Cosa
ne sarà dell'amore...
(dal
relativismo al benessere-narciso)
di
Don Pierangelo Sequeri
Il discorso del Papa sulle piaghe
della civiltà odierna fende la chiacchiera insopportabile
dei nostri giorni spenti, e va esattamente a segno. Un
lampo, da Occidente a Oriente, è stato. Esatto come un
laser.
Quelli che vogliono veramente misurarsi con il
carattere distruttivo dell'epoca devono fronteggiare i
giochi delle potenze mondane, in cui la morte è al lavoro.
Questa falsa religione dell'odio e dell'oppio, distribuita
ovunque, vede ora nel cristianesimo - non senza ragione - il
luogo inespugnabile del suo smascheramento. L'unico rimasto,
forse, nella cultura planetaria. Le potenze mondane hanno
contaminato la cultura razionale e la cultura etnica,
indissolubilmente, perché lavorano, anche
inconsapevolmente, in favore della rassegnazione ai dogmi
del nuovo Impero: "I capitalismi finanziari anonimi
", "la maschera del terrorismo
fondamentalista", "la droga, bestia feroce",
"le ideologie contro il matrimonio e la castità".
Prendi la diversità delle culture e delle religioni, che
riconduce ogni ingiustizia e avvilimento dell'umano alla
coltivazione di legittime differenze. Quale diritto umano
sarà custodito, e da chi, se l'ultima parola è consegnata
al rispetto delle regole di ciascuna tribù?
Oppure, prendi
l'imperativo del progresso e della crescita. Se non
accumuliamo ricchezza, distribuiremo povertà, dicono i
saggi. E quando succede il contrario? Intanto accumuliamo
disonesta e "anonima" ricchezza e insegniamo a
vendere anche l'anima. È così che diffondiamo il
benessere? Un diritto, certo. E quando non hai più neppure
l'anima da vendere, e ti sei fumato tutto?
Prendi il
relativismo dell'etica, per il quale ognuno risponde solo
alla sua coscienza e dimmi tu che cosa ne sarà dell'amore e
di tutte le altre cose in cui dobbiamo rispondere ad altri -
e di altri. La religione della coscienza autistica può
anche essere una religione di prepotenti e di vigliacchi.
Questa falsa religione dell'Impero del benessere narciso e
della competizione etnica, ai cuccioli, ormai, va
direttamente in vena. Vi sembra all'altezza di questa
offensiva planetaria l'aria fritta delle nostre
considerazioni sull'universo giovanile, sulla scuola, sul
tempo libero, sull'inibizione e la disinibizione, la
coscienza del problema, l'educazione al dubbio e alla
creatività, e tutte le altre banalità sull'essere se
stessi, volersi bene, e stare bene con se medesimi?
Nel
tempo dei padri e delle madri del cristianesimo, si moriva,
pur di non riconoscere all'Imperatore l'adorazione che si
deve solo al Dio vero. Il Papa ha formulato il suo
inventario nel luogo forse più giusto della Chiesa. Lo ha
indicato ai capi, ai fratelli e alle sorelle delle Chiese
del Medio Oriente. Eredi delle comunità paoline e
giovannee.
Piccole e vulnerabili comunità dove si scaricano
- forse proprio a motivo dei nostri peccati - le
contraddizioni della ragione secolare postcristiana e i
terribili sommovimenti del sacro pre-cristiano e
non-cristiano. Piccole comunità, prese letteralmente 'in
mezzo', fra le parti alla deriva di grandi continenti, di
grandi civiltà, e persino di grandi religioni.
Una storia
di acqua zampillante e di sangue versato si ripete, lì, sin
dall'inizio. Il cristianesimo, proprio lì, la prima volta,
traforò letteralmente gli Imperi, che tengono interi popoli
in ostaggio. Non è un caso se il Papa affida a loro -
affinché noi intendiamo - l'esatto discernimento delle
icone della Bestia, che pianta ormai i suoi falsi idoli
dovunque. Leviamoci in piedi, in silenzio, con deferenza e
rispetto, di fronte a loro.
E impariamo come si battono i
testimoni del Dio vero - i martiri cristiani - con la Bestia
che divora i figli. Il resto sono chiacchiere, da far
ricadere ogni giorno, implacabilmente, su loro stesse.
Devono cadere, fino a che non se le comprerà più nessuno.
Fonte: Avvenire
scarica qui la riflessione di Papa Benedetto all'inizio
del Sinodo per il Medio Oriente
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