Credere
nell'educazione alla libertà e nella cura d'anime...
di Giuliano Ferrara
La vita bassa di ragazzini e ragazzine
e la guardia alta contro la pedofilia, il preservativo a
scuola e il rigore nei seminari: il secolo propone alla
chiesa i suoi ridicoli, grotteschi paradossi, e noi dovremmo
bere quest'abbondanza di menzogna, spettatori inebetiti
dell'assedio.
La più straordinaria turlupinatura si
presenta come un discorso prepotente, allusivo, temerario e
inquisitivo intorno al sesso. Il secolo dice alla più forte
istituzione cristiana, la chiesa cattolica, e alle altre
denominazioni che ancora non abbiano deciso di ordinare le
donne, di spegnere il sacerdozio consacrato nel sacerdozio
universale, di autorizzare i matrimoni christian-gay: la
vostra carne è debole, siete perversi, la vostra castità
è lo schermo dietro il quale si scatena l'inconscio
freudiano, la chiesa è la tenutaria di un bordello pedofilo
mascherato, e nemmeno il Papa è immune da
responsabilità.
Capisco la reazione malcerta della
gerarchia. Capisco le esitazioni, le divisioni,
l'incapacità di alzare il tono della voce, di difendersi
contrattaccando, di mettere alla frusta i viziosi argomenti
di chi disprezza senza ragioni castità, celibato, morale
sessuale della chiesa sui temi del matrimonio e della
famiglia.
Hanno vivo il senso del peccato.
Considerano santa la chiesa stessa. Conoscono la debolezza
della natura umana. Sanno i rischi di una vita consacrata e
di istituzioni monosessuali improntate al voto di castità.
Hanno letto san Paolo e sant'Agostino, ma anche Bernanos e
Mauriac. Oltre tutto hanno deciso di abbracciare i tempi, di
consegnarsi alle loro indagini e ai loro verdetti, e la
reazione giovanpaolina, proseguita e intensificata da
Benedetto con i suoi mezzi, è insufficiente a ribaltare di
segno la grande ritirata psicologica e pastorale, oltre che
teologica, della chiesa del Novecento.
Li capisco perché sono ormai da molti
anni l'obiettivo di una vasta, forte, sistematica campagna
di diffamazione e di colpevolizzazione che ha un solo
obiettivo: scardinare la tradizione e la dottrina della
chiesa, demolire il sacro e il suo recinto, introdurre nella
chiesa una parodia di democrazia secolare e di eguaglianza
ideologica, ma soprattutto sostituire anche tra i cristiani,
tra i cattolici, l'ideologia del sesso sicuro, del sesso
ginnastico, del sesso come salute fuori da ogni
complicazione di salvezza.
La chiesa è esposta perché è
l'ultima istituzione ad avere una paideia, a credere
nell'educazione alla libertà e nella cura d'anime. Il
secolo la circonda con la sua vita banalmente erotizzata,
butta sul mercato l'ideale giovanile di sisley, dolce &
gabbana, calvin klein: i suoi modelli sono la danza di
stupro con la ragazzina distesa e il machismo del branco che
le si rannuovola d'intorno, o le patte gonfie delle mutande
adolescenti.
Dall'alto di questa cattedra, il
secolo le imparte, senza nemmeno vergognarsene, la sua
lezione di vita bassa e guardia alta. Se un problema
pedofilo e di altro disordine sessuale sia nato in forma
anomala, di gran lunga superiore alla routine del peccato
carnale, e in quali anni e perché, lo si potrebbe appurare
con mezzi semplici, d'indagine seria, e si vedrebbe che è
la consunzione identitaria del sacerdote nel dopo Concilio
Vaticano II ad aver prodotto limitati ma sicuri effetti
anche in questo campo di vita morale.
Ma il secolo non vuole purificare la
chiesa dai peccati dei suoi figli, il secolo non crede nel
peccato, vuole bensì depurarla di tutto ciò che le è caro
e sacro, di ciò che la distingue e non la riconduce
all'ideologia totalizzante del libertinismo moderno:
mostrifica enfatizza e censura la pedofilia dei preti, la
trasforma in una insopportabile colpa morale della chiesa
casta. E' una lotta ideologica, una caccia alle streghe.
Fonte: Il Foglio
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