E proprio a Ducenta ha operato il Beato Paolo Manna, un
dono di Dio al piccolo paese dell'agro aversano.
Al
grande missionario avellinese i bambino hanno scritto
una preghiera che accompagnata da un fiore hanno portato
in corteo fino alla cappella che custodisce le venerate
spoglie del Beato. In cappella ancora qualche notizia
sul santo missionario, il miracolo da lui compiuto e
quindi la preghiera recitata in cerchio presso il
sarcofago.
Che cosa avranno pensato veramente i bambini lo sanno
solo loro e il Beato che li avrà senz'altro ascoltati e
benedetti.
A questo punto è stato consegnato un
ramoscello di ulivo, simbolo della pace, che recava una
mini pergamena con la scritta: "Lasciate che i
bambini vengano a me, non glielo impedite" e la
data che ricorderà questa visita-pellegrinaggio.
Sulla
gradinata della cappella sono state bruciate le
preghiere, si è cantato,
per poi andare giù in fondo al giardino a pregare la
Madonna Regina delle missioni.
Ritiro delle Zelatrici
Ducenta, 7 marzo 2010
Al ritiro di questo mese,
ultimo della serie per poi rivederci al 65° Congressino
del 23 maggio e al pellegrinaggio di sabato 29 maggio,
hanno preso parte nutriti gruppi provenienti da Mugnano,
Caivano, Cesa, Sant'Arpino, Melito e paesi vicini.
Abbiamo ascoltato uno scoppiettante p. Davide Simionato
e il p. Raffaele Pavesi, missionari rispettivamente
della Guinea Bissau e della Thailandia. Il primo ha
presieduto la celebrazione Eucaristica tenendo l'omelia
nella terza domenica di quaresima.Conversione e
missione sono stati i temi richiamati alla chiesa
affollata più del solito.
Hanno fatto seguito al caffè
di rito i ricordi di due missioni, diverse per culture e
religiosità. Ambiti costellati di razze e tradizioni
diverse tra loro: lo spiritismo che fa a pugno con il
Vangelo, buddismo che si circonda di sincretismo.
L'evangelizzazione dei nostri sta attenta ai Semi del
Verbo che fanno la loro parte importante. Tutto sta a
scoprirli insieme e dare loro la concretezza di vita
responsabile. E poi avvisi, condivisioni di attività e
il pranzo animato da tanta simpatia, sorteggi e il
compleanno della nuova zelatrice di Sant'Arpino,
signorina Cicala.
Alle 15,00, l'ora del calvario, tutti in cappella del
Beato Paolo Manna per celebrare le 14 stazioni della Via
Crucis. Essa ha suscitato in tutti tanta emozione e
un'attenzione che aiuta ad ascoltare il Signore che
ispira un impegno missionario di qualità.
Riceviamo e
pubblichiamo
Buona Pasqua dalla Thailandia
In questo ultimo
periodo mi è capitato di dover spiegare molto spesso il
senso della Pasqua ai catechisti, ai responsabili dei
villaggi, alle persone che si preparano al Battesimo, a i
nostri ragazzi nei centri.
Tutto questo può sembrare un
po' monotono: dire e ridire sempre le stesse cose,
spiegare e rispiegare gli stessi concetti. Ma la cosa
che più mi ha colpito è che in tutto questo non c'è
niente di monotono, come non c'è niente di scontato:
più lo faccio e più mi rendo conto come sia necessario
rifarlo; le persone a cui si parla non sono le stesse,
le reazioni o domande sono sempre nuove, come se ad
ognuno il Vangelo avesse qualcosa di completamente nuovo
da dire, e la vicenda del Cristo morto e risorto per noi
colpisse in modo diverso.
Anche per me succede qualcosa
di simile, più ne parlo più mi accorgo che ci sono
sfumature che prima non riuscivo a vedere, come anche le
cose che dico non riesco mai a dirle allo stesso modo (…).
Quanto è difficile parlare di queste cose! La
semplicità di questa gente riesce a superare molte
delle barriere che ci siamo costruiti nella nostra
società e che ci impediscono di parlare delle nostre
cose.
