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Cronaca degli avvenimenti

Ritiro

Alle Zelatrici arrivate il Rettore ha raccontato la sua storia. 

Eva festeggia il compleanno

Alle attente zelatrici offre diverse riflessioni, ricordando che quando fu ordinato nel duomo di Milano pregò così: "Signore, mandami dove nessuno vuole andare".
Ha grandi progetti per Ducenta che vuole vedere come una casa di accoglienza. Con i preti stabilire un buon rapporto di amicizia; vuole le zelatrici come coloro che accendono zelo; suscitare l'entusiasmo in chi ci avvicina; preghiera accorata per le vocazioni.

Questi pensieri sono venuti utili durante l'adorazione eucaristica del pomeriggio, quando abbiamo pregato e cantato la divina eucaristia.

Il finale a sorpresa l'ha trovato p. Simone che ha così salutato mentre lascia il suo mandato: "Care Zelatrici e collaboratori delle missioni, abbiamo camminato insieme per 8 anni. Abbiamo pregato, aiutato le missioni e i missionari, abbiamo vissuto la vera amicizia, abbiamo diffuso la stampa missionaria. Mentre mi accingo a lasciare Ducenta e a raggiungere Gaeta vi saluto e vi ringrazio con tanto affetto. Vi ho dato qualche piccola cosa, in cambio del molto che ho ricevuto da voi. 

Con l 'aiuto del Beato Paolo Manna abbiamo capito che le missioni ci appartengono e ci fanno crescere come cristiani che guardano oltre i confini della parrocchia e del paese dove sono nati. Continuate a voler bene ai missioni e in particolare a quelli del PIME. 

Con loro avete da fare ancora tanta strada… e ne avrete un grande vantaggio. Il Signore che ci invita a far conoscere il suo Figlio Gesù sarà contento di voi. Ricordate: chi vive lo spirito missionario va dritto alla santità. Grazie di vero cuore a tutti".

 

 

Le Zelatrici si preparano alla Pasqua

"La missione continua", così ha esordito p. Giuseppe Buono rivolgendosi alle Zelatrici venute a Ducenta per prepararsi alla Pasqua. 

Nella circostanza non si poteva fare a meno di ricordare Papa Francesco, appena eletto alla guida della Chiesa, il quale ha affermato che questo cammino di Chiesa perché sia fruttuoso deve mirare all'evangelizzazione.

Ricordando poi la prima omelia tenuta dal santo Padre ai Cardinali dopo il conclave, ha invitato a riflettere sui tre verbi attribuiti alla Chiesa che egli sogna: "una Chiesa povera per i poveri".

Camminare: andare alla presenza del Signore, sempre e con la croce. Ha detto il Papa: "La nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va".

Edificare: costruire la Chiesa dentro di noi e con gli altri. Essere pietre vive, unte dallo Spirito Santo. Ancora il Papa: "Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore".

Confessare: confessare Gesù Cristo con la fede proclamata apertamente. Il Papa: "Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va".

Nel programma della giornata le convenute hanno partecipato alla s. Messa, consumato il pranzo e partecipato al sorteggio voluto, come sempre, per arrotondare la somma da offrire alla comunità di Ducenta.

Devota e sentita è stata la partecipazione alla Via Crucis celebrata nella cappella, vicino alle spoglie del beato Paolo Manna. "Gesù mio, con dure funi" è stato il canto, antico ma sempre emozionante, che ha accompagnato le stazioni del sacro rito.

Ci piace ricordare quanto ha riferito il cardinale Crescenzio Sepe ai giornalisti: A papa Francesco ha chiesto di venire in visita a Napoli. E poi la frase che di solito rivolge ai fedeli napoletani affidandoli alla Vergine: "Santità, a Maronna t'accumpagnà". Il papa, di rimando: "Cosa significa?". "Gli ho spiegato che la Madonna lo deve guidare sempre". ANSA.

 

 

Parte a Ducenta la nuova commissione missionaria

Sì, proprio in casa nostra si è riunita per la prima volta la nuova commissione del Centro Missionario della diocesi di Aversa. 

Mons. Nicola Giallaurito, al centro, con il suo gruppo parrocchiale

Convocata dal direttore mons. Nicola Giallaurito, già alunno del Pime, è stata approvata dal vescovo Angelo Spinillo. "La missione - ha detto sua Eccellenza - la dobbiamo sentire come nostra. Oggi vanno sfruttate tutte le risorse per evangelizzare vicino e lontano". Nell'occasione è stato presentato il nuovo segretario nella persona del parroco Francesco Martino, con una buona esperienza missionaria, tenendo a suo attivo viaggi all'estero per portare aiuti a fratelli in difficoltà.

