MISSIONARI DI DUCENTA                 cliccaINIZIO      clicca per accedereNOTIZIE     clicca per mandare un messaggioSCRIVI     rivista Venga il Tuo RegnoVTR    cliccaLINKS   .Piazza B. Paolo Manna 69  TEL. 081.8141201 

    DUCENTA          CARISMA          B.MANNA           SANTI DEL PIME            GIORNALE         GALLERIA FOTOGRAFICA   

 

MISSIONARI  

  IERI E OGGI

 

 

Prossimamente in programma

Martedì 29 aprile   Mostra del libro missionario, quarta edizione. Alle ore 19,00 ci sarà una tavola rotonda sul tema Perché fare missione, oggi? P. Giuseppe Buono presenterà il suo ultimo lavoro: Il Vocabolario della missione, breve saggio di missiologia contemporanea. Modererà l'Avvocato Giuseppe Diana.

La mostra sarà inaugurata da Nicola Pagano, sindaco di Trentola Ducenta.

 

 

 

Domenica 4 maggio
      
ASCENSIONE DEL SIGNOREclicca per ingrandire

       Festa missionaria
              63° Congressino 

 

 

 ... con la consegna del Crocifisso al P. Daniele Mazza,

destinato in Thailandia

 

 

 

 

 

Pellegrinaggio delle Zelatrici
Sabato 12 aprile 2008

"Pellegrinaggio bagnato, Pellegrinaggio fortunato", è stata una delle prime espressioni colta a volo tra le Zelatrici missionarie che il 12 aprile hanno preso parte alla gita-pellegrinaggio ai Santuari di S. Gerardo e Pompei. 

Alle 9,30 avevamo già raggiunto Materdomini per pregare il protettore delle mamme e dei bambini. La chiesa nuova, la sala dei fiocchi, la mostra dei presepi, il museo, la stanza del Santo e la sala dei ricordi è stato l’itinerario seguito per ricordare il Santo morto all’età di 29 anni. Il biografo di oggi, più attento e critico rispetto al passato, registra miracoli ed episodi di un religioso laico umile che ha imparato alla scuola di S. Alfonso Maria De’ Liguori, fondatore dei Redentoristi. Questi che oggi curano in modo egregio la memoria del Santo nato a Nusco il 1726 e morto a Materdomini il 1755, danno vita a un fervore di opere che servono a quanti sono alla ricerca di momenti di riflessione e di preghiera.

 Alle 11,00 tutti nella cappella antica, ricostruita dopo il disatroso terremoto del 1980, dove si conservano le venerate spoglie del Santo, per prendere parte alla celebrazione eucaristica in comunione con uno stuolo di pellegrini giunti da ogni dove. Ha presieduto p. Gerardo, redentorista, che all’omelia ha offerto una devota commemorazione di s. Gerardo.

Alla fine della celebrazione due signore hanno letto la "preghiera della mamma", per chiedere la protezione per i figli, gioia e dolore per i tempi che corrono, e porgere una supplica per avere la gioia della maternità. Ha fatto seguito il pranzo,

servito nel ristorante del Santuario e fatto di sapori locali. 

Nel pomeriggio, con il tempo ritornato al bello della stagione primaverile, ci siamo trasferiti al santuario di Pompei. Qui abbiamo recitato la Supplica e partecipato alla messa prefestiva, all’inizio della quale il celebrante ha fatto notare la presenza del nostro gruppo "impegnato per le opere portate avanti dai Missionari del Pime".  

Una posa con il superiore P. Luciano Panella  

Qualcuno ha sottolineato l’espressione geniale e colorita usata dal sacerdote presidente: "Addò iate senza ‘o Pataterno?" (Dove andate senza l’aiuto di Dio Padre?).   

Due i punti di arrivo di fine pellegrinaggio: Mugnano, rappresentato dal gruppo più numeroso, e Ducenta. Ai saluti non si poteva che esprimere gioia e simpatia per la giornata trascorsa in fraternità da chi dal mese i ottobre ha partecipato ai ritiri mensili celebrati a Ducenta, alla scuola del Beato Paolo Manna. 

