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MISSIONARI  

  IERI E OGGI

 

 

Prossimamente a Ducenta

*Domenica 10 gennaio 2010 - Ritiro delle zelatrici missionarie. Interverrà p. Barnabas del Pime.

*Giovedì 14 gennaio 2010 - Il Vescovo di Aversa Mario Milano presiederà l'Eucaristia celebrata in onore del Beato Paolo Manna. Interverranno le parrocchie della nostra Forania Trentola-Casaluce (12 parrocchie).

*Sabato 16 gennaio 2010 - Memoria liturgica del Beato Paolo Manna. Concelebreranno i Padri della comunità di Ducenta. Sono invitai religiosi e fedeli laici amici dei missionari.

*Domenica 31 gennaio 2010 - Incontro del gruppo Famiglie per le Missioni. Orienterà p. Michele Carlone.

 

Cronaca degli avvenimenti

Ritiro delle Zelatrici di Venga il Tuo Regno        Ducenta, 10-01-2010 

Accoglienza, Eucaristia, caffè, relazione del missionario, pranzo e adorazione sono stati i momenti vissuti dal folto gruppo di Zelatrici missionarie, domenica 10 gennaio. 

P. Barnabas, missionario indiano del Pime, ha presieduto l'Eucaristia e ha raccontato la sua esperienza di giovane sacerdote. 

La scelta per la missione la fece in India leggendo la stampa del nostro Istituto . Dopo gli studi in patria venne in Italia per imparare la nostra lingua e frequentare la teologia a Monza, presso la scuola teologica del Pime. Il Padre dice di aver fatto una scelta cosciente e non se ne mai pentito. 

Un episodio in particolare ha toccato i presenti. Il papà di p. Barnabas, militare, sognava per il figlio una carriera in patria e non vedeva la sua scelta per il sacerdozio. Morì prima che Barnabas diventasse prete. 

Ma grande fu la sorpresa della famiglia quando trovarono un deposito fatto dal padre di Barnabas perché il figlio festeggiasse la sua prima messa. Il papà, segretamente, aveva dato la sua approvazione. 

La giornata si è conclusa con l'adorazione eucaristia intonata all'anno sacerdotale. Si è pregato in particolare per le vocazioni missionarie.

 

Riceviamo e pubblichiamo

Bambini Haiti:  Unicef denuncia la scomparsa di minori dagli ospedali. Secondo una notizia battuta dall'Ansa e da Andkronos, l'Unicef, l'organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa specificatamente di bambini e minori, ha denunciato la scomparsa dagli ospedali in cui erano ricoverati, di 15 bambini di Haiti. 

In merito ai motivi della loro scomparsa, l'Unicef non si è esposta affermando soltanto per bocca di un suo funzionario che si hanno "informazioni su 15 bambini scomparsi dagli ospedali." Riguardo alla stessa notizia, l'agenzia Asca aggiunge, riportando sempre le parole di responsabili dell'Onu, che i 15 minori, a seguito degli accertamenti fatti, non sarebbero "con le loro famiglie". 

Dramma nel dramma quindi, anche perché la stessa Unicef ha più volte reso nota la piaga ad Haiti del "commercio di bambini" che finiscono nel circuito delle adozioni internazionali illegali. 

Terre des Hommes, interpellata su questa questione dalla stessa agenzia Asca, ha dichiarato che "la forte richiesta di adozioni" dal mondo occidentale potrebbe incrementare lo sporco lavoro dei "trafficanti" di bambini che potrebbero "approfittare" del caos sociale e istituzionale per "sottrarre i bambini lontani dalle loro famiglie e venderli al miglior offerente".
                              Enzo Lecci

 

"Si é fatto simile a me perché io Lo potessi accogliere...Ha preso il mio volto perché io da Lui non mi distolga"
                    
(Odi di Salomone)

Carissimi amici e parenti che siete in Italia, vi giunga questo semplice biglietto di auguri nella solennità del Natale, mistero centrale della nostra fede cristiana e motivo di gioia per quanti si sono messi alla sequela del Dio della gioia e della condivisione con le sorti dei poveri e emarginati. Il Signore, facendosi carne come uno di noi e assumendo la condizione di bimbo, ha voluto darci l'esempio dell'amore che si manifesta nell'umiltà e nello svuotamento da sè e di sè. Ha voluto insegnarci la legge imperitura del servizio che si manifesta nella tenerezza e nella gioia di camminare al passo dei poveri e di quelli che il mondo considera inutili e "soprannumerari".

La festa del Natale riaccende in noi l'entusiasmo dell'annuncio missionario alle genti perchè come i pastori di Betlem anche noi sappiamo ricevere la notizia sconvolgente del Dio "umanato", amante dell'umanità, e portarla ai confini della terra con quella gioia e semplicità che caratterizza i piccoli e privilegiati di Dio. 

