"(...)
la Pace sia con voi! (...)"
Papa
Benedetto all'arrivo a Cipro
(4
giugno 2010)
(...)
Possano l’amore della
vostra Patria e delle vostre famiglie e il desiderio di
vivere in armonia con i vostri vicini sotto la protezione
misericordiosa di Dio onnipotente, ispirarvi a risolvere
pazientemente i problemi che ancora condividete con la
comunità internazionale per il futuro della vostra Isola.
Seguendo le orme dei
nostri comuni padri nella fede, i Santi Paolo e Barnaba,
sono venuto fra voi come pellegrino e il servo dei servi di
Dio. Da quando gli Apostoli hanno portato il messaggio
cristiano in queste rive, Cipro è stata benedetta da una
forte eredità cristiana. Saluto come un fratello in quella
fede Sua Beatitudine Crisostomo Secondo, Arcivescovo di Nea
Giustiniana e di Tutta Cipro, e attendo intensamente di
poter incontrare presto molti altri membri della Chiesa
Ortodossa di Cipro.
Attendo anche con
gioia di poter salutare gli altri responsabili religiosi
Ciprioti. Spero di rafforzare i nostri comuni legami e di
ribadire la necessità di consolidare la reciproca fiducia e
l'amicizia durevole con tutti quelli che adorano l'unico
Dio.
Quale successore di
Pietro vengo in modo speciale a salutare i Cattolici di
Cipro per confermarli nella fede (cfr Lc 22,32) ed
incoraggiarli ad essere esemplari sia come cristiani che
come cittadini
(...)
qui
le sue parole integrali
nel
suo Discorso alla celebrazione ecumenica
(...) In verità, è
una grazia straordinaria per noi essere riuniti in preghiera
in questa chiesa della Agia Kiriakì Chrysopolitissa [chiesa
della Santissima Signora Ricoperta d’Oro].
Abbiamo appena udito
la lettura dagli Atti degli Apostoli, che ci ha ricordato
come Cipro fu la prima tappa dei viaggi missionari dell’Apostolo
Paolo (cfr At 13,1-4). Riservati per sé dallo Spirito
Santo, Paolo, unitamente a Barnaba, originario di Cipro, ed
a Marco, il futuro evangelista, dapprima giunsero a Salamina,
dove iniziarono a proclamare la parola di Dio nelle
sinagoghe.
Attraversando l’isola,
giunsero a Pafos, dove, proprio vicino a questo luogo,
predicarono alla presenza del proconsole romano Sergio
Paolo.
Fu quindi da questo
posto che il messaggio del Vangelo cominciò a diffondersi
in tutto l’impero e la Chiesa, fondata sulla predicazione
apostolica, fu capace di piantare radici in tutto il mondo
allora conosciuto. (...)
all'omelia
nella S.Messa in Santa Croce (Nicosia)
(...) Il
Figlio dell’Uomo deve essere innalzato, affinché chiunque
crede in lui abbia la vita eterna (cfr Gv 3,14-15). In
questa Messa votiva adoriamo e lodiamo il nostro Signore
Gesù Cristo, poiché con la sua Santa Croce ha redento il
mondo. Con la sua morte e risurrezione ha spalancato le
porte del Cielo e ci ha preparato un posto, affinché a noi,
suoi seguaci, venga donato di partecipare alla sua gloria.
Nella gioia della
vittoria redentrice di Cristo, saluto tutti voi riuniti
nella chiesa della Santa Croce e vi ringrazio per la vostra
presenza. Apprezzo molto il calore con il quale mi avete
accolto. Sono particolarmente grato a Sua Beatitudine il
Patriarca latino di Gerusalemme per le sue parole di
benvenuto all’inizio della Messa, e per la presenza del
Padre Custode di Terra Santa. Qui a Cipro, terra che fu il
primo porto di approdo dei viaggi missionari di san Paolo
attraverso il Mediterraneo, giungo oggi fra voi, sulle orme
di quel grande Apostolo, per rinsaldarvi nella vostra fede
cristiana e per predicare il Vangelo che offre vita e
speranza al mondo.
Il centro della
celebrazione odierna è la Croce di Cristo. Molti potrebbero
essere tentati di chiedere perché noi cristiani celebriamo
uno strumento di tortura, un segno di sofferenza, di
sconfitta e di fallimento. E’ vero che la croce esprime
tutti questi significati. E tuttavia a causa di colui che è
stato innalzato sulla croce per la nostra salvezza,
rappresenta anche il definitivo trionfo dell’amore di Dio
su tutti i mali del mondo. (...)
