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gli autentici ministri del Vangelo...
di
Don Pierangelo Sequeri
(...) La preghiera non è che
l'altra faccia della fede, il fiducioso abbandono
che alimenta la speranza nella custodia di Dio. Il
Papa, che è il primo dei servi del Signore, è
anche l'ultimo a pensare che il ministero ecclesiale
possa essere inteso come un esercizio di potenza:
che dispone il mondo migliore, governa la società
perfetta, sottrae la Chiesa alle prove della storia.
L'abitudine dei molti -
credenti e anche, più spesso di quanto si creda,
non credenti - di chiedere agli uomini di Dio che li
ricordino nelle loro preghiere dovrà forse essere
rivalutata. Essa interpreta il ministero ecclesiale,
per la comunità dei credenti e per l'intera città
dell'uomo, più profondamente di quanto forse non
apprezziamo.
L'ammissione del fatto che la
storia, individuale e collettiva, è continuamente
esposta a dure battute d'arresto, che si impongono
anche allo slancio più creativo e alla dedizione più
generosa, è lucidità propria della fede autentica.
È proprio questa confessione
che viene quotidianamente anticipata nella
preghiera: per noi e per i molti che si affidano a
noi. È l'esatto contrario della rassegnazione
all'impotenza. Al contrario, è il grembo di un
abbandono dal quale si sprigiona la suprema
chiarezza di una testimonianza che è capace di
togliere la scena all'arroganza delle potenze del
nulla. Fino all'ultimo atto.
(...) Ogni volta che il
silenzio e la musica della preghiera - possente e
corale, struggente e intima - si leva ad avvolgere
la comunità degli umani, i delusi e gli avviliti
della terra drizzano le orecchie.
La preghiera degli uomini e
delle donne di Dio custodisce la speranza per tutti
gli ostaggi del nichilismo di questo passaggio
d'epoca. Nello squarcio del velo del sacro, che
illumina l'Evangelo, gli uomini e le donne che
servono Dio in spirito e verità non pregano per i
santi, ma per tutti noi peccatori.
Non pregano perché stanno
bene e sono riveriti da tutti, lo fanno anche quando
sono feriti a morte e avviliti da molti.
Non pregano solo per sé, ma
per essere pronti a offrirsi in sostituzione.
E se non ci è ancora morta
l'anima, incalzati come siamo ad accettare come
selezione della specie la disperazione dei molti che
si erano fidati di noi, lo dobbiamo al fatto che -
nemmeno da morti - gli autentici ministri del
Vangelo ci hanno escluso dalla loro preghiera.
Non avete nulla da insegnare,
"signori del tempo e del nulla", alla
preghiera.
Fonte: Avvenire
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