"(...) l'evangelizzazione
della cultura dipende dall'influsso dei mass media (...)"
Papa
Benedetto alla
plenaria del
Dicastero per la comunicazione
(
29 ottobre 2009)
(...)
In questi giorni vi
soffermate a riflettere sulle nuove tecnologie della
comunicazione.
Anche un osservatore
poco attento può facilmente costatare che nel nostro tempo,
grazie proprio alle più moderne tecnologie, è in atto una
vera e propria rivoluzione nell'ambito delle comunicazioni
sociali, di cui la Chiesa va prendendo sempre più
responsabile consapevolezza. Tali tecnologie, infatti,
rendono possibile una comunicazione veloce e pervasiva, con
una condivisione ampia di idee e di opinioni; facilitano
l'acquisizione di informazioni e di notizie in maniera
capillare e accessibile a tutti. Il Pontificio Consiglio
delle Comunicazioni Sociali segue da tempo questa
sorprendente e veloce evoluzione dei media, facendo tesoro
degli interventi del magistero della Chiesa.
Vorrei qui
ricordare, in particolare, due Istruzioni Pastorali: la
Communio et Progressio del Papa Paolo VI e la Aetatis Novae
voluta da Giovanni Paolo II. Due autorevoli documenti dei
miei venerati Predecessori, che hanno favorito e promosso
nella Chiesa un'ampia sensibilizzazione su queste
tematiche.
Inoltre, i grandi
cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi vent'anni hanno
sollecitato e continuano a sollecitare un'attenta analisi
sulla presenza e sull'azione della Chiesa in tale
campo.
Il Servo di Dio
Giovanni Paolo II nell'Enciclica Redemptoris missio (1990)
ricordava che "l'impegno nei mass media, non ha solo lo
scopo di moltiplicare l'annunzio: si tratta di un fatto più
profondo, perché l'evangelizzazione stessa della cultura
moderna dipende in gran parte dal loro influsso".
Ed aggiungeva:
"Non basta, quindi, usarli per diffondere il messaggio
cristiano e il magistero della Chiesa, ma occorre integrare
il messaggio stesso in questa 'nuova cultura' creata dalla
comunicazione moderna" (n. 37.c).
In effetti, la
cultura moderna scaturisce, ancor prima che dai contenuti,
dal dato stesso dell'esistenza di nuovi modi di comunicare
che utilizzano linguaggi nuovi, si servono di nuove tecniche
e creano nuovi atteggiamenti psicologici. Tutto questo
costituisce un invito per la Chiesa chiamata ad annunciare
il Vangelo agli uomini del terzo millennio mantenendone
inalterato il contenuto, ma rendendolo comprensibile grazie
anche a strumenti e modalità consoni alla mentalità e alle
culture di oggi.(...)
qui
il discorso completo
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