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MISSIONARI  

  IERI E OGGI

 

 

 Siamo arrivati a giugno

 Giugno nell'immaginario collettivo, almeno in Italia, è il mese del passaggio e dell'attesa. E' tempo di esami, tempo del raccolto e periodo che ci porta all'estate. 

Molti lo trascorrono pensando a un viaggio o da realizzare nel tempo di ferie. Per qualcuno, come i giovani, è tempo di decisione: scegliere cosa fare nella vita. Tra questi c'è anche chi, pensando alle missioni, vive esperienze che aprono il cuore al Signore

che manifesta il disegno progettato per ognuno. Giugno è il mese del Sacro Cuore: quel cuore che ha tanto amato e ama gli uomini.

 

Voglia di sognare

Non so perché, ma in questi giorni ho tanta voglia di sognare. Sognare in positivo, sognare qualcosa che deve accadere e che deve essere a vantaggio di tutti, dei grandi e dei piccoli, dei giovani e degli anziani, degli uomini e delle donne.

Guardando in giro sembra che non ci sia più spazio per sognare, desiderare che tutti siano migliori, si rispettino tra loro, si impegnino a dare una mano a chi è in difficoltà, aiutino chi proprio non ce la fa ad andare avanti. Siamo tutti spettatori di un assurdo: dopo un attento esame, anche se vediamo chiara la soluzione, ci facciamo vincere dai se e da ma e ci tiriamo indietro; non facciamo la nostra parte. 

Sembra che l'uomo sia pieno di contraddizioni. Spesso cade in contraddizione con facilità. Quando dovrebbe scomodarsi un po', rinunciando a qualcosa, perde l'occasione di fare il bene, di portare il suo mattone per la costruzione di una società più giusta. Se desse il suo piccolo contributo, se donasse una briciola delle sue capacità, allora sì che il sogno diventerebbe realtà. 

Mi sembra che in giro ci sia troppo pessimismo. Ci sono diversi segnali per ritenere che si stia liquidando la speranza. Attenti a non cadere nel tranello! Le forze avverse hanno assunto il compito di seminare sfiducia, hanno scelto la missione di intorbidare le acque, e se non vediamo chiaro sarà difficile cavarcela. Durante la giornata tutti vediamo situazioni difficili, tanti episodi tristi cadono sotto la nostra osservazione. 

Ma, nonostante tutto, non vi nascondo che spesso mi sorprendo a sognare. Come missionario, forse, ho un motivo in più per farlo. Nel mio piccolo mi sforzo di andare oltre la convenienza, spesso dico che non bisogna fare distinzione di persone, bisogna prodigarsi per tutti perché chiunque ci passa accanto è un fratello, un cercatore di Dio. Se c'è da dare precedenza dobbiamo aiutare chi è preoccupato e si è stancato di lottare. Se lo ascoltiamo non ci vuole molto a capire che la sua situazione è precaria: prima del pane ha bisogno di serenità, ha bisogno di Dio. 

A chi è a corto di speranza proviamo a far leggere il famoso passo del Vangelo sulla provvidenza: "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?       E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Mt 6, 26-33). 

Non vi sembra che se lo mettiamo su questa lunghezza d'onda il sogno si possa avverare anche per lui? E per appellarci a un grande che "è stato afferrato da Dio" possiamo aggiungere quanto scrisse San. Paolo ai Romani: "Ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati" (Rm 8, 23-24). E visto che San Paolo predicava la speranza, seguiamolo e non smettiamo di sognare. 

Più di una volta mi è capitato di incontrare persone sfiduciate che avevano deciso di mollare: "Se bisogna subire affronti, accusare sconfitte, non essere apprezzati, non vale la pena continuare". Non è stato facile capire dove era il debole, che cosa li aveva spinti a calare le braccia. In alcuni casi si erano verificate delle cause che facevano pendere per una resa. 