Se perdessimo questa ingenuità divina e questo fascino di Dio nella piccolezza, anche noi ci lasceremmo prendere dalle dinamiche del mondo che ci intrappola nel laccio del cinismo e della mancanza di speranza. Anche noi perderemmo il gusto di sognare che un mondo come Dio lo vuole è possibile e cadremmo nelle fauci dell'apparentemente vittorioso fatalismo del sistema neoliberista. Al contrario, la contemplazione del "bimbo avvolto in fasce in una mangiatoia con Maria e Giuseppe" nella più estrema povertà, ci restituisce lo slancio e la gioia di riconoscerlo proprio nel volto dei poveri, ai quali ha voluto per primi manifestare la sua giovialità e compassione. 

E' quello che ho vissuto in questo primo anno e mezzo messicano, sforzandomi di servire i fratelli che ha voluto affidarmi nell'ascolto e nella condivisione con le loro vite e le loro storie, tutte caratterizzate da una ricerca autentica della pace nella giustizia e da una volontà di costruire un mondo a misura del Regno di Dio, in mezzo a una situazione sociale dominata dalla violenza del narcotraffico e dalla estrema diseguaglianza tra ricchi e poveri che lascia ai margini molti fratelli, immagine e somiglianza di Cristo. 

Il Signore mi ha fatto sperimentare con mano che significa vivere in un mondo dove domina l'indifferenza all'altro, l'esclusione e l'emarginazione del povero che nonostante tutto mantiene salda la fede nel Dio della Vita. Ma allo stesso tempo, ho potuto anche vivere e condividere quello che solo i poveri sanno insegnare e vivere: la speranza e la passione per il Regno nella costruzione della giustizia e della pace. 

Gli innumerevoli volti di bimbi dei "cerros mexicanos", le mamme e le donne coraggiose delle comunità di base, le espressioni cariche di tristezza mista a speranza di chi valica il "muro della vergogna" tra gli Stati Uniti e il Messico in cerca di un futuro migliore e la testimonianza di sacerdoti coraggiosi che hanno dato la vita per il Vangelo, hanno rinsaldato in me il desiderio di essere missionario del Vangelo, fedele a Cristo e alla Chiesa, uomo senza frontiere, fratello universale, e annunciatore e testimone della Parola che si è fatta carne e che possiamo abbracciare e toccare nella carne martoriata del povero. 

Un grazie a quanti in questi mesi mi hanno manifestato la loro vicinanza con la preghiera, lettere, email e qualche aiuto economico: il Signore vi ricompensi abbondantemente! Che possiate vivere questo Natale con la stessa carica di novità gioiosa con cui i pastori ricevettero la notizia sconvolgente e con l'inquietudine che deve caratterizzare i missionari del Vangelo nell'andare, partire e annunciare che il " Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14).
FELIZ NAVIDAD Y PROSPERO AñO NUEVO

P. GIOVANNI MANCO pime manco.giovanni@pime.org
manco.giovanni@libero.it
Facebook: giovanni manco

 

I cavallucci del presepe

     di Adriano Madonna

Ci sono milioni di presepi nel mondo, ma quello del centro d'immersione Costa d'Argento, di Porto Santo Stefano, è davvero originale: è un presepe subacqueo e ci sono i cavallucci di mare con il Bambinello

Quando gli amici del Costa d'Argento Diving Center, all'Argentario, hanno costruito il loro presepe subacqueo, non sapevano che di lì a poco il Santo Bambino avrebbe avuto degli ospiti: come i re magi, sono giunti dei cavallucci di mare, ai quali, evidentemente, il presepe è piaciuto, e vi si sono stabiliti. Il presepe subacqueo di Porto Santo Stefano è diventato, così, uno dei presepi più originali del Mediterraneo. E sì, perché in tanti anni di mare un presepe subacqueo (anche se oggi ce ne sono tanti) con dei cavallucci di mare dentro proprio non lo avevo mai visto prima. Quando, dunque, Enzo Polimeni mi ha raccontato del presepe con i cavallucci, mi è venuta una gran voglia di vederlo. 

