Chi siamo    Comunità Italia Merid.    Missioni del Pime   Martiri del Pime   Adozioni e progetti   Riviste   Links

 

... mi prende tutto il cuore...

 Fratel Lucio dal Bangladesh 

  Ecco finalmente....mi fermo a stare un po’ con voi miei CARI FAMILIARI e AMICI, so che già tanti di voi sono preoccupatissimi, dandomi per disperso… sono arrivati a chiedere informazioni fino alla mia ultra ottantenne mamma!!! Si, almeno ora che ci prepariamo ad accogliere il Santo Bambinello Gesù è bene che mi faccia vivo, che ci comunichiamo uno all’altro la Sua vita in noi!

A me la vita del qui e ora tra i più emarginati, i nessuno del mondo, mi prende tutto il cuore, non mi dà molta tregua per fare altro, a volte sono come mangiato dalle situazioni fino al rischioso punto di scomparire....Sperimento la loro “nullita’ ” , mi porto dentro con me la vita, le storie, le pene di tanta gente, moltissimi bambini, questi “male-detti” (secondo le persone di “bene”) che quotidianamente incrocio nel mio lavoro in strada. La loro vita cosi frequentemente mi porta come se d’innanzi a quella misera, sporca stalla di Betlemme, ai piedi di quel Bimbo anche lui cosi tanto rifiutato. Come si fa a rifiutare un bimbo? Possa quest’anno, il nostro Bambinello Gesu’, adagiato li nella stalla, richiamare alla nostra memoria tanti piccoli “bambinelli Gesu’”cosi rifiutati in tutto il mondo, anche nella nostra opulenta Europa, dove tra i governi piu repressivi e razzisti c’e’ perfino chi spinge perche si prendano le impronte digitali dei bambini tra i più esclusi...i nomadi.
Guai pero` se questo bimbo posato la` nella mangiatoia, oltre ad aprire i nostri occhi, non ci stimolasse pure alla speranza. L’annuncio degli Angeli deve pure per me, per te, per ciascuno di noi, essere lieta notizia, indicarci i Cieli e la Terra nuova che giunge a noi proprio attraverso quel piccolo e umile bimbo,servo per amore, servo per mostrarci il mondo nuovo! Nel lavoro che la nostra associazione svolge tra i bambini di strada ogni volta che si presentano ostacoli , blocchi dettati da preconcetti, antiche pratiche,dicerie culturali o dall’ andazzo comune ci ripetiamo, come uno slogan: “NOI VOGLIAMO COSTRUIRE UN NUOVO BANGLADESH, un nuovo Bangladesh e’ possibile!!!”
Personalmente, credo che ciò stia gia’ accadendo. Ci sono segni ,piccole sementi di questo NUOVO Bangladesh che e’ gia’ in mezzo a noi. Non e’ forse proprio per il fatto che questo cosi atipico gruppo (persone di differenti religioni, professioni ,eta’e tutti volontari) di lavoro esista che già i germogli di una nuova umanità sono visibili? E’ interessante vedere come si stupisce la gente di qui quando viene a sapere delle caratteristiche della nostra Associazione, dove chi vi lavora deve pure dare un contributo economico mensile; a qualcuno sembra che incontrando noi abbia incontrato quasi... degli extraterrestri.
Seppure in mezzo a “tanta oscurita’ ” e sofferenza in cui vive questo paese dove la vita vale cosi poco, ed e’ cosi facile perderla ,sono tante le manifestazioni di bene a cui presenziamo quotidianamente. Quante volte negli ospedali governativi, i medici, stupiti e attratti dal nostro servizio disinteressato si sono lasciati coinvolgere in questa gara di solidarieta’ verso i bimbi di strada che portiamo da loro, fino al punto di offrire tutta la terapia di tasca loro. Qui, normalmente ,chi e’ povero, non potendo permettersi di pagare medicine, operazione, degenza, rimane senza cure mediche. Cosi ci e’ capitato a riguardo di Sagid un bimbo cieco di 8 anni messo sulla strada a mendicare, i medici a lui che aveva le cataratte ad entrambi gli occhi hanno voluto offrirgli tutto. Gli hanno donato perfino i cristallini che hanno posto nei suoi occhi. Si il bene e’ contaggioso, come quando nella grande stazione Nazionale degli Autobus qui a Dhaka alcuni mesi fa’ trovammo una bimba di 13 anni, Lipy, stesa a terra nel marciapiede. Era svenuta, sporca, macchie di sangue tra le gambe, bavava dalla bocca, aveva due catena a ciascun piede. Benché fossero tanti i passanti in quel luogo , per paura di grattacapi, nessuno osava avvicinarsi a questo minuto corpicino, frutto di una violenza di adulti..Perfino alcuni staff di ONLUS deputate alla cura dei bimbi di strada non si avvicinarono a lei. Lo fecero i nostri volontari che accovacciati tentarono vanamente di farla riprendere. Il loro piccolo gesto apri gli occhi a tanti che questa volta si affollarono attorno alla bimba pronti ad offrire questo e quello, si aziono’ una catena di solidarieta’. Perfino la polizia ci offri di accompagnarla in ospedale con la camionetta. La settimana scorsa poi me ne e’ successa una, UNICA nella mia vita...Ero andato dall’Otorino dell’ospedale Governativo per una brutta infezione alla mia gola, il dr Mamun, si e’ preso cosi tanto cura di me che e’ andato lui stesso a comprarmi le medicine e poi mi ha fatto accompagnare dal suo autista in macchina fino alla mia baracca. Al mio stupore mi ha risposto: “Tu ti prendi cosi tanto cura dei nostri bimbi non e’ per noi un dovere prenderci cura di te?” Ecco una solidarieta’ contagiosa, un medico Mussulmano stimolato a servire....che bel insegnamento per quei medici in Italia che stanno smarrendo questo tatto umano.


