Quest’anno, quando io
mi trovavo in mare per venire a Sidney, il mercoledì della
settimana santa, ci sorprese un uragano che ci ruppe le
vele, le corde e la metà superiore di un albero; poi ci
spinse a errare per il mare senza direzione e con poca
speranza, per quattro giorni, finché il sole di Pasqua
risplendette come una cosa nuova sopra di noi e noi eravamo
veramente come risuscitati.
Quel Dio che mi salvò
allora, sarà con me anche in questo viaggio, e se io non l’abbandono,
Egli vuole essere in me per sempre, e finché Egli è con me
tutto ciò che mi può accadere sarà sempre una grazia, una
benedizione di cui lo dovrò ringraziare.
Non so cosa Egli mi
prepari di nuovo nel viaggio che incomincia domani, so una
cosa sola: che Egli è buono e mi ama immensamente, tutto il
resto: la calma e la tempesta, il pericolo e la sicurezza,
la vita e la morte, non sono che espressioni mutevoli e
momentanee del caro Amore immutabile, eterno.
Sì, miei cari, abbiamo
un altro paese, un’altra patria, un regno dove ci dobbiamo
ritrovare tutti, dove non vi saranno più separazioni né
partenze, dove i dolori e i pericoli passati non serviranno
che ad aumentare la consolazione e la gloria.
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