e momenti di
fraternizzazione hanno preceduto le confessioni e la
celebrazione Eucaristica. All'omelia il celebrante ha
preso lo spunto dal tempo pasquale che stiamo vivendo.
Ha ricordato che non c'è santità ed evangelizzazione
se non scegliamo Cristo come pietra angolare; solo con
Lui possiamo riuscire a fare qualcosa di buono.
Prima di lasciare la Casa il sig.
Sigillo ha promesso di portare alcuni dei suoi amici al
prossimo Congressino Missionario del 4 maggio e, come
segno di collaborazione, si è impegnato a vendere i
biglietti della sottoscrizione di beneficenza, il cui
ricavato sarà destinato ai fratelli lebbrosi
dell'India.
Un ritiro per 90 ragazzi. Ducenta,
19-04-'08
Un soffio, una vela…,
è stato questo il motto del ritiro,
anima del tema che ha orientato i vari momenti della
giornata trascorsa a Ducenta da 90 ragazzi di terza
media che frequentano la Scuola dei Fratelli Maristi di
Giugliano.
Novanta ragazzi del corso di cresima che hanno bisogno
di tempi e luoghi per capire come affrontare la vita
cristiana nel futuro che è già prossimo.
Hanno iniziato con un momento di
preghiera nella cappella del Beato Manna.
"Camminate secondo lo Spirito" è stato il
primo richiamo per riflettere seriamente su quanto dice
S. Paolo ai Galati (5,16 e ss.): "Il frutto dello
Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza,
benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé…".
L'altro momento di riflessione
prendeva lo spunto dall'espressione: "Scelti al di
là delle apparenze".
Il primo libro di Samuele
(16,1-13) ricorda la chiamata di Davide e la sua
consacrazione come re del popolo di Dio. Un passo dice:
"L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il
cuore". Chi sceglie è Dio, e Dio ha dei progetti
speciali anche per i novanta ragazzi presenti al
ritiro.
E' arrivato poi il momento delle
confessioni, ascoltate da 4 Padri della comunità di
Ducenta. Silenzio, preghiera e raccoglimento erano
nell'aria che si respirava nella cappella, diventata
luogo di penitenza.
Questo tempo dedicato alla propria
riconciliazione è stato preceduto dal "tempo del
deserto". Il silenzio è necessario per far parlare
il Signore che ci guida nel pellegrinaggio della
vita.
Alle 17,00 c'è stata la preghiera
finale. Nel lasciare i luoghi del ritiro, allietati da
una splendida giornata primaverile, qualcuno avrà
ricordato un canto eseguito durante il ritiro: "E'
bello andare coi miei fratelli per le vie del mondo e
poi scoprire Te nascosto in ogni cuor".
Il gruppo Giovani e Missione,
ancora insieme Ducenta, 6 aprile 2008
Un nutrito gruppo di ragazzi ha
preso parte alla giornata organizzata a Ducenta da
"Giovani e Missione", sotto la guida dei Padri
del Pime Mario Vincoli e Giuseppe Carrara, e le
Missionarie dell'Immacolata.
Sono stati accesi i riflettori sul tema: Africa,
missione e inculturazione.
P. Giuseppe Carrara, dopo la
preghiera iniziale, ha parlato dell'inculturazione del
Vangelo.
E' partito dalla felice descrizione: L'inculturazione
è un processo per cui nell'attività di
evangelizzazione vengono utilizzati e valorizzati gli
aspetti della cultura a cui ci si rivolge. Ha proseguito
richiamando i criteri e i principi che regolano
l'inculturazione:
1) Cristologico: Cristo è
modello di inculturazione; si è fatto uomo; si è
inserito pienamente nella vita della gente del suo
tempo. Cristo ha saputo essere critico verso la cultura,
per portare la novità del Vangelo. Spesso ha trovato
resistenze, e per questo è stato messo in croce.
2) Ecclesiologico:
l'inculturazione è un'attività della Chiesa nella sua
totalità e unità; la comunicazione e l'unità possono
frenare il processo di inculturazione, ma lo rendono
più efficace, perché testimoniano il centro del
Cristianesimo: l'Amore.
3) Antropologico: I'inculturazione
promuove l'uomo, tutto l'uomo nella *dimensione fisica:
liberazione dalle sofferenze e dalla morte; *dimensione
sociale: liberazione dall'ingiustizia; *dimensione
razionale: liberazione dall'ignoranza; *dimensione
spirituale: liberazione dal peccato.
Suor Paola Vizzotto,
Missionaria dell'Immacolata, è venuta da
Roma per
raccontare nel pomeriggio la "sua Africa".
Tanti ricordi e tanti episodi degli anni trascorsi in
Camerun, dove ha "sudato" per inculturarsi.
Camminare con la gente e condividere tempo e salute con
il gregge che Gesù le aveva affidato è stata la
costante della sua vita di Missionaria consacrata a
vita.
Giornalista affermata, ha trovato tempi e modi per
veicolare, quasi ponte della comunicazione, ai lettori
della terra d'origine esperienze e testimonianze che
edificano tutti quelli che mettono la Missione al posto
d'onore.
Ha lavorato particolarmente nelle
carceri del Camerun, dove ha sentito la chiamata ad
essere la suora che cammina con quest'ultimi della
terra.
Ha dato diversi input per far capire a chi
ascoltava con interesse che la vocazione missionaria è
una grande scelta; lei non si è mai pentita di aver
fatto della missione la sua vita.
Ha dato per scontato
che ci possono essere ostacoli che si oppongono alla
proposta del Signore; ma tutto ciò che è grande va
conquistato con impegno.
Ci ha detto una signora del
secondo gruppo ospite del Pime di Ducenta: "Come ha
parlato bene quella suora, durante la messa".
Era
proprio suor Paola che ha rivolto ai giovani una sua
riflessione durante la celebrazione eucaristica.
Oggi
suor Paola Vizotto, ritornata dall'Africa, si dedica
all'apostolato delle carceri di Rebibbia.
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