"Ma chi me lo fa fare" era diventato un triste ritornello. Ogni volta c'è voluta una buona dose di pazienza e tanta disponibilità all'ascolto. Davo delle timide risposte, anche se non sempre sufficienti a far trovare una soluzione. Tuttavia il suggerimento di chiedere al Signore che via prendere, quasi sempre apriva uno varco verso la speranza. E con mia soddisfazione notavo che la persona arrivata al bivio incominciava ad avere fiducia in sé, ricominciava a sognare.

Una missione per la prossima estate: Se vi troverete ad affiancare chi è sfiduciato, provate anche voi ad invitarlo a sognare, a sognare in positivo alla luce del Signore che ci ama. Sognate e sognate sempre, ma con lo sguardo rivolto al Signore.

 

Il messaggio del Papa per la GMG 2008 parla missione.

"Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni" (At 1,8), è il tema del messaggio scelto da Benedetto XVI per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà a Sydney

                  dal 15 al 20 luglio 2008. Ci piace riportare quanto dice il Santo Padre al n. 7 sulla necessità e urgenza della missione.  

Egli si rivolge ai giovani che guardano alla loro vita con apprensione per le sfide da affrontare e dice loro di reagire e di rendersi disponibili alla missione: "Ancora una volta vi ripeto che solo Cristo può colmare le aspirazioni più intime del cuore umano; solo Lui è capace di umanizzare l'umanità e condurla alla sua divinizzazione". 

Li sprona quindi a mettersi al servizio del Vangelo: "Occorre ricordarlo ancora, possiamo essere testimoni di Cristo solo se ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, che è l'agente principale dell'evangelizzazione e il protagonista della missione". 

Dopo aver affermato che annunciare il Vangelo e testimoniare la fede è oggi più che necessario, aggiunge: "Il Vangelo continua nei secoli a diffondersi grazie a uomini e donne animati dallo stesso loro zelo missionario". 

Un invito diretto: "Anche oggi occorrono giovani che lasciano ardere dentro di sé l'amore di Dio e rispondono generosamente al suo appello pressante, come hanno fatto tanti giovani beati e santi del passato e anche di tempi a noi vicini".

Spiega come l'area giovanile può essere un segno con cui lo Spirito intende spingere i giovani a farsi carico di questo impegno: "Voi conoscete le idealità, i linguaggi, ed anche le ferite, le attese, ed insieme la voglia di bene dei vostri coetanei. Si apre il vasto mondo degli affari, del lavoro, della formazione, dell'attesa, della sofferenza giovanile…". 

Passa all'appello finale: "Ognuno di voi abbia il coraggio di promettere allo Spirito Santo di portare un giovane a Gesù Cristo, nel modo che ritiene migliore, sapendo "rendere conto della speranza che è in lui, con dolcezza" (cfr 1 Pt 3,15).

    Ma per raggiungere questo scopo, cari amici, siate santi, siate missionari, poiché non si può mai separare la santità dalla missione (cfr Redemptoris missio, 90). 

Non abbiate paura di diventare santi missionari come san Francesco Saverio, che ha percorso l'Estremo Oriente annunciando la Buona Novella fino allo stremo delle forze, o come santa Teresa del Bambino Gesù, che fu missionaria pur non avendo lasciato il Carmelo: sia l´uno che l´altra sono "Patroni delle Missioni". 

Siate pronti a porre in gioco la vostra vita per illuminare il mondo con la verità di Cristo; per rispondere con amore all´odio e al disprezzo della vita; per proclamare la speranza di Cristo risorto in ogni angolo della terra".

 

  I detti dei nostri missionari

P. Paolo Manna, facendo un appello per le vocazioni alle Missioni estere, scriveva: "Il Cuore di Gesù è l'ispiratore e re del nostro seminario (di Ducenta).

Chi ama quel Cuore che ci ha tanto amati, che ne intende i desideri e le brame, chi capisce che cosa vuol dire dare missionari alla Chiesa, salvare le anime, non può non venire in aiuto nostro che tutte le forze nostre,tutti gli istanti della nostra vita abbiamo dedicati, consacrati, sacrificati al successo di quest'Opera che deve segnare il trionfo del Cuore di Gesù su molti popoli e nazioni che ancora non Lo conoscono e non lo amano".

Beato Paolo Manna (1872 - 1952)

 

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