A rappresentare istituti religiosi sono stati scelti il Rettore di Ducenta e tre suore appartenenti ad altrettanti congregazioni aventi missione, tra queste una birmana e una filippina. Tra i laici chiamati a completare il quadro delle coppie di giovani sposi, anche loro con esperienza in missione, e undici collaboratori dell'ufficio missionario diocesano, tra i quali un diacono permanete e un accolito.

Il Vescovo Spinillo con Massimo Cacciari che riceve una ceramica raffigurante l’emblema della città di Aversa, il gallo basilisco…

Si è quindi sviluppato un aperto dialogo con il vescovo che dopo aver ascoltato con attenzione le numerose ipotersi di lavoro ha risposto: "Bisogna osare!". Sì, proprio in questo campo c'è da fare molto per crescere personalmente nello spirito missionario e animare le comunità locali. Si è pensato di muoversi subito, promuovendo un'indagine a livello parrocchiale: conoscere che cosa attuano in concreto per poi fare un progetto di intervento. A conclusione dei lavori è stato consegnato agli intervenuti il Regolamento per i "Centri Missioni Diocesani", approvato dalla CEI il 13 giugno 2012.

 

Festeggiato a Ducenta il beato Paolo Manna

La festa del 16 gennaio di quest'anno in onore del beato Paolo Manna è stata particolarmente importante sia per l'afflusso di fedeli che per la partecipazione di sacerdoti e autorità.

Presenti le comunità parrocchiali della forania Trentola-Casaluce, la prima parte della celebrazione si è svolta nella cappella dedicata al Beato. 

Ha presieduto p. Carlo Tinello, venuto a Ducenta con il suo consiglio; concelebranti il Vicario diocesano don Francesco Picone, il Cancelliere don Angelo Simonelli e altri ventuno sacerdoti. 

Ai posti di onore c'erano Michele Griffo, sindaco di Trentola Ducenta e l'On. Giuseppe Sagliocco, sindaco di Aversa, già alunno del PIME. Ha eseguito i canti il coro delle suore di s. Teresa di Gesù Bambino. Tantissime le persone che hanno affollato la cappella in ogni spazio disponibile. P. Tinello ha tenuto una dotta omelia, facendo risaltare la fede di p. Manna e la sua scelta di mettere al centro della sua missione Gesù Cristo e il Vangelo. La seconda parte della celebrazione, che si è svolta nella piazza antistante la nostra casa, ha avuto un carattere civile.

Il busto di bronzo è stato scoperto dal sindaco Griffo, la benedizione del monumento è stata impartita dal Vicario Picone. 

Questi ha ricordato che quando nel 1921 p. Manna iniziò la sua opera a Ducenta, fu un altro Vicario diocesano, di nome Coppola, a benedire il Seminario missionario dell'Italia Meridionale. 

La cerimonia, dopo i discorsi dei sindaci, si è conclusa con l'inno "Anima di fuoco" (composto da don Franco Grammatico attuale presidente del Capitolo cattedrale), eseguito dal coro della parrocchia di Ducenta. 

Mentre scriviamo queste poche note di cronaca ritorna davanti agli occhi la folla presente in piazza, felice di applaudire alla scelta del sindaco Griffo di erigere il monumento a dodici anni dalla beatificazione del beato Paolo Manna, celebrata a Roma il 4 novembre 2001.

 

Riceviamo e pubblichiamo

P. Benito Di Pietro celebra 50 anni di sacerdozio
Di p. Benito Di Pietro

Quest'anno completo 50 anni di Ordinazione Sacerdotale, data che mi sta molto a cuore e che penso gradirete anche voi, perché voglio pubblicamente ringraziare il Signore di questo dono che mi ha fatto, indirizzandomi al servizio missionario tramite il PIME (Pontificio Istituto Missionario per l'Estero).

Fui ordinato nel 1963 nel Santuário della SS.ma Trinità a Gaeta. Tre anni dopo fui destinato nella prelazia di Parintins, Stato dell'Amazonas, dove ad eccezione di due brevi servizi prestati all'Istituto più tardi, rimasi ininterrottamente. Ho lavorato in tre parrocchie: l'Assunta in Nhamundá, Madonna di Lourdes e Sacro Cuore in Parintins estese lungo fiumi e laghi cosparsi di diecine e diecine di villaggi, vivendo con la gente, conosciuta come "caboclos" (incrocio di nativi con immigrati, specialmente portoghesi ma pure italiani della Lucania) e con tribù di índios Sateré e Hiskariana.

