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Nei primi secoli si predicava puramente e semplicemente
Gesù Cristo; oggi lo si presenta ai popoli preceduto
generalmente dalle opere... .
Beato
Padre Paolo Manna
(PIME)
Se per salvare religione e
civiltà fra i popoli cristiani è necessario che la loro
fede riacquisti la sua unità e quindi la sua piena forza ed
autorità, per propagare questa fede ai popoli non cristiani
tale unità non è meno necessaria: noi diremmo è
indispensabile.

16 gennaio, Festa (mobile) del Beato
Padre Paolo Manna - PIME
Siamo intimamente convinti che
un cristianesimo diviso fallisce nel suo compito di
convertire il mondo. L'evangelizzazione presuppone l'unità.
Ed accenniamo ad alcune ragioni più profonde del danno di
queste divisioni nel campo delle missioni.
Facciamo una domanda: la
propagazione della fede affronta oggi le nazioni non
cristiane con lo spirito dei primi secoli del
cristianesimo?

Nei primi secoli si predicava
puramente e semplicemente Gesù Cristo; oggi lo si presenta
ai popoli preceduto generalmente dalle opere di istruzione e
di beneficenza, nelle quali di Gesù si parla talvolta con
una certa discrezione.
Nei primi secoli il
cristianesimo si diffuse per forza della sua intrinseca
bontà e virtù, quale si manifestava, oltre che dalla
predicazione, anche e soprattutto dalla vita, dagli esempi
degli apostoli e dei primi fedeli, secondo l'insegnamento
dato da Gesù Cristo: "Così risplenda la vostra luce
davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere
e glorifichino il Padre vostro" (Mt 5,16).
Che cosa infatti caratterizzava
le comunità cristiane che si formavano e si moltiplicavano
allora in mezzo al mondo pagano? La grande carità e
fraternità dei credenti nel vincolo dell'unità.
Quei primi fedeli erano un cuor
solo e un'anima sola: realizzavano il "sint unum"
della preghiera di Gesù.
I pagani rimanevano pensosi
davanti all'amore, all'unione che regnava fra i cristiani.
Nelle missioni di oggi, l'abbiamo veduto, i cristiani nel
loro assieme offrono uno spettacolo alquanto diverso:
spettacolo talvolta di disunione e di contrasto. Qual
meraviglia allora se le masse non ci danno retta?

La Buona Novella è
essenzialmente annunzio di amore, di unità e di pace. Se
questo amore, se questa unità rifulgessero
inequivocabilmente, oggi come nei primi secoli, nella
presentazione del Vangelo, i popoli non cristiani non
rimarrebbero indifferenti, perché di anime rette, di
spiriti assetati di verità ve ne sono in tutte le religioni
non cristiane.

Quando nei primi tempi
apostolici, nella Chiesa di Corinto, alcuni fedeli si
ribellarono all'autorità spirituale, san Clemente mandò
loro da Roma quella celebre Lettera in cui li esortava a
mantenere l'unità religiosa, e con tono di rimprovero
diceva: "Ciò è risaputo con scandalo anche dagli
estranei al cristianesimo... Oh! Togliamo questo grande
disonore e questo scandalo e chiediamo perdono a Dio!"
(Lettera 1,47)
DA: Paolo Manna,
I Fratelli separati e noi (pp.
98,118-120)

qui
le lettere del Beato ai missionari (Virtù Apostoliche)

QUI:
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI
(18-25 gennaio)
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