 Ci si è dato appuntamento al 4 maggio, per il 63° Congressino Missionario, durante il quale sarà consegnato il Crocifisso al P. Daniele Mazza, destinato in Bangladesh.

 

Come sono andati i fatti

Caduti in terra… per portare frutto   Veglia di Preghiera in memoria dei missionari martiri al Pime di Trentola Ducenta

"Non c'è amore più grande di questo: dare la vita per gli amici". Queste le parole che hanno aperto la veglia di preghiera in memoria dei Missionari Martiri uccisi nell'anno 2007, che si è svolta al Pime di Trentola Ducenta lo scorso sabato 29 marzo. 

Un momento di preghiera e raccoglimento all'insegna del ricordo di chi non ha esitato a donare la vita per testimoniare l'Amore di Cristo; non un ricordo fine a se stesso, bensì un tentativo di raccogliere i frutti del sacrificio di tali persone, allo scopo di divenire noi stessi annunciatori senza riserve del messaggio evangelico. 

L'incontro, presieduto dal rettore padre Pasquale Simone, ha dato spazio all'orazione e all'essenziale, coinvolgendo profondamente i fedeli, assorti nel ripensare alle scene del martirio di missionari che hanno prestato servizio in angoli diversi dei vari continenti.  Il tutto accompagnato da simbologie che hanno reso maggiormente tangibile l'impegno che il Cristiano dovrebbe assumere nella propria esperienza di vita. 

La presentazione all'altare della croce ha immediatamente ricordato il sacrificio di Cristo, il quale, versando il proprio sangue per la salvezza dell'umanità, ci coinvolge in prima persona. La croce, simbolo della nostra redenzione, è la stessa che il missionario in partenza abbraccia, disposto a portarla a conoscenza delle genti, lontane e non, fino al sacrificio della propria vita. L'intronizzazione della Parola ha introdotto la liturgia della Parola, nel corso della quale si è sprigionata con forza l'espressione "Vogliamo vedere Gesù"; un grido che è sembrato uscire dall'intimo di ciascuno, sostenuto dal desiderio di comprendere concretamente l'Amore del Padre. 

 

La simbologia successiva ha avuto la prontezza di concretizzare il messaggio riportato dall'evangelista Giovanni: ai piedi della croce è stato posto un vaso pieno di terra, e su di essa è stato versato un calice di vino, a memoria del sangue versato da ogni missionario martire

Tale gesto ha rappresentato soltanto l'introduzione al momento probabilmente più sentito: la lettura del martirologio. 

Una lettura sicuramente non sterile, dal momento che lo spirito che la ha accompagnata è risultato carico della speranza di vedere realizzato quanto segue: 

"Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto". 

Al nome di ogni missionario morto nell'anno 2007, dunque, è stata portata all'altare una spiga di grano che, deposta nel vaso ai piedi della croce, ha reso chiara l'espressione di Tertulliano "Il sangue dei martiri è seme dei Cristiani".  

Il quadro riassuntivo dell'anno 2007 mostra come ancora elevato sia il numero di missionari uccisi: 

15 sacerdoti, 3 diaconi, 1 religioso, 1 religiosa, 1 seminarista, di cui 5 nativi dell'America, 4 Africani, 4 Europei e 8 Asiatici. Le uccisioni sono state realizzate in continenti differenti:       7 in America, 4 in Africa, 2 in Europa e 8 in Asia. 

Subito dopo si è passati all'ascolto delle testimonianze lasciate da padre Carzedda, missionario del Pime ucciso nelle Filippine nel 1992; 

don Peppino Diana, sacerdote diocesano assassinato nel 1994 in Italia; 

padre Ottorino Maule, missionario saveriano martirizzato in Burundi nel 1995; 

suor Leonella Sgorbati, missionaria della Consolata, uccisa nel 2006 in Somalia.

