La carovana Missionaria della Pace ha
fatto tappa a Cimitile
Da 5 anni le "forze missionarie italiane"
realizzano la Carovana Missionaria della Pace.
Quest'anno è partita da Milano il 25 settembre e, dopo
aver toccato diverse città d'Italia, si è conclusa a
Roma domenica 5 ottobre, alla basilica delle Tre
Fontane.
La Carovana, che ha scelto il tema Libera la
Parola, intende proporre opportunità di partecipazione e
solidarietà a livello locale e globale, partendo dalla
propria esperienza di vita.
Alla tappa di Cimitile, nei
pressi di Napoli, la serata del 27 settembre c'erano
anche tre missionari del Pime: p. Ciro Biondi, p.
Giuseppe Carrara e p. Gomes José Francisco.
P. Ciro, in
partenza per la Papua Nuova Guinea dove ha già lavorato
per 11 anni, ha presentato la figura di s. Paolino da
Nola.
"Sono qui - ha detto - per parlarvi di un
uomo che voleva fare di questo luogo un spazio di pace,
un uomo che 1600 anni fa è stato Vescovo di Nola…".
S. Paolino era un uomo di Dio che chiamava i poveri
"fondamenta delle nostre case" e riteneva
Gesù il suo canto.
È seguita la veglia con l'arrivo
dei 22 "Carovanieri". Uno ha parlato per
tutti: "Durante questi giorni di cammino, abbiamo
visto anche le nostre povertà, la nostra mancanza di
unione, il molto fascino per il potere e la nostra poca
attenzione ai poveri.
Siamo in pochi, ma abbiamo la
convinzione che il seme più piccolo è quello che da il
frutto migliore".
Diversi simboli hanno
accompagnato i temi principali dell'incontro di
preghiera: la Parola incatenata, la Parola liberata e la
Parola inviata.
La domenica 28 settembre, a conclusione
della tappa di Caserta, dove si è parlato delle
emarginazioni che spesso producono disastri morali e
ambientali, i 22 viaggiatori che hanno per compagni la
bibbia e il bastone sono stati accolti nel seminario di
Ducenta.
Rifocillati e ospitati per la notte, all'alba
del 29 hanno ripreso la marcia per Lauria (PZ). Anche se
il luk e la stanchezza destavano meraviglia, abbiamo
ammirato questi missionari e i laici (che qualcuno ha
chiamato bonariamente gruppo degli arditi) convinti che
non bisogna tacere sulla privatizzazione dell'acqua, le
banche che finanziano la guerra e le diverse forme di
razzismo.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Non so né come ho fatto, né perché... ma
d'improvviso.... ho perdonato... sono riuscita a buttarmi
indietro il passato... per il quale soffrivo ancora...
non so come né perché.
Ma ho perdonato. Ora non so
come sarà il futuro. Ma il mio cuore è libero da ogni
residuo. E mi sento coerente con la mia fede.
Sandra
Il 4 Ottobre, in occasione
della festività di S. Francesco d'Assisi, la città di
Gaeta gioisce per la riapertura al culto della Chiesa di
S. Francesco, rimasta chiusa per dieci anni per lavori
di restauro non ancora ultimati.
Per l'occasione erano
presenti sua Eccellenza l'Arcivescovo di Gaeta Fabio
Bernardo D'Onorio
che ha presieduto la solenne
celebrazione eucaristica; l'Arcivescovo emerito Luigi
Mazzoni; una rappresentanza del clero locale e
presbiteri; il sindaco della città e tutte le autorità
comunali e regionali che nel corso di questi lunghi
anni, con il loro operato, hanno reso possibile la
riapertura, nella parte restaurata, del monumentale
tempio dedicato al Santo di Assisi tanto amato dal
popolo gaetano che ha partecipato numerosissimo alla
cerimonia.
Stefania Parisi
In occasione della canonizzazione a
Roma il 12 ottobre
GAETANO ERRICO, IL CUORE SANTO DI UN MISSIONARIO
NAPOLETANO di p. Giuseppe Buono
Gaetano Errico, santo dal 12 ottobre 2008, nacque il
19 ottobre 1791 a Secondigliano, periferia industriosa
di Napoli, e qui morì il 28 ottobre 1960 dopo una
intensa vita sacerdotale e missionaria e dopo aver
fondato la Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori.
