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MISSIONARI  

  IERI E OGGI

 

 

PROSSIMAMENTE A DUCENTA

Domenica 5 ottobre. Primo ritiro delle Zelatrici di Venga il Tuo Regno e amici del Pime. Ore 9,30 celebrazione Eucaristica – Riflessione di un missionario – Pranzo - Preghiera conclusiva.

Domenica 12 ottobre. Primo incontro del gruppo Giovani e Missione. Orienteranno i Padri del Pime e le Missionarie dell’Immacolata.

 

CRONACA DEGLI AVVENIMENTI

Incontri d'estate

Arrivano a Ducenta 3 seminaristi della Guinea Bissau.

Raul, Federico e Domingos saranno nostri ospiti nei prossimo giorni. P. Francisco Gomes li ha accolti all'aeroporto di Roma e, sbrigate le prime pratiche richieste per gli stranieri, li ha portati a Ducenta e li accompagnerà per visitare le nostre case, per conoscere qualcosa dell'Italia. Hanno già vissuto la prima avventura: all'aeroporto di Fiumicino non sono arrivati tutti i bagagli… "Roba di ordinaria disorganizzazione - ha commentato qualcuno - ma che ti costringe ad andare al negozio e comprare qualche capo di biancheria". Provenienti dalla Guinea Bissau, dove lavorano i missionari del Pime, entreranno nel seminario filosofico che l'Istituto tiene a Roma. Qui studieranno l'italiano e frequenteranno l'anno di spiritualità, passaggio obbligato prima iniziare gli studi di teologia. Alla domanda perché hanno scelto il Pime, ci hanno risposto che appartengono alla parrocchia tenuta dai nostri in Africa e sentono forte l'invito di Gesù che li invita a scegliere la vita missionaria. 

Sui loro volti si legge curiosità e voglia di sapere; atteggiamento normale di chi si trova in un mondo conosciuto solo attraversi i mezzi di comunicazione, ma che la realtà incornicia di sfumature diverse, spesso interessanti. 

A pranzo c'è stato un intrecciarsi di sguardi, anche perché i tre Guineesi parlano solo portoghese. In noi della casa, in buona parte di età avanzata, c'è stata una ventata di simpatia e di certezza che il Signore sia in patria che all'estero trova chi un domani prenderà il nostro posto. Al pranzo ha fatto seguito la visita lampo alla cappella del Beato Manna, del quale i giovani hanno sentito raccontare dai nostri in Guinea, e quattro passi lungo il viale del giardino, in fondo al quale si ammira e si prega la Madonna "Regina delle Missioni".

 

Eletto il Consiglio della Regione Italia

Nella foto da sinistra: p. Pasquale Simone, consigliere; p. Pietro Pisoni, vice regionale; p. Bruno Piccolo, regionale; p. Giancarlo Politi, consigliere; p. Fabio Motta, consigliere.

"Fare sistema" e "Fare squadra" sono espressioni che in certi ambienti sono abusati ma per noi del Pime dovrebbero essere parola d'ordine: convinti che solo se si lavora insieme si possono affrontare situazioni e risolvere problemi. 

Con questo spirito i cinque si sono riuniti, incontrandosi per accendere i primi riflettori sul panorama della presenza Pime in Italia. Il luogo scelto è stato il Monastero benedettino dei santi Pietro e Paolo in Viboldone, nella Bassa milanese. Per ora niente di ufficiale, perché la squadra entrerà in carica il 13 ottobre prossimo. L'ambiente ovattato di silenzio e la preghiera condivisa con le monache Benedettine hanno fatto da cornice ai progetti appena abbozzati. 

I nuovi eletti chiedono simpatia e preghiera al Padre della Messe che chiama tutti a lavorare per l'estensione del Regno di Dio fino agli ultimi confini della terra.

 

Madonna di Porto Salvo                           Gaeta, 10 agosto 2008.

"Di Porto Salvo Madre - Madre di nostra terra - Proteggi ognor clemente - chiunque s'affida a te".

Era questa una delle strofe dell'inno mariano che il coro, accompagnato dalla banda di Gaeta, ha cantato durante la tradizionale processione della seconda domenica di agosto. 

Ha partecipato una moltitudine di devoti partita dalla chiesa degli Scalzi o allineati lungo i bordi di via Indipendenza e del lungomare Giovanni Caboto.C'erano tutti: il clero, le associazioni, le autorità, persone di tutte le età e i portatori dell'antica statua, la "Madonna nostra", con le mantelline blu mare, indossate con orgoglio e devozione. 

Uno spazio speciale è toccato alla corona di alloro portata dalla Marina Militare e destinata ai caduti in mare. 