Attualmente la mia presenza continua principalmente nel campo sociale su richiesta del vescovo mons. Giuliano Frigeni avendo completato 75 anni di età, così il mio sogno, che cominciai a coltivare sin dal ginnasio nel Seminario Aprutino e in quello regionale di Chieti, si concretizzò quando scelsi il Pime, continua fermo e ringrazio il Signore che mi ha chiamato a vivere la mia fede in questo angolo della terra amazzonica. In questi due seminari la mia visione del futuro si aprì all'umanità distante con l'appoggio della mia famiglia, rispondendo alla chiamata di Cristo che mi diresse i passi verso mete lontane da dove vivevo: "Andate per il mondo intero, pregate il Vangelo...". Parole sante, rafforzate dalla testimonianza di cristiani che lungo la storia aiutarono a incontrare il Salvatore. (…).

Il mio sogno é stato ed é ancora che le persone si liberino dal timore, dalla solitudine, dalla politica falsa. Il mio sogno é vedere che il cittadino acquisti i propri diritti e pratichi i doveri, potendo andare con la testa alta, con passo fermo e capace di dialogare con chiunque.

Il mio sogno é che ogni cittadino abbia diritto ai beni comuni, principalmente i bambini e i giovani. Il mio sogno é che uomini e donne, caboclos e índios, vivano uniti e nella pace e pratichino la convivenza nella giustizia e nella fraternità con spirito ottimista.

Il mio sogno é che le chiese, le scuole e i campi sportivi siano luoghi di aggregazione pacifica e di accoglienza, alimentando lo spirito di serenità, generosità e gusto di vivere assieme. E continuo a sognare e ad agire... e su richiesta del Vescovo oggi oriento la mia presenza in modo speciale nel sociale. (…). Il 16 giugno festeggerò tale ricorrenza a Garrufo di Campli, parrocchia di Guazzano e sarei felice di incontrare molti di voi in questa data felice. Intanto vi mando un abbraccio ancora dall'Amazzonia.

 

L'UNICEF ci ricorda

Un mondo condannato alla fame ed alla sofferenza. Sono 800 milioni le persone, da un emisfero all'altro, che soffrono di fame. E non basta, perché la malnutrizione riguarda un numero ben superiore di persone: oltre 2 miliardi. Nel corno d'Africa, cuore della disperazione, l'80% della popolazione soffre di gravi malattie legate alla malnutrizione. I bambini sono soggetti alla caduta di capelli, fino alla calvizie, alla perdita delle unghie e talvolta anche del primo strato di pelle. I1 mondo è pieno di affamati perché le risorse sono mal distribuite.

Occorrono interventi strutturali in grado di modificare le tendenze spontanee dell'economia mondiale. È necessario che i bisogni ed i contributi dei paesi in via di sviluppo ottengano una giusta considerazione nel commercio mondiale.

Liberare dalla fame significa anche liberare dalla guerra, ha detto il Pontefice in un Suo messaggio. "Liberare dalla fame milioni di esseri umani non è impresa facile e presuppone di estirpare le stesse cause alle radici della fame, come guerre e conflitti interni". Ogni anno 11 milioni di bambini muoiono per cause facilmente prevenibili e molti altri si "perdono in mezzo ai vivi", resi invisibili dalla miseria, non registrati alla nascita o costretti a lavorare in condizioni estreme. Come i bambini soldato, o quelli nei bordelli, vittime dello sfruttamento sessuale. Oltre 600 milioni,sotto i 5 anni, devono sopravvivere con meno di un dollaro al giorno, 200 milioni sono affetti da rachitismo per malnutrizione e oltre 110 non vanno a scuola. Ogni minuto 6 ragazzi sotto i 25 anni vengono infettati dall'HIV e l'AIDS colpisce soprattutto l'Africa: su 2,8 milioni di persone morte lo scorso anno il 79% erano africani. 30 milioni di bambini non sono protetti dalle vaccinazioni obbligatorie (nel primo anno di età) e tra questi 11 milioni muoiono per malattie che si potrebbero prevenire.

Che cosa fare? Tutti gli uomini devono e possono battersi per la tutela dei diritti umani, troppo spesso violati. Non può esserci sviluppo se questo non è planetario, ed obiettivi dello sviluppo sono quelli di assicurare una condizione di vita dignitosa, un'alimentazione adeguata, un'assistenza sanitaria, istruzione, lavoro e protezione contro le calamità.

 Scriveteci! 
Dateci la gioia di dialogare con voi,
sentire che ne pensate dei missionari,
quali consigli dareste per fare qualcosa
di buono per gli altri.
 

 
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