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Filippine: i passi dei giovani di Mindanao contro la guerra

di Sebastiano D'Ambra  (Sacerdote missionario del PIME)
 

Mentre spira un vento di guerra e in molti acquistano armi per essere pronti a difendersi in ogni momento, il Movimento di Dialogo Silsilah durante la scorsa estate ha invitato giovani musulmani e cristiani a incontrarsi per disegnare insieme la pace futura in Mindanao. Le località di Jolo, Basilan e Zamboanga, punti caldi delle violenze che colpiscono l'isola delle Filippine, hanno ospitato tre distinti convegni di pace, che poi si hanno trovato un momento sintetico conclusivo a Zamboanga con la partecipazione di 120 delegati delle tre zone.
Gli incontri sono stati occasione privilegiata per i giovani per esprimere la loro voce con tanta passione e determinazione. Ne sono rimasti colpiti e coinvolti anche alcuni leader locali al punto da affermare che la realtà giovanile costituisce per loro "un impegno urgente dei nostri tempi".

Il simposio di Jolo si è svolto presso la Bishop Ben's Hall il 29 giugno. Jolo è una terra di conflitti: qui attacchi tra militari e ribelli, sequestri di persone e altre forme di violenza sono all'ordine del giorno. Roccaforte del gruppo Abu Sayyaf, considerato un gruppo terrorista e legato alla rete internazionale di Al Qaida, Jolo ha una popolazione a maggioranza musulmana (98%) con un'esigua minoranza cristiana. Qui Silsilah ha una presenza attiva attraverso il Silsilah Forum e un centro aperto a tutti, in particolare ai giovani.
Il rappresentante del sindaco di Jolo, rivolgendosi ai giovani in occasione del simposio, ha messo in evidenza l'importanza della loro voce e della loro iniziativa di incontro: "La vostra attività di oggi - sono le sue parole - va incoraggiata. Voi avete un ruolo importante per la pace. Infatti la pace non si raggiungerà mai con la forza. Si può raggiungere solo attraverso l'intesa reciproca".

Anche Basilan ha dato il benvenuto al simposio del Silsilah il 13 luglio.
Basilan è una terra ricca di risorse naturali, con delle spiagge meravigliose e una popolazione al 60% musulmana e al 40% cristiana. Qui recentemente i cristiani sono stati posti sotto pressione da parte di un gruppo di estremisti che minacciava di far pagare tasse pesanti a quanti non si convertivano all'islam, vescovo cattolico compreso. Una simile guerra psicologica ha seminato paura e divisione. Anche il vescovo cattolico di Basilan ha ricevuto una simile lettera di minaccia

Anche in questo contesto la voce dei giovani del simposio del Silsilah è risuonata come segno di speranza per la pace.
Durante i lavori Fatima Pir T. Allan, musulmana, co-direttrice del centro dei mezzi di comunicazione sociali per il dialogo e la pace del Silsilah, rivolgendosi specialmente ai musulmani ha detto: "I nostri leader religiosi ci invitano al dialogo. La lettera del 138 leader musulmani di diverse nazioni incoraggia tutti a promuovere il dialogo interreligioso. Non abbiate paura!".
Il terzo simposio si svolto a Zamboanga il 2 agosto.
Qui la popolazione è di oltre settecento mila abitanti di cui il 60% è cattolico, il 35% musulmano e il rimanente 5% protestante e buddista.

Nei gruppi di studio i giovani hanno espresso tanti sogni e aspirazioni, in particolare hanno riaffermato l'impegno a trasformare la cultura di apatia che c'è nella società tentando di essere una presenza più attiva nella società e nei mezzi di comunicazione sociale che spesso fomentano la divisione e il conflitto invece di promuovere la conoscenza reciproca. I giovani, musulmani e cristiani, hanno riaffermato il loro impegno a lavorare insieme per la pace proponendo dei passi concreti per raggiungere questo obiettivo.

Infine i rappresentanti di questi tre incontri sono convenuti all'Harmony Village, la sede centrale del Silsilah a Zamboanga City, in un grande summit amicizia in cui si è valutata anche la situazione delicata di Mindanao dopo il fallimento del trattato di pace tra governo e i ribelli (MILF) e di altri episodi di violenza che hanno riacceso vecchi pregiudizi tra cristiani e musulmani.
I lavori si sono conclusi con una dichiarazione che ha posto in evidenza alcuni punti necessari a costruire una pace con realismo: consolidare la propria relazione con Dio, diventare modelli di dialogo a partire dalla propria famiglia e testimoniare questa esperienza nella propria comunità e città.

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FONTE OASIS