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  "De finibus terrae" : il nome di questo luogo santo è molto bello e suggestivo, perché riecheggia una delle ultime   parole di Gesù ai suoi discepoli.
  Proteso tra l'Europa e il Mediterraneo, tra l'Occidente e l'Oriente, esso ci ricorda che la Chiesa non ha confini, è universale.
  E i confini geografici, culturali, etnici, addirittura i confini religiosi sono per la Chiesa un invito all'evangelizzazione nella prospettiva della "comunione delle diversità"

 Papa Benedetto a Santa Maria di Leuca

"... Senza violenza, ma con il mite coraggio del suo "sì", la Vergine ci ha liberati non da un nemico terreno, ma dall'antico avversario, dando un corpo umano a Colui che gli avrebbe schiacciato la testa una volta per sempre. Ecco perché, sul mare della vita e della storia, Maria risplende come Stella di speranza. Non brilla di luce propria, ma riflette quella di Cristo, Sole appar­so all'orizzonte dell'umanità, così che seguendo la Stella di Maria possiamo orientarci nel viaggio e mantenere la rotta verso Cristo, specialmente nei momenti oscuri e tempestosi. 

  L'apostolo Pietro ha conosciuto bene questa esperienza, per averla vissuta in prima persona. Una notte, mentre con gli altri discepoli stava attraversando il lago di Galilea, fu sorpreso dalla tempesta. La loro barca, in balia delle onde, non riusciva più ad avanzare. Gesù li raggiunse in quel momento camminando sulle acque, e invitò Pietro a scendere dalla barca e ad avvicinarsi. Pietro fece qualche passo tra le onde ma poi si sentì sprofondare e allora gridò: "Signore, salvami!". Gesù lo afferrò per la mano e lo trasse in salvo (cfr Mt 14,24-33). 

  Questo episodio si rivelò poi un segno della prova che Pietro doveva attraversare al momento della passione di Gesù. Quando il Signore fu arrestato, egli ebbe paura e lo rinnegò tre volte: fu sopraffatto dalla tempesta. Ma quando i suoi occhi incrociarono lo sguardo di Cristo, la misericordia di Dio lo riprese e, facendolo sciogliere in lacrime, lo risollevò dalla sua caduta. 

  Ho voluto rievocare la storia di san Pietro, perché so che questo luogo e tutta la vostra Chiesa sono particolarmente legati al Principe degli Apostoli. A lui, come all'inizio ha ricordato il vescovo, la tradizione fa risalire il primo annuncio del Vangelo in questa terra. 

  Il Pescatore, "pescato" da Gesù, ha gettato le reti fin qui, e noi oggi rendiamo grazie per essere stati oggetto di questa "pesca miracolosa ", che dura da duemila anni, una pesca che, come scrive proprio san Pietro, "ci ha chiamati dalle tenebre alla ammirabile luce [di Dio]" ( 1 Pt 2,9). 

  Per diventare pescatori con Cristo bisogna prima essere "pescati" da Lui. San Pietro è testimone di questa realtà, come lo è san Paolo, grande convertito, di cui tra pochi giorni inaugureremo il bimillenario della nascita.".

"... La Chiesa è nata a Pentecoste, è nata universale e la sua vocazione è parlare tutte le lingue del mondo. La Chiesa esiste - secondo l'originaria vocazione e missione rivelata ad Abramo - per essere una benedizione a beneficio di tutti i popoli della terra (cfr Gn 12,1-3); per essere, con il linguaggio del Concilio Ecumenico Vaticano II, segno e strumento di unità per tutto il genere umano (cfr Cost. Lumen gentium, 1).

  La Chiesa che è in Puglia possiede una spiccata vocazione ad essere ponte tra popoli e culture. Questa terra e questo Santuario sono in effetti un "avamposto" in tale direzione, e mi sono molto rallegrato nel constatare, sia nella lettera del vostro vescovo come anche oggi nelle sue parole, quanto questa sensibilità sia tra voi viva e percepita in modo positivo, con genuino spirito evangelico.

  Cari amici, noi sappiamo bene, perché il Signore Gesù su questo è stato molto chiaro, che l'efficacia della testimonianza è proporzionata all'intensità dell'amore...".

"... Qui, nel Salento, come in tutto il Meridione d'Italia, le comunità ecclesiali sono luoghi dove le giovani generazioni possono imparare la speranza, non come utopia, ma come fiducia tenace nella forza del bene. Il bene vince e, se a volte può apparire sconfitto dalla sopraffazione e dalla furbizia, in realtà continua ad operare nel silenzio e nella discrezione portando frutti nel lungo pe­riodo. Questo è il rinnovamento sociale cristiano, basato sulla trasformazione delle coscienze, sulla formazione morale, sulla preghiera; sì, perché la preghiera dà la forza di credere e lottare per il bene anche quando umanamente si sarebbe tentati di scoraggiarsi e di tirarsi indietro. ...".

"... Il pensiero torna, infine, alla Vergine Santissima. Da questo Santuario di Santa Maria de finibus terrae desidero recarmi in spirituale pellegrinaggio nei vari Santuari mariani del Salento, vere gemme incastonate in questa penisola lanciata come un ponte sul mare.
  La pietà mariana delle popolazioni si è formata sotto l'influsso mirabile della devozione basiliana alla Theotokos, una devozione coltivata poi dai figli di san Benedetto, di san Domenico, di san Francesco, ed espressa in bellissime chiese e semplici edicole sacre, che vanno curate e preservate come segno della ricca eredità religiosa e civile della vostra gente.
 Ci rivolgiamo dunque ancora a Te, Vergine Maria, che sei rimasta
intrepida ai piedi della croce del tuo Figlio. Tu sei modello di fede e di speranza nella forza della verità e del bene.
 Con le parole dell'antico inno ti invochiamo: 'Spezza i legami agli oppressi, / rendi la luce ai ciechi, / scaccia da noi ogni male, / chiedi per noi ogni bene'. E allargando lo sguardo all'orizzonte dove cielo e mare si congiungono, vogliamo affidarti i popoli che si affacciano sul Mediterraneo e quelli del mondo intero: 'Donaci giorni di pace, /
veglia sul nostro cammino...'".