guardare dalla baia di Guasopa verso
l’isola di Leu e pensare a quel fatidico giorno di metà
Ottocento produce la stessa sensazione della visita alle
catacombe romane, mentre ti chiedi come ti sia stato
concesso il privilegio di vedere e calcare il terreno della
prima missione italiana dei tempi moderni, il luogo dove un
gruppo di missionari venticinquenni, forse senza saperlo,
aprirono il solco nel quale tutti noi ancora oggi
camminiamo.
Nel corso del 2008 faremo alcune
visite.
Dal 2009 speriamo che Woodlark sia
sulla mappa delle presenze stabili del Pime in Papua Nuova
Guinea. Semplicemente per stare con la gente, ascoltare,
consigliare.
È vero, Woodlark rimane
misteriosamente, per noi cattolici, un’isola di difficile
accesso e presenza, almeno fino a quando i clan non ci
riconosceranno pieno di diritto di cittadinanza e offriranno
un terreno su cui edificare liberamente almeno una casa, una
cappella e un minimo di strutture comunitarie.
Un passo che ora sembra più vicino
che in passato, ma ancora legato a un accordo finale tra i
Lakeidog e i Malasi per l’area di Boiboi.
FONTE: MISSIONARI
DEL PIME
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