Ha presieduto l'Arcivescovo di Gaeta mons. Bernardo Fabio D'Onorio che dal volto esprimeva emozione e gioia per questa prima partecipazione alla grande festa in onore della Madonna di Porto Salvo.

E c'è stata subito la novità. Sua Eccellenza, driblando gli schemi e i libretti preparati con cura dalla commissione, ha preso il microfono e ha invitato tutti a recitare devotamente molte Ave Maria ed invocazioni litaniche, suggerendo di volta in volta le intenzioni: per gli ammalati, i naviganti vivi e defunti e la conversione di tutti, vicini e lontani.Più volte ha invitato i sonnacchiosi bagnanti che affollavano il lungo percorso: "Preghiamo tutti insieme la nostra Madre del cielo; anche voi uomini, non vi vergognate di ripetere forte l'Ave Maria". 

Dopo via Indipendenza e lungomare Caboto, arrembaggio per conquistare un posto sul pontone messo a disposizione, come ogni anno, dal sig. Salvatore Spinosa. 

Molti i vigili e i marinai presenti addetti alla sicurezza di chi poteva rischiare il tuffo in acqua. Ma la voglia di raccontare un domani che "nella processione a mare c'ero anch'io" è come una febbre che prende tutti, devoti e semplici cercatori di emozioni.

E poi finalmente lei, la "Madonna nostra", collocata nella nicchia alta per proteggere tutti. Una volta iniziata la traversata, nonostante il tentativo dell'Arcivescovo che voleva intonare inni e canti in onore della sempre Vergine, non si è potuto evitare il chiacchiericcio del politico che ci teneva a farsi notare, del militare del mare che si sentiva a casa propria, di un discendente di Casa Savoia che vantava lontani prestigi, tutti ad ammirare la sfilata delle barche, dei pescherecci e dei fuori bordo accorsi per un corteo speciale per una Signora speciale: la Madonna di Porto Salvo. 

Alla Punta Stendardo l'atto solenne del pomeriggio. Mentre la prima cornetta della banda cittadina, suonata brillantemente dall'inossidabile Mianino, intonava il silenzio i marinai lanciavano in mare la corona in onore dei caduti di tutte le missioni belliche o dei viaggi rischiosi, affrontati per difendere la patria o per portare a casa il necessario per vivere. 

Rientrati a terra e percorso ancora il lungomare Caboto e via Indipendenza ci si è radunati nel nuovo spiazzale di Villa delle Sirene.

La Messa solenne, l'omelia ben preparata dall'Ordinario e ancora un bagno di folla al calar del sole sulla città di mare che ha espresso fede e attenzione al ricordo del mistero della divina maternità di Maria.Peccato che i tanti presenti non sempre hanno aperto bocca, o per rispetto umano o perché non coinvolti nel modo giusto a lodare la Madre di Gesù e Madre di tutti. 

L'atto finale dava una degna conclusione alla festa: tutti a lodare Maria nel 25° vicolo che mena dritto alla rampa di scale che porta alla chiesa parrocchiale dei ss. Cosma e Damiano; ancora la banda a suonare l'inno (O Madre portentosa - che sei del ciel Regina - Su noi lo sguardo inchina - Del tuo materno amor. Fa che del cielo il porto - Da noi raggiunto sia - Ove direm la pia - Lode in eterno a Te).

E poi mons. D'Onorio a intonare le lodi della Madonna; la benedizione con la reliquia e i veloci ringraziamenti del parroco don Giuseppe Rosoni; per finire in gloria con l'alzata al cielo della venerata statua della Madonna al grido di Viva Maria, accompagnata dagli applausi scroscianti e liberatori di una devozione rafforzata da un pomeriggio dedicato a colei che merita la nostra lode. 

       ... e di tutti i gemiti
          ho fatto corolla d'ardore.
             Maria di Porto Salvo
 
            benedicendo s'inoltra ignara:
           dei fedeli sul Lungomare in festa
            diventa stella volontaria.
         Oh, Madonna, sostienimi!
 
          Gaeta marinara omaggia
 
            la sua Storia.
         Dal Castello assistiamo silenziosi:
 
            un film rallentato
           il mio pianto solitario.
                                               
  Sandra Cervone

E "Viva Maria"! lo dice anche chi per la terza volta ha avuto la gioia di prendere parte alla processione della Madonna di Porto Salvo che, a quanto dice la cronaca, nel passato ha visto spesso la collaborazione dei missionari del Pime, che a Gaeta chiamano i missionari della Montagna Spaccata.

 

Dom Arcangelo Cerqua ritorna a Parintins       
                                   di p. Pasquale Simone 

Tutto è cominciato il 16 luglio 2008 all'aeroporto Jùlio Belém di Parintins, dove fin dalle prime ore del mattino si sono dati appuntamento il Vescovo Giuliano Frigeni, i padri del PIME, le associazioni e le autorità civili e militari.

