"(...)
è bello essere amico di Gesù e vale la pena
seguirlo (...)"
Papa
Benedetto in Portogallo, verso Fatima
(Lisbona,
S.Messa, 11 maggio 2010)
(...)
Carissimi Fratelli e
giovani amici, Cristo è sempre con noi e cammina sempre con
la sua Chiesa, la accompagna e la custodisce, come Egli ci
ha detto: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine
del mondo» (Mt 28,20).
Non dubitate mai
della sua presenza! Cercate sempre il Signore Gesù,
crescete nella amicizia con lui, ricevetelo nella comunione.
Imparate ad ascoltare la sua parola e anche a riconoscerlo
nei poveri.
Vivete la vostra
esistenza con gioia ed entusiasmo, sicuri della sua presenza
e della sua amicizia gratuita, generosa, fedele fino alla
morte di croce.
Testimoniate a tutti
la gioia per questa sua presenza forte e soave, cominciando
dai vostri coetanei. Dite loro che è bello essere amico di
Gesù e vale la pena seguirlo.
Con il vostro
entusiasmo mostrate che, fra tanti modi di vivere che il
mondo oggi sembra offrici – apparentemente tutti dello
stesso livello –, l’unico in cui si trova il vero senso
della vita e quindi la gioia vera e duratura è seguendo
Gesù.
(...)
qui
l'omelia integrale
e alla S.Messa nel
piazzale "dos Aliados"
(Porto,
S.Messa, 14 maggio 2010)
(...) bisogna che
diventiate con me testimoni della risurrezione di Gesù. In
effetti, se non sarete voi i suoi testimoni nel vostro
ambiente, chi lo sarà al vostro posto? Il cristiano è,
nella Chiesa e con la Chiesa, un missionario di Cristo
inviato nel mondo. Questa è la missione improrogabile di
ogni comunità ecclesiale: ricevere da Dio e offrire al
mondo Cristo risorto, affinché ogni situazione di
indebolimento e di morte sia trasformata, mediante lo
Spirito Santo, in occasione di crescita e di vita. A tale
scopo, in ogni celebrazione eucaristica, ascolteremo più
attentamente la Parola di Cristo e gusteremo assiduamente il
Pane della sua presenza. Ciò farà di noi testimoni e, più
ancora, portatori di Gesù risorto nel mondo, recandolo ai
diversi settori della società e a quanti in essi vivono e
lavorano, diffondendo quella «vita in abbondanza» (cfr Gv
10,10) che Egli ci ha guadagnato con la sua croce e
risurrezione e che sazia i più legittimi aneliti del cuore
umano.
Nulla imponiamo, ma
sempre proponiamo, come Pietro ci raccomanda in una delle
sue lettere: «Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori,
pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione
della speranza che è in voi» (1Pt 3,15). E tutti, alla
fine, ce la domandano, anche coloro che sembrano non
domandarla. Per esperienza personale e comune, sappiamo bene
che è Gesù colui che tutti attendono. Infatti le più
profonde attese del mondo e le grandi certezze del Vangelo
si incrociano nell’irrecusabile missione che ci compete,
poiché «senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce
nemmeno a comprendere chi egli sia. Di fronte agli enormi
problemi dello sviluppo dei popoli che quasi ci spingono
allo sconforto e alla resa, ci viene in aiuto la parola del
Signore Gesù Cristo che ci fa consapevoli: “Senza di me
non potete far nulla” (Gv 15,5), e c’incoraggia: “Io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt
28,20)» (Benedetto XVI, Enc. Caritas in veritate, 78).
Tuttavia, se questa
certezza ci consola e ci tranquillizza, non ci esime dall’andare
incontro agli altri. Dobbiamo vincere la tentazione di
limitarci a ciò che ancora abbiamo, o riteniamo di avere,
di nostro e di sicuro: sarebbe un morire a termine, in
quanto presenza di Chiesa nel mondo, la quale, d’altronde,
può soltanto essere missionaria nel movimento diffusivo
dello Spirito. Sin dalle sue origini, il popolo cristiano ha
avvertito con chiarezza l’importanza di comunicare la
Buona Novella di Gesù a quanti non lo conoscevano ancora.
In questi ultimi anni, è cambiato il quadro antropologico,
culturale, sociale e religioso dell’umanità; oggi la
Chiesa è chiamata ad affrontare nuove sfide ed è pronta a
dialogare con culture e religioni diverse, cercando di
costruire insieme ad ogni persona di buona volontà la
pacifica convivenza dei popoli. Il campo della missione ad
gentes si presenta oggi notevolmente ampliato e non
definibile soltanto in base a considerazioni geografiche; in
effetti ci attendono non soltanto i popoli non cristiani e
le terre lontane, ma anche gli ambiti socio-culturali e
soprattutto i cuori che sono i veri destinatari dell’azione
missionaria del popolo di Dio. (...)
qui
l'omelia integrale
qui
il "messaggio di Fatima" a cura della Santa Sede
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