Vi sto scrivendo questi pensieri dalla mia casetta. Vivo ancora in baracca pero’ questa volta al piano di sopra in un “building” di bambù. Ho fatto questo trasloco lo scorso luglio al mio ritorno dalle vacanze Italiane quando decidetti di fare un “passo in avanti” verso una maggior solidarietà, prossimità con i più impoveriti..Anche qui abito in una casetta né costruita, né progettata da me (non credo che il cemento sia sempre a servizio del Vangelo, anzi...a volte l’uso che noi uomini di chiesa ne facciamo offendono gli impoveriti) e di cui non sono il proprietario. Voglio essere uno qualunque, il più possibile vicino a loro (per quello che mi e’ concesso di sopportare, resistere...la mia battaglia contro cimici di letto e topi continua senza tregua). Credo che vivere a livello dei più piccoli, tra i loro disagi e stile ci e li rende più comprensibili, riduce al massimo le diffidenze, ci mette nelle loro mani, è un abbandono disarmante che genera fiducia e facilita i rapporti, il dialogo. Ecco, questa mia “strana” chiamata missionaria non mi porta a costruire né Ospedali, né Chiese, né Scuole e neanche Case...(uso le loro case) ma produce dialogo!!! E’ questo il tipo di missione, alla quale mi sono sentito chiamato da sempre. E’ il dialogo concreto, del gomito a gomito tra le inevitabili domande della vita, senza niente togliere alla riflessione intellettuale e teorica che pure ha il suo ruolo ma di cui io non mi sento parte. E confesso che recentemente in questa mia presenza-dialogo mi sono sentito ancora più incoraggiato quando, due mesi fa, la più alta rappresentanza Italiana qui in Bangladesh, la nostra Ambasciatore signora Itala Occhi e’ venuta a trovarmi fino alla mia casetta. E’stata per noi tutti della baraccopoli una grande gioia avere questa signora con noi tutto un pomeriggio, lei che così simpaticamente aveva portato per i nostri bimbi biscotti fatti a casa sua. Con molta disinvoltura i nostri bimbi si sono esibiti d’innanzi a lei con canti, danze, poesie e filastrocche senza fine.