Un volo speciale proveniente da Manaus ha trasportato la salma di Dom Arcangelo,

accompagnato da p. Enrico Uggé, Superiore Regionale dell'Amazonas, Suor Rosanna Marchetti, Superiora Provinciale delle Missionarie dell'Immacolata e una delegazione di laici della capitale. 

Il vescovo dopo aver benedetto la salma che è stata deposta su un camion dei pompieri, ha detto alla folla presente di procedere cantando e pregando.

Il corteo, composto da un mare di persone in moto, motorini, auto e pulmans si è fermato in vari posti per gli omaggi da rivolgere al "Mito di Parintins", atteso da 18 anni. 

Prima fermata alla sede del gruppo folkloristico "Bue Garantido", per poi passare all'ospedale Padre Colombo, alla parrocchia S. Giuseppe, Radio Alvorada ed "Escola audio-comunicação p. Paulo Manna". 

 Opere sociali di mons. Cerqua

- Ospedale p. Colombo
- Casa p. Vittorio, per il recupero dei lebbrosi
-  L’isola della pace…fr. Galliani
-  Scuola Madonna del Carmine
-  Asilo
-  Casa di recupero…
-   Radio Alvorada
-   Fabbrica dei mattoni P Colomo
-  Centro di formazione Macurany
-  Cine – Teatro della pace
- Scuola Audio Comunicazione p. Paolo
       Manna    (per sordomuti)
 

Qui le autorità si sono radunate nell'auditorio per assistere ad un brillante ed significativo spettacolo interpretato dai giovani sordomuti.

Oggi nell'ospedale di p. Colombo, a Parintins, facciamo tutto, solo non apriamo la testa…
Mons. Arcangelo Cerqua, che mi volle in questo importante ospedale, fu la colonna per la società. Diede corpo a anima, tutte le sue capacità per costruire questo struttura. Quando mi scelse come primario mi disse di aiutare specialmente il poveri.
Era un uomo austero, conservatore. Se un prete guardava una donna con "occhio di serpente morto", subito lo mandava in Italia. Era conservatore, serio e amico. Fece molte opere sociali e mons. Giuliano, il vescovo attuale, sta continuando sulla stessa linea.

                   Dott. Raimondo Correia, primario

La cerimonia civile si è svolta nella vasta piazza antistante la parrocchia del Sacro Cuore, che agli inizi della prelazia di Parintins era chiesa cattedrale. 

Cantati l'inno pontificio e quello brasiliano, eseguiti dal coro Santa Chiara, si sono avvicendate le diverse autorità.  La signora Godete, presidente della Camera Municipale ha elogiato il festeggiato a nome dei laici impegnati sia in campo civile che religioso. 

È stata quindi la volta dell'amministratore dell'ospedale Padre Colombo che ha ricordato le numerose opere realizzare da mons. Cerqua, e il sindaco di Maués Odivaldo Miguel Paiva che, tra l'altro, ha detto che Dom Arcangelo "è stato sempre a fianco degli umili".

Particolare attenzione è stata prestata all'intervento di Nicola Pagano, sindaco di Trentola Ducenta (CE) che faceva parte della delegazione italiana composta anche dalle sorelle Fernanda e Arcangela Cerqua e dal sottoscritto. 

"Ho visto con molto piacere - ha detto tra l'altro Pagano - che a Parintins non c'è solo uno sviluppo strutturale, ma anche una scuola ben organizzata e una buona sanità. Sono veramente felice di essere tra voi. Il mio cuore da questo momento starà vicino a questa terra meravigliosa". 

A questo punto c'è stato lo scambio dei doni: il sig. Pagano ha offerto il gagliardetto del comune di Trentola Ducenta, il sindaco di Parintins ha ricambiato con una scultura in legno, simbolo della foresta amazzonica. 

Le sorelle Cerqua, commosse, hanno messo per iscritto un messaggio tradotto dal Vescovo: "A nome di tutta la famiglia Cerqua, vi abbracciamo e ringraziamo di cuore.

L'amore e l'affetto che abbiamo visto nei vostri occhi li porteremo con noi e racconteremo al resto della famiglia che abbiamo lasciato il nostro caro "zio" a persone che lo hanno amato veramente e che continueranno ad amarlo". 

P. Enrico Uggé ha ricordato a volo d'uccello quello che ha realizzato il Pime in oltre cinquant'anni di presenza nel Brasile nord. 

Una storia lunga fatta di missionari che hanno donato tutto sé stessi per il regno di Dio e il bene del prossimo. 

Accorato è stato, poi, l'intervento del sig. Basilio Tenòrio, Presidente dell'Istituto Geografico di Parintins. 