La veglia si è conclusa con la preghiera comunitaria, espressione della fede e della speranza che il popolo di Dio nutre nella forza redentrice e salvifica della Croce di Cristo.

L'atmosfera che il ricordo del sangue dei Martiri ha creato nei cuori dei presenti sente ora la necessità di essere alimentata piuttosto che farla diventare qualcosa di effimero. 

È un'esperienza che deve temprare il carattere di ogni Cristiano, affinché si riesca ad accogliere la vita come un dono e, allo stesso tempo, ad acquisire il coraggio di sacrificarsi per divenire partecipi dell'Amore del Padre, quell'Amore "che dona tutto, che si offre a tutti, senza limiti fino agli estremi confini della Terra". 

Antonio Russo

 

Il gruppo Giovani e Missione,          ancora insieme      Ducenta, 6 aprile 2008

Un nutrito gruppo di ragazzi ha preso parte alla giornata organizzata a Ducenta da "Giovani e Missione", sotto la guida dei Padri del Pime Mario Vincoli e Giuseppe Carrara, e le Missionarie dell'Immacolata.

Sono stati accesi i riflettori sul tema: Africa, missione e inculturazione.

P. Giuseppe Carrara, dopo la preghiera iniziale, ha parlato dell'inculturazione del Vangelo. 

E' partito dalla felice descrizione: L'inculturazione è un processo per cui nell'attività di evangelizzazione vengono utilizzati e valorizzati gli aspetti della cultura a cui ci si rivolge. Ha proseguito richiamando i criteri e i principi che regolano l'inculturazione:

1) Cristologico: Cristo è modello di inculturazione; si è fatto uomo; si è inserito pienamente nella vita della gente del suo tempo. Cristo ha saputo essere critico verso la cultura, per portare la novità del Vangelo. Spesso ha trovato resistenze, e per questo è stato messo in croce.

2) Ecclesiologico: l'inculturazione è un'attività della Chiesa nella sua totalità e unità; la comunicazione e l'unità possono frenare il processo di inculturazione, ma lo rendono più efficace, perché testimoniano il centro del Cristianesimo: l'Amore.

3) Antropologico: I'inculturazione promuove l'uomo, tutto l'uomo nella  *dimensione fisica: liberazione dalle sofferenze e dalla morte; *dimensione sociale: liberazione dall'ingiustizia; *dimensione razionale: liberazione dall'ignoranza;  *dimensione spirituale: liberazione dal peccato.

Suor Paola Vizzotto,

Missionaria dell'Immacolata, è venuta da Roma per raccontare nel pomeriggio la "sua Africa". Tanti ricordi e tanti episodi degli anni trascorsi in Camerun, dove ha "sudato" per inculturarsi. 

Camminare con la gente e condividere tempo e salute con il gregge che Gesù le aveva affidato è stata la costante della sua vita di Missionaria consacrata a vita. Giornalista affermata, ha trovato tempi e modi per veicolare, quasi ponte della comunicazione, ai lettori della terra d'origine esperienze e testimonianze che edificano tutti quelli che mettono la Missione al posto d'onore. 

Ha lavorato particolarmente nelle carceri del Camerun, dove ha sentito la chiamata ad essere la suora che cammina con quest'ultimi della terra. 

Ha dato diversi input per far capire a chi ascoltava con interesse che la vocazione missionaria è una grande scelta; lei non si è mai pentita di aver fatto della missione la sua vita. 

Ha dato per scontato che ci possono essere ostacoli che si oppongono alla proposta del Signore; ma tutto ciò che è grande va conquistato con impegno. Ci ha detto una signora del secondo gruppo ospite del Pime di Ducenta: "Come ha parlato bene quella suora, durante la messa". 

Era proprio suor Paola che ha rivolto ai giovani una sua riflessione durante la celebrazione eucaristica. Oggi suor Paola Vizotto, ritornata dall'Africa, si dedica all'apostolato delle carceri di Rebibbia.

 

                     torna a pagina 1

     

   
   

2007 PIME DUCENTA