Mentre sto “qui” con voi nella mia baracca vengono dalla strada urla gioiose .... è si, oggi qui, e’ un giorno importante di festa per i Mussulmani, il sacro giorno del Eid Kurbani (sacrificio). In molti mi hanno invitato a casa loro come ospite speciale; e’ un bel giorno di dialogo con questo mondo che a me, bianco, straniero, di differente religione e cultura mi ha cosi fraternamente e amorevolmente accolto....(che pena e che tristezza lasciano in me le notizie di atti di intolleranza contro gli stranieri nella mia Italia.) Oggi qui, come in tutta la città, le strade sono ‘colorate’ di rosso, del sangue dei vitelli, capretti, agnelli sgozzati e offerti subito dopo la preghiera mattutina per celebrare rinnovare in questo giorno di Eid, l’alleanza con Allah. Benché mi preoccupino un po’ tutte queste violente scene di sgozzamenti che mettono a serio rischio l’incolumità di quelli deputati ad immobilizzare l’animale per controllarne i suoi tentativi di svincolamento e violentissime reazioni, mi stupisce vedere con quanta solennità, sacralità entusiasmo le persone partecipano alla cerimonia di sgozzamento e spargimento di sangue. Naturalmente l’alto costo di una bestia da sacrificare al creatore non e’ alla portata di tutti, quindi coloro che offrono il sacrificio avranno poi il dovere di dividere la carne della bestia in tre parti: una per la propria famiglia, una altra per i parenti ed un altra ancora per i poveri . Bel gesto di condivisione, cosi come pure l’offerta delle ossa, pelli e testa dell`animale donate ad organizzazioni di beneficienza che gestiscono orfanatrofi oppure scuole-madrasse. Devo riconoscere pero che questi gesti di solidarietà non sono rari nel mondo Islamico, e avvengono specialmente nei momenti di calamita o disastri. Non mi addentro pero a misurare quanto c’e’ di cuore o quanto di esibizionismo in queste opere di beneficienza...d’altronde cio e’ cosi’ dappertutto. Ricordo anche a Napoli nella cara Secondigliano, come il coraggioso don Vittorio, avendo la capacita di discernere la provenienza equivoca di donazioni offerte da Mafiosi del quartiere sapeva rifiutarle con prontezza.
Altro bel frutto di “dialogo” che si fa azione e’ stato pure la festa a favore dei bimbi di strada lo scorso 5 di dicembre,che abbiamo organizzata assieme alla commissione interreligiosa nel maestoso compound del tempio Buddista. Vi hanno partecipato circa 300 bimbi di strada. Una cosa forse unica nella storia di questo paese: Mussulmani , Hindu, Buddisti e Cristiani si riuniscono insieme, fianco a fianco,alla pari per chinarsi a servire i bimbi tra i più esclusi di questo affollatissimo paese (tra i volontari a servire vi era anche la nostra Ambasciatore Italiana). Tutta la festa si e’ svolta in un clima fraterno e di servizio a partire dall’accoglienza dei bambini, ai quali -venendo direttamente dalla strada- veniva offerta la possibilità di fare una doccia e ricevere vestiti nuovi. Poi, dopo l’allegra colazione, vi e’ stata l’apertura ufficiale della Festa : un momento di presentazione di ciascuno e una preghiera a Dio (fatta nello stile di ciascuna religione presente), affinché ci accompagnasse tutta la giornata. Così sono iniziate le attività ricreative nel campo: giochi all’aperto, gare, musica per ballare, fogli e colori per disegnare. Tra le attrazioni c’era pure una banda di musicanti locali che ha accompagnato i momenti più importanti con musiche gioiose. Anche il pranzo e’ stato ben preparato e curato con saporitissimo cibo servito dai volontari del centro buddista. La festa si conclusa con un finale eccitatissimo, dove tutti, raccolti in cortile, hanno assistito al volo di 3 piccole mongolfiere casalinghe a cui erano attaccati gli striscioni con i slogan della festa.

Ecco qui, ora concludo questa mia lunghissima letterina di Natale, pregate la madre di Dio per noi, perche questo nostro Paese prossimo alle elezione politiche ,il 29 dicembre, dopo circa due anni di governo provvisorio e controllato dai militari, possa ritrovare la democrazia.

Vi bacio col cuore e ringrazio di cuore sin da ora a quelli che tra voi potranno partecipare allo spettacolo che il gruppo musicale romano di mia cognata terra’ il 17 e 18 gennaio li a Marano(Na) a favore del nostro lavoro qui. In questa occasione sara’ tra voi una nostra rappresentante educatrice di strada e coordinazione invitata appositamente per presentare il nostro lavoro li in Italia(viaggia con un biglietto 1000 miglia donatoci).E` una donna Mussulmana Rebeka (Lata) accoglietela di cuore. Buon Natale di Gesu’ tutti i giorni in ciascuno di noi ! Vostro Lucio