Nei miei pensieri e
nelle mie preghiere mi ricordo in modo speciale dei molti
sacerdoti e religiosi del Medio Oriente che stanno
sperimentando in questi momenti una particolare chiamata a
conformare le proprie vite al mistero della croce del
Signore. Dove i cristiani sono in minoranza, dove soffrono
privazioni a causa delle tensioni etniche e religiose, molte
famiglie prendono la decisione di andare via, e anche i
pastori sono tentati di fare lo stesso. In situazioni come
queste, tuttavia, un sacerdote, una comunità religiosa, una
parrocchia che rimane salda e continua a dar testimonianza a
Cristo è un segno straordinario di speranza non solo per i
cristiani, ma anche per quanti vivono nella Regione. La loro
sola presenza è un’espressione eloquente del Vangelo
della pace, della decisione del Buon Pastore di prendersi
cura di tutte le pecore, dell’incrollabile impegno della
Chiesa al dialogo, alla riconciliazione e all’amorevole
accettazione dell’altro. Abbracciando la croce loro
offerta, i sacerdoti e i religiosi del Medio Oriente possono
realmente irradiare la speranza che è al cuore del mistero
che celebriamo. (...)
e
in occasione della consegna dell'Instrumentum Laboris del
Sinodo Medio-Oriente
(...) Prima
di iniziare, ritengo doveroso fare memoria del defunto
Vescovo Luigi Padovese, che, come Presidente della
Conferenza Episcopale Turca, ha contribuito alla
preparazione dell’Instrumentum Laboris, che oggi vi
consegno. La notizia della sua morte improvvisa e tragica,
avvenuta giovedì, ha sorpreso e colpito tutti noi. Affido
la sua anima alla misericordia di Dio onnipotente,
ricordando quanto egli si impegnò, specialmente come
Vescovo, per la mutua comprensione in ambito interreligioso
e culturale e per il dialogo tra le Chiese. La sua morte è
un lucido richiamo alla vocazione che tutti i cristiani
condividono ad essere, in ogni circostanza, testimoni
coraggiosi di tutto ciò che è buono, nobile e giusto.
Il motto scelto per
l’Assemblea ci parla di comunione e testimonianza, e ci
ricorda come i membri della primitiva comunità cristiana
avevano “un cuore solo e un’anima sola” (cfr At 4,32).
Al centro dell’unità della Chiesa c’è l’Eucaristia,
dono inestimabile di Cristo al suo popolo e punto focale
della celebrazione liturgica odierna in questa Solennità
del Corpo e Sangue del Signore. Pertanto, non è senza
significato che la data scelta per la consegna dell’Instrumentum
laboris dell’Assemblea Speciale cada proprio oggi.
Il Medio Oriente ha
un posto speciale nel cuore di tutti i cristiani, dal
momento che fu proprio lì che Dio si è fatto conoscere ai
nostri padri nella fede. Dal tempo in cui Abramo uscì da Ur
dei Caldei obbedendo alla chiamata del Signore, sino alla
morte e risurrezione di Gesù, l’opera salvifica di Dio fu
compiuta mediante individui e popoli nelle vostre patrie. Da
allora, il messaggio del Vangelo si è diffuso in tutto il
mondo, ma i cristiani da ogni luogo continuano a guardare al
Medio Oriente con speciale riverenza, a causa dei profeti e
dei patriarchi, degli apostoli e dei martiri, ai quali
dobbiamo così tanto, agli uomini e alle donne che hanno
ascoltato la parola di Dio, hanno dato testimonianza ad
essa, e l’hanno consegnata a noi appartenenti alla grande
famiglia della Chiesa.
L’Assemblea
Speciale del Sinodo dei vescovi, convocata su vostra
richiesta, tenterà di approfondire i legami di comunione
fra i membri delle vostre Chiese locali, come pure la
comunione di queste medesime Chiese tra di loro e con la
Chiesa universale. Questa Assemblea desidera inoltre
incoraggiarvi nella testimonianza della vostra fede in
Cristo, che voi rendete nei Paesi dove questa fede è nata
ed è cresciuta. E’ inoltre noto che alcuni fra voi
soffrono grandi prove dovute alla situazione attuale della
regione. L’Assemblea Speciale è un’occasione per i
cristiani del resto del mondo di offrire un sostegno
spirituale e una solidarietà per i loro fratelli e sorelle
del Medio Oriente. (...)
qui
le sue parole integrali
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