Noi,
la nuova squadra del Pime
Gianluca,
Piero, Valerio e Paolo saranno ordinati il 7 giugno a
Milano; Francesco e Giovanni rispettivamente il 24 maggio e
il 5 luglio nelle loro diocesi d’origine.
|
Francesco Bonora è un ragazzo vivace,
studioso, concreto, che ama la verità. È
nato nel 1979 a Caerano San Marco (TV). I suoi
amici di scuola lo chiamano Franz, mentre qui
in seminario è soprannominato Good Hour
(bon-ora), perché è uno che ama gestire bene
il tempo. In comunità crea allegria e la sua
presenza è molto significativa per noi tutti.
L’ho conosciuto a Roma nel 2002. Ero
arrivato in Italia per la prima volta e non
sapevo dire nulla, tranne “buon giorno”.
Per fortuna Franz era portato per le lingue e
mi ha dato una mano. Con lui scambiamo spesso
parole serie e anche meno serie. Condividiamo
le cose belle e anche meno belle. Una volta
gli ho chiesto: “Che messaggio vuoi
lasciarci?”. Lui mi ha risposto seriamente,
ma con un sorriso: “Guarda, in questi anni
sono cresciuto come persona e ho approfondito
la mia fede in Gesù con i fratelli. Ed è la
fede che domani cercherò di condividere con
gli altri, ovunque mi troverò. Il messaggio
che vorrei lasciarvi è di leggere sempre la
realtà con occhi e cuore aperto”. Grazie,
Franz! Buon cammino!
Vincent Lazum Naw San, III
Teologia
Gianluca Belotti è originario di Corsico,
vicino a Milano. Lo potremmo considerare
benevolmente “lo zio” dei diaconi, perché
proprio pochi giorni dopo l’ordinazione
compirà i suoi bei quarant’anni! Entrato in
seminario dopo aver lavorato nel campo
assicurativo, ha trascorso tre anni a Roma,
uno negli Stati Uniti e cinque nelle
Filippine. L’ho incontrato durante il suo
passaggio in Italia per le vacanze, tre anni
fa. Ne è seguita una corrispondenza in cui mi
raccontava il suo percorso nelle Filippine, in
particolare il lavoro di apostolato che lo
impegnava con i bambini sordomuti di Imus, per
comunicare con i quali ha imparato anche il
linguaggio dei segni. Spirituale di natura,
nei suoi discorsi non manca mai il riferimento
a Gesù e alla preghiera, ma anche l’ilarità,
con certe “sparate” che fanno piegare
dalle risate. Gli auguro di cuore, insieme a
tutti i compagni di seminario, che quel “Gesù
in mezzo” possa sempre trasparire dal suo
operare, per arricchire di speranza cristiana
la Chiesa e la gente verso la quale è mandato
per amare.
Alessandro Laffranchi, I Teologia
Quando incontri Piero Masolo ti sta subito
simpatico, sarà per i modi semplici o per lo
stile “cerchio di gioia”, o forse per la
“r” che ha ereditato. Comunque è uno con
cui è bello stare insieme e in comunità si
sente che c’è. È un tipico milanese sempre
di corsa e impegnato in tante cose da fare
(dice che è un vizio di famiglia!), ma è
anche molto attento a chi ha intorno. Di
strada, da quando ha deciso di lasciare la
facoltà di architettura per iniziare il
cammino del seminario nel Pime, ne ha fatta
tanta, anche in termini di chilometri. Infatti
ha iniziato a Roma e, dopo la promessa
iniziale, è andato nelle Filippine per
studiare teologia insieme a Giovanni; dopo tre
anni è ritornato per le vacanze e gli hanno
chiesto di concludere a Monza gli studi. Il
suo desiderio è certamente quello di partire
in particolare per l’Asia, anche se è
consapevole che le sue doti di animatore non
sono sconosciute ai superiori.
Paolo Ceruti, III Teologia
Giovanni Tulino nasce 28 anni fa a Visciano
(NA), paesino di collina, terzo di quattro
figli. Dopo la maturità classica decide di
studiare medicina a Napoli. Ma pochi mesi dopo
torna a casa e annuncia alla famiglia di voler
diventare sacerdote. Notizia che lascia tutti
sbalorditi. Passa qualche anno al seminario
della Piccola Opera della Redenzione di
Frattocchie, ma non sembra essere quello che
desidera. Il Signore gli prospetta orizzonti
missionari diversi e gli chiede di passare al
Pime. Trascorre un anno e Giovanni, insieme ai
suoi superiori, decide di fare un’esperienza
di missione. Vola nelle Filippine,
precisamente a Tagaytay, dove con altri
confratelli presta per quattro anni il suo
apostolato nelle carceri e con i bambini di
strada. Ricordo una frase che mi ha scritto:
“Gli occhi con i quali vedo me stesso, il
mio rapporto con il Signore e con gli altri
sono completamente diversi”. A marzo
Giovanni è rientrato in Italia per prepararsi
a essere ordinato sacerdote del Pime. Noi
tutti della famiglia ci uniamo alla sua gioia
con l’augurio che Giovanni possa essere
sempre capace di testimoniare nel mondo il “Vangelo
dell’amore”.
