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“Lei
è la mamma, la figlia e la sposa per eccellenza:
‘Su mama, fiza,
isposa de su Segnore’
come amate cantare...” |
Beni beniu!
Ben
venuto! IN
SARDEGNA
"...
Essere chicchi di buon
grano..."
Papa
Benedetto incontra i Sacerdoti, i seminaristi e gli
studenti
(...) Cari
presbiteri, cari aspiranti al sacerdozio e alla vita
consacrata, Iddio vi vuole tutti per sé e vi chiama ad
essere operai nella sua vigna, così come ha fatto con tanti
uomini e donne lungo la storia cristiana della vostra bella
Isola. Essi hanno saputo rispondere con un “sì”
generoso alla sua chiamata. Penso, ad esempio, all’opera
evangelizzatrice svolta dai religiosi: dai Francescani ai
Mercedari, dai Domenicani ai Gesuiti, dai Benedettini ai
Vincenziani, dai Salesiani agli Scolopi, dai Fratelli delle
Scuole Cristiane ai Giuseppini, agli Orionini, a tanti altri
ancora.
E come dimenticare
la grande fioritura di vocazioni religiose femminili, di cui
la Sardegna è un vero e proprio vivaio? In tanti Ordini e
Congregazioni sono presenti donne sarde, specie nei
monasteri di clausura. Senza questo grande “nugolo di
testimoni” (cfr Eb 12,1), sarebbe stato certamente più
difficile diffondere l’amore di Cristo nei paesi, nelle
famiglie, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri e nei
luoghi di lavoro. Quale patrimonio di bene è venuto
accumulandosi grazie alla loro dedizione! Senza il seme del
cristianesimo la Sardegna sarebbe più fragile e povera.
Insieme a voi rendo grazie a Dio che mai fa mancare al suo
popolo guide e testimoni santi!
Cari fratelli e
sorelle, a voi tocca ora proseguire l’opera di bene
compiuta da chi vi ha preceduto. A voi, in particolare, cari
presbiteri - e mi rivolgo con affetto a tutti i sacerdoti
della Sardegna - assicuro la mia vicinanza spirituale,
perché possiate rispondere all’appello del Signore con
totale fedeltà come, pure di recente, hanno fatto alcuni
vostri confratelli. Ricordo don Graziano Muntoni, sacerdote
della diocesi di Nuoro ucciso alla vigilia del Natale del
1998, mentre si recava in Chiesa a celebrare la Messa, e
Padre Battore (Salvatore) Carzedda del PIME, che ha dato la vita
perché i credenti di tutte le religioni si aprano ad un
dialogo sincero sorretto dall’amore.
Non vi spaventino,
né vi scoraggino le difficoltà: il grano e la zizzania, lo
sappiamo, cresceranno insieme sino alla fine del mondo (cfr
Mt 13,30). È importante essere chicchi di buon grano che,
caduti in terra, portano frutto. Approfondite la
consapevolezza della vostra identità: il sacerdote, per la
Chiesa e nella Chiesa, è segno umile ma reale dell’unico
ed eterno Sacerdote che è Gesù. Deve proclamarne
autorevolmente la parola, rinnovarne i gesti di perdono e di
offerta, esercitarne l’amorevole sollecitudine al servizio
del suo gregge, in comunione con i Pastori e fedelmente
docile agli insegnamenti del Magistero. Ravvivate dunque
ogni giorno il carisma che avete ricevuto con l’imposizione
delle mani (cfr 2 Tm 1,6), identificandovi con Gesù Cristo
nella sua triplice funzione di santificare, ammaestrare e
pascere il gregge. Vi protegga e vi accompagni Maria
Santissima, Madre della Chiesa. Quanto a me, tutti vi
benedico, con uno speciale ricordo per i sacerdoti anziani e
malati, e per le persone affidate alle vostre cure
pastorali. Grazie per questo incontro e auguri per il vostro
ministero.
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E incontrando i giovani...
(...) È una
grande gioia per me incontrarvi, al termine di questo breve
ma intenso soggiorno nella vostra bella Isola. Vi saluto
tutti con affetto e vi ringrazio per questa calorosa
accoglienza. In particolare, ringrazio coloro che, a vostro
nome, mi hanno espresso i fervidi sentimenti che vi animano.
So che alcuni di voi hanno partecipato alla Giornata
Mondiale della Gioventù a Sydney, e sono certo che hanno
tratto giovamento da una così straordinaria esperienza
ecclesiale. Come ho potuto vedere io stesso, le Giornate
Mondiali della Gioventù costituiscono singolari occasioni
pastorali per consentire ai giovani del mondo intero di
conoscersi meglio, di condividere insieme la fede e l’amore
verso Cristo e la sua Chiesa, di confermare il comune
impegno di adoperarsi per costruire un futuro di giustizia e
di pace. Abbiamo oggi una Giornata non mondiale, ma sarda,
della gioventù. E sperimentiamo la bellezza di essere
insieme.
