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MISSIONARI  

  IERI E OGGI

 

 

    Dicembre, festeggiamo il Natale

Stillate dall’alto, o cieli,
la vostra rugiada
 e dalle nubi scenda a noi il giusto; 
si apra la terra e germogli il Salvatore
(Is. 45,8)

Cieli, rugiada, nubi, terra, germogli. Il profeta Isaia chiama a raccolta tutta la natura per accogliere il Giusto che arriva. Accogliere Cristo, il Messia atteso dalle genti. Il Vangelo ci racconta che è arrivato a Betlemme. Siamo sicuri che nella notte santa c’erano Lui, Maria, Giuseppe, i pastori e un coro d’angeli che annunziavano l’evento agli uomini di buona volontà. Anche i Magi non badarono a spese, affrontarono le difficoltà del viaggio. La stella indicava il cammino, non poteva sbagliarsi.
Ritorniamo alla grotta. Lì ci aspetta Gesù.

Ancora un Natale per noi  
Presepe realizzato da Luciano Bencivenga al PIME di Napoli

Cursi, Santuario Madonna dell’Abbondanza. Presepe di p. Antonio Santoro

Sì, ritorna Natale di Gesù. Ancora gli addobbi, i regali e gli auguri  di circostanza. Aria di festa dovunque: nei negozi, lungo le strade del paese e nella nostra casa. Prepariamo una bella festa al Signore che viene, altrimenti che Natale è?

Ma guardiamoci un po’ intorno. Ci rendiamo conto che le cose da noi non vanno come Gesù vorrebbe: di capricci ne facciamo molti e di testate ne diamo proprio tante. D’altra parte non è facile trovare la risposte ai numerosi perché quando la cronaca giornaliera ci veicola fatti e misfatti, frutto di un mondo che non vuole girare intorno all’asse giusto, il nostro Creatore e Redentore.

Certo che “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”. E se poi fossero molti gli alberi che cadere?

Che non ci amiamo come fratelli è una triste realtà! Sappiamo qual è la via da percorrere e poi ci incamminiamo per sentieri sbagliati che portano altrove. Se ci affacciamo e guardiamo il fenomeno dalla finestra di casa, oltre le nostre pianure, al di là dei nostri mari non è che le cose vadano meglio. In Myanmar (che la vecchia generazione si ostina giustamente a chiamare Birmania) c’era proprio bisogno della repressione armata, prendendosela con in monaci che protestavano senza violenza? Lì, veramente i fratelli hanno ucciso i fratelli. Purtroppo questo sanno fare i senza Dio. “Io birmano ti do il legname pregiato e tu cinese o indiano mi dai il petrolio”. Per questa merce di scambio si calpestano leggi naturali e leggi del buon Dio che ha creato tutto per noi. Ricordiamoci che la legge dell’“Homo homini lupus” non l’ha inventata lui.

La pace messianica invocata dal profeta Isaia doveva mettere d’accordo il lupo e l’agnello, il serpente e il bambino. Chi si ostina a non mettere in pratica una legge fatta di giustizia e amore abbellita dalla verità? E dire che Gesù è venuto proprio per darci una mano, per dirci che da soli non ce la possiamo fare.

Guardiamo al Medio Oriente. Da quelle parti non è che le cose migliorino. Ancora non riescono a mettersi d’accordo. Continuano gli eterni contrasti, senza che si intraveda una soluzione definitiva. Mentre il Signore ha dato generosamente agli ebrei e ai palestinesi la terra e la forza di coltivarla, i contendenti continuano a pensarla in questo modo: il mio è mio e il tuo è anche mio! Non è meglio tracciare dei confini condivisi, abbattere i muri che separano e vivere da buoni vicini di casa? Purtroppo hanno dimenticato che a Betlemme è nato Gesù, che a Nazaret è cresciuto il Figlio di Dio e a Gerusalemme è morto il Salvatore del mondo. Chi si è preso la responsabilità di cacciarlo dalla sua terra?

Se scendiamo verso il sud del globo troviamo tanti Paesi in guerra, lotte tra etnie, mangiapane a tradimento e dittatori che prendono la fetta maggiore. A quelli che lavorano toccano solo le briciole. Il Pime da quelle parti lavora in tre nazioni: Guinea Bissau, Costa D’Avorio e Cameroun. In Guinea, dopo la recente guerra, è aumentata la fame e scarseggiano i beni di prima necessità. Un dato: il Paese ha solo 17 medici su 100.000 abitanti. Ce la possono mai fare? 

