"...
Questo è il lieto annuncio della fede: c'è solo una fonte
buona, il Creatore..."
Papa
Benedetto all'udienza dell'Avvento, del 3 dicembre
(...) Nella
versione evoluzionistica, atea, del mondo ritorna in modo
nuovo la stessa visione. Anche se in tale concezione la
visione dell'essere è monistica, si suppone che l'essere
come tale dall'inizio porti in se il male e il bene.
L'essere stesso non è semplicemente buono, ma aperto al
bene e al male. Il male è ugualmente originario come il
bene. E la storia umana svilupperebbe soltanto il modello
già presente in tutta l'evoluzione precedente. Ciò che i
cristiani chiamano peccato originale sarebbe in realtà solo
il carattere misto dell'essere, una mescolanza di bene e di
male che, secondo questa teoria, apparterrebbe alla stessa
stoffa dell'essere. È una visione in fondo disperata: se è
così, il male è invincibile. Alla fine conta solo il
proprio interesse. E ogni progresso sarebbe necessariamente
da pagare con un fiume di male, e chi volesse servire al
progresso dovrebbe accettare di pagare questo prezzo. La
politica, in fondo, è impostata proprio su queste premesse:
e ne vediamo gli effetti. Questo pensiero moderno può, alla
fine, solo creare tristezza e cinismo.
E così domandiamo
di nuovo: che cosa dice la fede, testimoniata da san Paolo?
Come primo punto, essa conferma il fatto della competizione
tra le due nature, il fatto di questo male la cui ombra pesa
su tutta la creazione. Abbiamo sentito il capitolo 7 della
lettera ai Romani, potremmo aggiungere il capitolo 8. Il
male esiste, semplicemente. Come spiegazione, in contrasto
con i dualismi e i monismi che abbiamo brevemente
considerato e trovato desolanti, la fede ci dice: esistono
due misteri di luce e un mistero di notte, che è però
avvolto dai misteri di luce. Il primo mistero di luce è
questo: la fede ci dice che non ci sono due principi, uno
buono e uno cattivo, ma c'è un solo principio, il Dio
creatore, e questo principio è buono, solo buono, senza
ombra di male. E perciò anche l'essere non è un misto di
bene e male; l'essere come tale è buono e perciò è bene
essere, è bene vivere. Questo è il lieto annuncio della
fede: c'è solo una fonte buona, il Creatore. E perciò
vivere è un bene, è buona cosa essere un uomo, una donna,
è buona la vita. Poi segue un mistero di buio, di notte. Il
male non viene dalla fonte dell'essere stesso, non è
ugualmente originario. Il male viene da una libertà creata,
da una libertà abusata.
Come è stato
possibile, come è successo? Questo rimane oscuro. Il male
non è logico. Solo Dio e il bene sono logici, sono luce. Il
male rimane misterioso. Lo si è presentato in grandi
immagini, come fa il capitolo 3 della Genesi, con quella
visione dei due alberi, del serpente, dell'uomo peccatore.
Una grande immagine che ci fa indovinare, ma non può
spiegare quanto è in se stesso illogico. Possiamo
indovinare, non spiegare; neppure possiamo raccontarlo come
un fatto accanto all'altro, perché è una realtà più
profonda. Rimane un mistero di buio, di notte. Ma si
aggiunge subito un mistero di luce. Il male viene da una
fonte subordinata. Dio con la sua luce è più forte. E
perciò il male può essere superato. Perciò la creatura,
l'uomo, è sanabile. Le visioni dualiste, anche il monismo
dell'evoluzionismo, non possono dire che l'uomo sia
sanabile; ma se il male viene solo da una fonte subordinata,
rimane vero che l'uomo è sanabile. E il libro della
Sapienza dice: "Hai creato sanabili le nazioni"
(1, 14 nella Vulgata). E finalmente, ultimo punto, l'uomo
non è solo sanabile, è sanato di fatto. Dio ha introdotto
la guarigione. È entrato in persona nella storia. Alla
permanente fonte del male ha opposto una fonte di puro bene.
Cristo crocifisso e risorto, nuovo Adamo, oppone al fiume
sporco del male un fiume di luce. E questo fiume è presente
nelle storia: vediamo i santi, i grandi santi ma anche gli
umili santi, i semplici fedeli. Vediamo che il fiume di luce
che viene da Cristo è presente, è forte. (...)
Qui
il testo completo dell'udienza
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