(...) C’è, lo
sappiamo, un’emergenza educativa, che per essere
affrontata richiede genitori e formatori capaci di
condividere quanto di buono e di vero essi hanno
sperimentato e approfondito in prima persona. Richiede
giovani interiormente aperti, curiosi di imparare e di
riportare tutto alle originarie esigenze ed evidenze del
cuore. Siate davvero liberi, ossia appassionati della
verità. Il Signore Gesù ha detto: “La verità vi farà
liberi” (Gv 8,32). Il nichilismo moderno invece predica l’opposto,
che cioè è la libertà a rendervi veri. C’è anzi chi
sostiene che non esiste nessuna verità, aprendo così la
strada allo svuotamento dei concetti di bene e di male e
rendendoli addirittura interscambiabili. Mi hanno detto che
nella cultura sarda c’è questo proverbio: “Meglio che
manchi il pane piuttosto che la giustizia”. Un uomo in
effetti può sopportare e superare i morsi della fame, ma
non può vivere laddove giustizia e verità sono bandite. Il
pane materiale non basta, non è sufficiente per vivere
umanamente in modo pieno; occorre un altro cibo del quale
essere sempre affamati, del quale nutrirsi per la propria
crescita personale e per quella della famiglia e della
società.
Questo cibo è una
fede sincera e profonda, che diventi sostanza della vostra
vita. Quando si smarrisce il senso della presenza e della
realtà di Dio, tutto si “appiattisce” e si riduce ad
una sola dimensione. Tutto resta “schiacciato” sul piano
materiale. Quando ogni cosa viene considerata soltanto per
la sua utilità, non si coglie più l’essenza di ciò che
ci circonda, e soprattutto delle persone che incontriamo.
Smarrito il mistero di Dio, sparisce anche il mistero di
tutto ciò che esiste: le cose e le persone mi interessano
nella misura in cui soddisfano i miei bisogni, non per sé
stesse. Tutto ciò costituisce un fatto culturale, che si
respira fin dalla nascita e che produce effetti interiori
permanenti. La fede, in questo senso, prima di essere una
credenza religiosa, è un modo di vedere la realtà, un modo
di pensare, una sensibilità interiore che arricchisce l’essere
umano come tale. Ebbene, cari amici, Cristo è anche in
questo il Maestro, perché ha condiviso in tutto la nostra
umanità ed è contemporaneo all’uomo di ogni epoca.
Questa realtà tipicamente cristiana è una grazia stupenda!
Stando con Gesù, frequentandoLo come un amico nel Vangelo e
nei Sacramenti, voi potete imparare, in modo nuovo, ciò che
la società spesso non è più in grado di darvi, cioè il
senso religioso. E proprio perché è una cosa nuova,
scoprirla è meraviglioso.
Cari giovani, come
il giovane Agostino con tutti i suoi problemi sulla sua
strada difficile, ognuno di voi sente il richiamo simbolico
di ogni creatura verso l’alto; ogni creatura bella rimanda
alla bellezza del Creatore, che è come concentrata nel
volto di Gesù Cristo. Quando la sperimenta, l’anima
esclama: “Tardi ti ho amato, bellezza così antica e così
nuova, tardi ti ho amato!” (Conf. X, 27.38). Possa ognuno
di voi riscoprire Dio quale senso e fondamento di ogni
creatura, luce di verità, fiamma di carità, vincolo di
unità, come canta l’inno dell’Agorà dei giovani
italiani. Siate docili alla forza dello Spirito! È stato
Lui, lo Spirito Santo, il Protagonista della Giornata
Mondiale della Gioventù di Sydney; Egli vi renderà
testimoni di Cristo. Non a parole, ma con i fatti, con un
nuovo genere di vita. Non avrete più paura di perdere la
vostra libertà, perché la vivrete in pienezza donandola
per amore. Non sarete più attaccati ai beni materiali,
perché sentirete dentro di voi la gioia di condividerli.
Non sarete più tristi della tristezza del mondo, ma
proverete dolore per il male e gioia per il bene,
specialmente per la misericordia ed il perdono. E se è
così, se avrete scoperto realmente Dio nel volto di Cristo,
non penserete più alla Chiesa come ad una istituzione
esterna a voi, ma come alla vostra famiglia spirituale, come
la viviamo adesso, in questo momento.
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WEB
DELLA SANTA SEDE SUL VIAGGIO DEL PAPA IN SARDEGNA
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