Siamo partiti in una giornata di novembre, una di quelle giornate d'autunno con la nebbiolina bassa e il sole che s'indovina dietro un muro di grigio. C'era mare fresco, un tantino mosso, ma Paolo, che ci aspettava a Porto Santo Stefano, aveva detto che la visibilità era discreta e una capatina al presepe si poteva fare. Paolo aveva già caricato le bombole e le aveva trasportate davanti alla spiaggetta. Di là siamo entrati in acqua e dopo un paio di colpi di pinne eravamo davanti al presepe. Il Bambinello sorrideva sul fondo del mare, sotto la grotta di rete, e tutt'intorno c'era un'atmosfera magica, poi… ecco il primo: un ippocampo mezzo giallo e mezzo bruno che con la sua pinna vibrante si fa un giretto attorno alla natività. Di lì a poco, eccone un altro, ma questo è ancora più straordinario, perché con la coda si ancora al braccio di una stella di mare tutta rossa e se ne sta là, con il muso proteso in avanti, quasi a guardare il Bambinello che sorride. La scena è talmente singolare che m'incanto a guardarla, dimenticandomi di darmi da fare con la macchina fotografica. Poi Stefano Saliola mi tocca una spalla, come a dirmi che se non mi sbrigo una scena del genere non la fotograferò mai più. Inquadro nel reflex Bambinello e cavalluccio e faccio partire i lampi dei flash. 

Sott'acqua vedo entrambe le specie dei cavallucci marini del Mediterraneo: Hippocampus hippocampus e Hippocampus guttulatus. Quest'ultimo si riconosce per le lunghe appendici sulla testa e lungo il dorso. Più appariscente dell'ippocampo camuso, il crestato, che con le ramificazioni sul capo assume l'aspetto di una figura mitologica, è di una colorazione più chiara e spesso è completamente giallo. 

Saremmo stati a lungo a contemplare il Bambinello con i suoi ippocampi, che sembravano la versione subacquea del bue e dell'asinello, ma il mare rinforzava e si doveva tornare a terra. Mentre nuotavamo in fretta verso la spiaggetta, mi sono girato indietro e ho dato un'ultima, veloce occhiata a quella grotta in fondo al mare dov'era nato Gesù fra i cavallucci marini. Sembrava una novella di Giovannino Guareschi. Buon Natale a tutti!

 

E' nata una nuova rivista interculturale del Pime

S'intitola "E VAI! (un Mondo ti aspetta)" e si rivolge a bambini e ragazzi dagli 8 ai 12 anni (IV Elementare-II Media). 

Un "supporto cartaceo" per l'animazione missionaria e l'educazione ai valori interculturali. Per "essere attenti", come formatori ed educatori, ai "segni dei tempi" e ai linguaggi che mutano. 

La rivista -simpatica, coloratissima, ricca di spunti per riflessioni e indicazioni pratiche su come "animare" i cammini formativi dei più giovani- è nata da una domanda fondamentale: "Che cosa si aspettano le nuove generazioni" da una rivista ecclesiale per gruppi missionari, parrocchiali, diocesani, scuole e associazioni? Una sfida senza concorrenti, oltretutto, visto che di periodici così, dedicati a quella particolare fascia d'età e con queste tematiche e questi intendimenti davvero non ce n'erano prima di "E VAI!". Grande l'attenzione alle testimonianze positive, alle storie, ai linguaggi non verbali, alla comunicazione e promozione di valori. 

A chi si rivolge, allora? Ai ragazzi, innanzitutto, ma anche alle famiglie, ai catechisti, ai sacerdoti, ai religiosi, agli animatori, agli insegnanti. C'è una rubrica per "interagire", necessaria per "ascoltare" i lettori/bambini e monitorare costantemente il loro gradimento, accettando consigli e valutando l'interesse effettivo e le scelte editoriali. Abbonarsi è facile: 8 numeri all'anno costano 20 Euro; 8 numeri più le guide book per insegnanti, 25 Euro. Scuole e gruppi hanno una promozione interessante: 10 Euro ad abbonamento.

                    Sandra Cervone

Per informazioni: Centro Missionario PIME, via Mosè Bianchi 94, 20149 Milano Tel.: 02/43822362; www.pimemilano.com 

 

Lo sapevate che...

Gli italiani all'estero 

Il numero degli italiani residenti all'estero (3.915.767) è all'incirca pari a quello dei cittadini stranieri residenti in Italia (3.891.295): un equilibrio destinato a rompersi negli anni a venire perché gli immigrati in Italia crescono a un ritmo più accentuato. 

Il numero degli italiani nel mondo non è stabile e cresce sia con la partenza di persone dall'Italia (in misura ridotta) sia, in misura più consistente, per crescita interna delle collettività (figli di italiani o persone che acquistano la cittadinanza per discendenza italiana). 

Contrariamente a quanto spesso si pensa, non si tratta di una realtà in diminuzione. Le donne sono il 47,6% (1.864.120. I primi tre Paesi sono Germania, Argentina e Svizzera. Seguono Francia, Brasile, Belgio, Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia.                        --- Servizio Migrantes 

 

 Scriveteci! 
Dateci la gioia di dialogare con voi,
sentire che ne pensate dei missionari,
quali consigli dareste per fare qualcosa
di buono per gli altri.
 

 

 
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2007 PIME DUCENTA