 

La Costa D’Avorio, che conta circa 15.600.000 ab., non è che stia proprio male se il 57% è iscritto alle scuole e il Pil pro capite è di 1.630 dollari. Il Cameroun, che grosso modo conta la stessa popolazione della Costa D’Avorio, presenta questo quadro sulla salute: speranza di vita 50 anni, mortalità materna 430 su 100.000, mortalità infantile154 su 1.000, 7 medici su 100.000 persone. 

Fate un confronto con l’Italia e vedrete che i conti non tornano. Purtroppo i nostri constatano che da quelle parti avanzano le malattie “moderne”, anche perché non tutti camminano sulla retta via. In queste situazioni chi paga è sempre il più debole.

Il fenomeno del sud del mondo si aggraverà sempre più. L’assalto degli immigrati alle coste italiane continua ad aumentare e non è facile affrontare il fenomeno. Da un momento all’altro la situazione ci potrebbe sfuggire di mano.

In queste emergenze arriva il Natale di quest’anno. Chi spera in un mondo migliore punta sui diritti umani, ma ci accorgiamo che la strategia non risolve completamente i problemi. E dove mattiamo i diritti di Dio? Li vogliamo mettere in campo, farli allignare tra noi? Da più parte questo ha funzionato, gli uomini hanno trovato la pace, la concordia. Diciamolo a tutti in questo Natale 2007: “Cercate la pace nel posto giusto. Che sia, però, la pace annunziata dagli angeli che anche oggi invitano tutti ad andare al presepe”.   

P. Pasquale Simone

Lampang - Nord Thailandia - Natale                       Una cosa interessante e che mi fa anche un po' sorridere nei piccoli presepi che di solito vedo nei villaggi che visito è che nell'allestire il presepe la gente ci mette dentro tutte le statuine che ha a disposizione. Così a volte salta fuori che Gesù bambino aveva un gemello o anche più di uno, oppure che Maria e San Giuseppe avevano il dono della bilocazione, visto che si trovano al tempo stesso dentro, fuori la stalla ed a volte anche sui monti che fanno da corona alla stalla stessa.

A proposito di stalla: Gesù bambino non deve aver sofferto molto il freddo visto che al posto di un asino ed un bue, a volte c'è un'intera mandria a riscaldare il neonato. 

Quelli che a volte sono un po' scarsi sono i pastori e le pecorelle, anche di angeli se ne vedono pochi... Se provo a fare qualche osservazione mi guardano in modo un po' sorpreso, come a dire: "cosa c'è di strano" oppure "questo è il nostro presepio..." ed in fondo è anche vero. 

Quello è il loro presepio, è la loro festa per Gesù bambino che nasce, perché nasce per loro, come nasce anche per noi. In tutte le parti del mondo, dove ci sono persone pronte ad accoglierlo, o dove c'e' la più assoluta indifferenza, dove c'è la ricchezza o dove c'è la povertà, dove ci sono persone che attendono un "miracolo" che li aiuti a risollevarsi o dove ci sono persone che stanno bene così come sono, dove c'è chi attende il Salvatore o chi crede di bastare a se stesso, dove è opportuno, o dove la Sua presenza è considerata inopportuna... 

Lui nasce per ognuno, in qualsiasi situazione uno si trovi; Lui nasce in ogni cuore, buono o cattivo, fecondo o arido che sia. Usiamo un po' del nostro tempo per preparare il nostro cuore ad incontrarlo nel cuore delle persone che ci circondano.Buon Natale Gesù, il nostro cuore forse è più stretto e freddo della stalla di duemila anni fa, ma tu non disdegni di nascerci dentro. Grazie... Buon Natale Gesù bambino!Buon Natale ad ognuno di noi. 

Con tanta amicizia e riconoscenza       p..Massimo Bolgan

 

  Natale, lezione di povertà 

"Tutta la vita di Gesù è stata una continua lezione di povertà; questo ha insegnato dalla culla di Betlemme"                       Beato Paolo Manna 

 

clicca I missionari del Pime che operano nella comunità di Trentola Ducenta augurano un santo Natale e un felice anno nuovo.

Il Signore attiri tutti alla grotta di Betlemme, dove  contempleranno il Figlio di Dio fatto uomo per ogni razza e nazione.

 

       

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2007 PIME DUCENTA