Lina (cognata di Giovanni)
- qui
cronaca ordinazione
Che cosa dire di Valerio Sala? Che viene da
Carugate, che l’ho conosciuto in seminario e
che ho visto in lui una persona che sa quello
che vuole. Le sue esperienze di studio, lavoro
e impegno in parrocchia gli avevano fatto
scegliere, dopo un periodo di cammino
spirituale, l’Ordine dei Frati minori. Ma un’esperienza
missionaria in Africa gli ha fatto scoprire un
nuovo orizzonte, imprimendo alla sua vita una
nuova direzione. Conosciuto il Pime, ha deciso
di diventare missionario per ubbidire all’imperativo
di Gesù: “Andate, dunque, e ammaestrate
tutte le nazioni, battezzandole nel nome del
Padre del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt
28,19). In seminario si è distinto per la sua
passione per la liturgia, in modo speciale per
i canti di Marco Frisina, che ha cercato in
tutti i modi di insegnarci, spesso senza
grandi risultati! Ma quello che conta per noi
è stata la sua amicizia che speriamo resti
anche quando un giorno sarà in missione!
Rogerio Santana Neves, II Teologia
Fin dal suo arrivo, dopo tre anni nel
seminario teologico Pime di Tagaytay, nelle
Filippine, abbiamo intuito in Paolo Salamone
un modo d’essere semplice, umile e gioioso
che ci ha fatto imparare le due grandi virtù
della disponibilità e della dedizione, a
nostro avviso fondamentali nella vita di un
missionario. Inoltre abbiamo scoperto un Paolo
molto creativo, responsabile e appassionato
della sua vocazione, che porta a termine gli
impegni con spirito di fraternità e
generosità. A poco a poco si è fatto
conoscere condividendo non soltanto la sua
ricca esperienza nelle Filippine, ma anche il
suo cammino e le ragioni che l’hanno portato
a scegliere il sacerdozio missionario.
Ringraziamo il Signore perché ha dato, con
Paolo, un missionario alla sua Chiesa e lo
preghiamo perché porti a compimento il
desiderio che Paolo ha nel cuore.
Sleeva e Gustavo, III Teologia
|
Fonte: Missionari
del Pime
|
Il missionario ha Maria per Madre
Il Beato padre Paolo Manna fu devotissimo della
Vergine Maria; i suoi scritti hanno tutti una trama mariana
che ci permette di scoprire il suo amore per la Madre di Dio
e la fiducia che lui riponeva in Colei cheè Regina di tutte
le grazie. Riportiamo uno stralcio del suo discorso ai
missionari partenti nel 1925.
Voi partite e lasciate qui le vostre
famiglie; lasciate, molti di voi, un'amatissima madre, un
padre, dei fratelli, delle sorelle. Troverete, sì, nelle
missioni chi terrà per voi il posto del padre, dei
fratelli, delle sorelle, ma la madre nelle missioni non
c'è; la madre non è sostituibile.
Perciò vedete con quanto ardore
dovete fin da questo momento rivolgervi alla Santissima
Vergine e mettere sotto la sua materna protezione la nuova
vita in cui state per entrare e dirle: <<Mater, mostra
te esse matrem>> (Madre, mostra di essere
madre).
E non dubitate dell'efficacissima,
potentissima assistenza di questa divina Madre su di voi.
Essa vi è obbligata: partite per gli interessi del suo
divin Figlio, partite anche per lei, per farla conoscere,
amare, venerare da nuovi figli. E anche per voi che
continuerà ad avverarsi la profezia: <<Ecce enim ex
hoc beatam me dicent omnes generationes>> (D'ora in
poi tutte le generazioni mi chiameranno beata).
La vostra vocazione è la vocazione di
Maria: dare Gesù al mondo e con Gesù ogni bene, con Gesù
la vita eterna. Voi siete ancora più fortunati, voi date al
mondo anche Maria. Siatele dunque devotissimi: fatevene un
proposito. Siate devotissimi alla Madonna e dalla sua
protezione avrete un aiuto quasi infinito.
E se avrete a favor vostro la
protezione della Madre di Dio, chi sarà contro di voi? E a
favore di chi sarà Maria se non dei continuatori della
grande opera del suo Figliuolo e dei propagatori del suo
culto? Miei cari, conservate preziosi questi ultimi ricordi
del Padre vostro, giurate di essergli fedeli e andate
fidenti: il Signore sa quanto siete deboli e bisognosi del
suo aiuto; ma Egli è fedele e non vi verrà meno se a lui
sarete intimamente uniti, se sarete protetti
dall'intercessione della sua Santissima Madre.
Partite con coraggio, non solo, ma con
vera intima gioia, gioia che deve venirvi dalla coscienza di
aver scelto la parte migliore, di andare nel nome di Dio,
per volere di Dio, con l'autorità che viene da Dio a
continuare l'opera divinissima fra le divine della salvezza
delle anime. Soci di Gesù nelle brevi fatiche
dell'apostolato in terra, sarete partecipi un giorno della
sua gloria e felicità nei secoli.
da Paolo Manna, Chiamati alla santità, pp.
199-200
il
poster dei nuovi pimini
|