Il sig. Frank Bi Garcia, sindaco di Parintins, ha avuto parole di gratitudine per tutto quello che ha realizzato Dom. Arcangelo Cerqua, del quale ha letto e commentato l'inno di Parintins, distribuito in migliaia di esemplari.

  Il corteo ha ripreso il cammino tra due ali di popolo festante e ha raggiunto la cattedrale costruita da mons. Cerqua. 

Qui ha avuto luogo la cerimonia religiosa presieduta dal vescovo Giuliano Frigeni, del Pime. 

Ha tenuto la commemorazione ufficiale p. Amadio Bortolotto, del Pime, che ha lavorato con mons. Cerqua e che oggi svolge il suo apostolato a Macapà.

Dopo la cerimonia i presenti hanno potuto finalmente avvicinarsi alla bara e pregare con devozione e commozione. A porte chiuse, il corpo di mons. 

Cerqua è stato collocato nella nicchia preparato in fondo alla cattedrale, chiusa da un vetro che lascia vedere la bara in cui riposeranno le spoglie dell'amato Vescovo, fino a quando, sono parole del vescovo Frigeni, "non costruiremo la cripta della cattedrale, così come desiderava Dom Arcangelo". 

Sotto la nicchia è stato ricavato uno spazio per gli oggetti appartenuti a mons. Cerqua, dal pastorale alla mitria, alla bugia. 

Finita la grande manifestazione che ha richiesto mesi di preparazione, abbiamo colto a volo la frase di una signora che ha conosciuto mons. Cerqua e del quale conserva ancora la lettera augurale che ricevette il giorno delle sue nozze: "Dom Arcangelo diventerà santo... 

Custodiremo a lungo le emozioni di questa giornata, le lacrime versate da p. Sossio Pezzella all'aeroporto, i canti, le espressioni di affetto per un grande vescovo del Pime che si è donato al popolo Parintinese". 

Il 16 luglio a Parintins si celebrava la festa del Madonna del Carmine, patrona della città e della diocesi. 

Nel pomeriggio ha preceduto il pontificale solenne una affollata e devota processione, a cui si è stimato che hanno preso parte oltre ventimila persone. 

La cattedrale ha potuto contenere solo una piccola parte degli intervenuti che erano arrivate dalla tutta la città e dalle comunità dell'interno. 

Ci piace concludere queste brevi note di cronaca con l'inno di Parintins composto da mons. Cerqua che esprime tutto l'amore che egli provava per la città. 

Dice tra l'altro: "Sotto la benedizione della Vergine del Carmine - Parintins si apre e risplende - all'abbraccio del Rio Amazonas - protetta dal sole e la croce".

Tutti quelli che hanno dai 25 anni in su hanno dei ricordi personali di Dom Arcangelo Cerqua; anche quelli che erano piccoli chiedevano una benedizione, magari con un po' di paura a causa della barba che aveva, ma con il rispetto o un mistero buono che c'era dietro. 

Quindi il ritorno dei reali mortali è un'occasione grandissima per una generazione che non lo ha conosciuto e si rende conto di quanto è stato importante per i genitori e per i nonni. Dom Arcangelo, i Padri e i Fratelli del Pime hanno reso il territorio evangelizzato carne viva, storia, cultura, fraternità, comunità, genialità.

In questo pezzo di foresta sono nate delle cose che nella mia parrocchia non ho mai visto. 

Molte diocesi in Italia non hanno quello che Dono Arcangelo, insieme cm gli altri missionari e laici del Pime hanno costruito nei primi trent'anni, cioè nel momento in cui lui, pur vivendo in questa piccola isola, in questo posto sperduto della foresta amazzonica non ha mai perduto il contatto con il resto della Chiesa, sia brasiliana che mondale.

Quindi la fortuna grandissima, forse per la tradizione del Pime a cui apparteniamo, di non fare il proprio orto, ma ci creare ma Chiesa con un respiro ampio e nello stesso tempo profondo.

Ecco sono le due cose ci cm abbiamo bisogno oggi nella Chiesa: mantenere questa apertura a 360 gradi e non ridurci semplicemente alla parola di Dio, certo importantissima, ma voglio dire di non fermarsi solo al libro. 

Dono Arcangelo, pur fedele al libro del Vangelo, con i suoi collaboratori, ha reso la fede opera, o l'opera della fede; quindi le opere della fede e della carità.

Spero molto che questo suo arrivo, ci sto pensando molto, sia l'occasione per costruire ma cripta, da scavare sotto il trono della Madonna del Carmine, per i Vescovi di questa diocesi. Parintins, allora, sarà cresciuta nella storia e nella carne per onorare tutti i suoi Vescovi nella sua cattedrale.

                  Dom Guliano Frigeni 

Mons. Giuliano Frigeni       

 

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2007 PIME DUCENTA