Fu soprattutto un missionario vero, un missionario
santo, un missionario totale con un cuore profondamente
napoletano.
Sulla missionarietà del nuovo santo
napoletano vogliamo fermare la nostra riflessione
perché ci sembra il messaggio più attuale e urgente
che egli invia alla Chiesa.
l contenuto, lo stile,
l'anima della predicazione missionaria di Gaetano Errico
fu la stessa di Gesù, per questo fu sempre efficace. Le
difficoltà, a volte anche il rischio della vita, lui le
metteva nel bagaglio della sua predicazione missionaria
perché era la consegna stessa di Gesù nel primo invio
missionario degli apostoli: "Ecco, io vi mando come
agnelli in mezzo ai lupi!" (Mt 10, 16).
La povertà
del suo bagaglio era totale perché anch'essa sulla
linea delle indicazioni del primo Missionario: "Non
procuratevi oro, né argento, né moneta di rame, né
bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né
bastone…" (Mt 10, 9-10).
Poi una predicazione
essenziale, che nulla concedeva allo spettacolare, come
era moda nella predicazione popolare del tempo, che
andava diritto al cuore dell'uomo, lo scomponeva e lo
portava ai piedi della croce: "Entrando in città
dite: "È vicino il Regno di Dio"" (Lc
10,9).
Ecco, dire l'essenziale, senza paura e senza
compromessi. Quale la ricompensa? Gaetano Errico
scriveva ai suoi missionari: "Quanto più grandi
sono i disagi e più gravi i pericoli cui ci esponiamo
al fine di promuovere la conversione dei peccatori,
quanto più sono bisognosi di aiuto spirituale quei
popoli ai quali ci manda il Signore come ministri di
misericordia, di riconciliazione e di pace, tanto più
luminosa sarà la corona che riceveremo in Cielo e il
premio che lassù ci aspetta".
Abbiamo detto che
Gaetano Errico fu un missionario totale, infatti non si
accontentava di scuotere le popolazioni dei paesi
dell'Italia meridionale, pensava in grande, buttava lo
sguardo lontano perché la salvezza operata dal Cuore di
Cristo è per tutti gli uomini.
Voleva andare ad gentes
per raggiungere così le popolazioni che ancora non
hanno ricevuto l'annuncio liberante del Vangelo di
Cristo.
Diceva: "Oh, se sapeste che cosa bella è
annunciare le verità della fede a chi sta in mezzo alle
tenebre dell'ignoranza e dell'errore e poi morire per
testimoniare la fede in Gesù Cristo che volle morire
sulla croce. Oh, se potessi ottenere dal Signore questa
singolarissima grazia!…".
Disse anche: "Io
mi presenterò al santo Padre e gli chiederò il
permesso di recarmi in Turchia o in Cina per predicare
agli infedeli e sono sicuro che i miei figli mi
seguiranno…
A noi basteranno un Breviario, un
Crocefisso e una camicia". Ecco il beato Gaetano
Errico missionario nel più perfetto stile evangelico!
Ora che la Chiesa lo proclama santo, lo propone per
questo ai suoi figli Missionari dei Sacri Cuori e a
tutti noi come maestro e modello della missione della
Chiesa.
Vogliamo anche annotare che è significativo che
la canonizzazione di questo santo missionario avvenga
nel mese missionario di ottobre, alla vigilia della
Giornata Missionaria Mondiale giorno in cui avverrà la
visita pastorale di Benedetto XVI al Santuario della
Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei.
Maria
Santissima, la prima missionaria del Figlio, fu la
stella della vita e della missione di Gaetano Errico.
Ottenga la sua intercessione, e quella del nuovo santo,
un rinnovato spirito missionario alla Chiesa.
Scriveteci! Dateci
la gioia di dialogare con voi,
sentire che ne pensate dei missionari, quali
consigli
dareste per fare qualcosa di buono per gli altri.
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