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   La Missione della Porta accanto

  I piccoli del Regno

 di Padre Luciano Lazzeri
  (missionario del PIME)

 

Fermo l'auto alla porta del garage della parrocchia e mentre sto per entrare immancabilmente mi passa vicino Elvira, una anziana ottantenne in compagnia di un cagnolino. Sospetto che abbia scelto proprio quell'ora per passare di lì, perché aspetta il mio saluto e per informarmi che tra pochi minuti sarà in chiesa per la messa vespertina.

Elvira abita all'ombra del campanile e il suo spazio vitale è il sentiero che circonda la chiesa e la piazzetta antistante; pochi passi per il passeggio del cagnolino e per poter scambiare due chiacchiere con qualcuno che incontra. Pare che siano molti quelli che la ignorano e che non hanno tempo da spendere con una vecchietta insignificante. Il mio saluto e qualche parola regalata con cordialità sembrano gratificarla: infatti, perché non manca mai all'appuntamento?

Elvira non è solo anziana ma anche sofferente di artrite deformante: gli anni la rendono sempre più curva e vacillante, ma ancora capace di tenere a bada il suo cagnolino al quale rivolge comandi e parole affettuose. È sola e non ha parenti che possano colmare la sua solitudine, neppure vicini di casa che si preoccupino di lei. Ma è autosufficiente: mi ha detto che sbriga le sue faccende da sola: la spesa, la pulizia della casa, cucinare; entrare in chiesa non è un problema perché non ci sono scale su cui arrampicarsi. Occupa sempre il primo banco, dove può ascoltare le preghiere e l'omelia. Quando si accosta alla comunione mi devo inarcare anch'io al suo livello, come un atto di umiltà che non può costare fatica ed è esente da ostentazione. Eppure per me, in quel momento così sacro, il piegarmi verso gli umili ricorda le parole del magnificat: "Ha esaltato gli umili".

Non è che tra i partecipanti alla messa ci siano molti giovani, molti sani, molti benestanti: è un piccolo gregge di persone che solitamente sono compatite dai benpensanti, da quelli che in chiesa ci vanno per comodo, per convenienza, per tradizione, o non ci vanno affatto. Quelli che a volte, con una certa ironia, parlano della chiesa come di un luogo frequentato ormai solo da vecchi. Eppure i vecchi continuano a essere persone umane degne di tutto rispetto, perché loro non si vergognano di aggrapparsi a una roccia sicura, pregano e hanno fiducia in Dio, hanno un luogo dove possono trovare tranquillità e dove sono certi che Qualcuno li sta ad ascoltare, Qualcuno sempre disponibile ad asciugare lacrime e raccogliere lamenti.

Elvira fa parte di quel piccolo gregge che non ha niente da temere perché ha ricevuto in eredità i misteri del regno. E' come la vedova del vangelo che è stata proposta da Gesù come modello di nobiltà d'animo, davanti a tanti giusti convinti di poter comprare la simpatia di Dio in proporzione alle loro offerte, mentre Dio sorrideva per il dono di due spiccioli. Come la vedova di Sidone, alla quale era stato inviato un profeta ricco di benedizioni.

Che cosa sta bisbigliando Elvira, appena ha ricevuto la comunione? È suo il segreto. Ma stupisce il suo raccoglimento, una sosta prolungata per gustare una compagnia, una presenza.

Dov'è il senso di vivere? Dove si trovano ancora le pietre che tengono in vita i segreti del Regno? Noi ci affrettiamo a scartarle come inutili e insignificanti. Gesù esultò nello spirito e sospirò una preziosa preghiera: "A te, o Padre, così è piaciuto rivelare le tue cose ai piccoli. Sii benedetto!".

Lo spazio vitale di Elvira è il vicolo che la conduce dalla porta di casa alla porta della chiesa. Non ci sono barriere architettoniche. L'unico ostacolo è l'indifferenza della gente che non ha occhi per vedere i piccoli del Regno.