Il Signore crocifisso e risorto, ancora una volta
si propone per accompagnarci nel cammino della nostra
vita, per condividere con noi tutti i nostri momenti
siano essi gioiosi o tristi; darci la forza per superare
tutte le nostre difficoltà, debolezze che Lui ha già
sconfitto per noi sulla croce (…).
Che questa santa
Pasqua diventi per ognuno di noi un'occasione per
riscoprire il nostro rapporto personale con Cristo morto
e risorto; riuscire a creare un nuovo rapporto con tutti
i nostri fratelli.
Padre Pierluigi Siviero PIME
Il Crocifisso del Samurai di Cammilleri
Rino (Prezzo € 18,50, Rizzoli editore)
"Il Crocifisso del Samurai" di Rino
Cammilleri (ed. Rizzoli) e' una ricostruzione romanzata
degli eventi che portarono i Cristiani giapponesi alla
rivolta del 1637 e che ne videro l'eroica resistenza
fino all'ultimo uomo nel corso del successivo assedio
che le truppe dello shogun condussero contro di loro a
prezzo di altissime perdite. Merito dell'autore e' aver
proposto ad un più vasto pubblico un momento storico ad
oggi rimasto appannaggio quasi esclusivo di storici ed
appassionati, e che invece merita di essere conosciuto
sia per la particolarità del fatto sia per il
coinvolgimento che inevitabilmente provoca in ciascuno
di noi.
Il Giappone aveva già visto rivolte in cui il
fenomeno religioso si mescolava ad altri fattori (come
l'eccessiva pressione fiscale sul ceto contadino), come
nel caso dell'insurrezione della lega Ikko-ikki nella
seconda metà del 1500 fomentata dai monaci buddisti, ma
queste erano comunque riconducibili al più ampio
contesto degli scontri tra clan rivali per l'ottenimento
del potere. Il romanzo fa ben comprendere che invece
Shimabara fu qualcosa di diverso. La rivolta cristiana
vide in prima fila i samurai rimasti senza padrone, i
ronin o "uomini onda", cui si uniscono
artigiani e soprattutto contadini, accomunati dal credo
Cristiano (o comunque simpatizzanti). Ma perché una
rivolta? Dall'inizio della diffusione del cristianesimo
in Giappone, ad opera di S. Francesco Saverio, il bakufu
(governo militare) aveva considerato la nuova religione
soprattutto sotto il profilo dell'opportunità. Sotto la
personalità di Nobunaga la diffusione del Cristianesimo
fu agevolata anche in chiave anti-buddista, poi, con i
governanti successivi le cose cambiarono. Il
Cristianesimo fu visto non solo come una religione
importata dall'esterno (del resto al pari delle altre
per il Giappone, con l'eccezione dello shinto), ma
soprattutto come un elemento di destabilizzazione:
esisteva "qualcuno" cui rendere conto che
andava oltre il bakufu, lo shogun, e - per quanto
rilevasse all'epoca - l'imperatore. Questo, in un
contesto sociale incentrato sull'assoluta obbedienza
come quello del Giappone nel XVII secolo, lo shogun non
poteva (meglio, non voleva) accettarlo; ne derivarono
persecuzioni, che - diffuse sotto il profilo
territoriale - ebbero momenti di particolare ferocia
nelle pubbliche esecuzioni dei Martiri a Nagasaki.
Nel
momento in cui alle persecuzioni religiose si aggiungono
le ulteriori angherie dei feudatari locali, nascenti da
richieste fiscali (il sistema nipponico dell'epoca
prevedeva una misura fissa e non proporzionale), i ronin
scelgono di riprendere le armi. La ricostruzione offerta
dal libro del momento socio-economico che attraversava
il Giappone risulta accurata e permette al lettore di
calarsi nel periodo storico. In questo contesto di
persecuzioni anticristiane, l'autore attraverso i propri
personaggi, descrive il momento in cui alla repressione
segue la rivolta. (…).
Ma la figura forse più
difficile da descrivere sembra essere stata quella di
Amakusa Shiro, l'Inviato del Cielo, il "ragazzo di
due volte otto anni" annunciato dalla profezia;
personaggio storicamente esistito e circondato di
un'aura di mistero, che con il proseguire della
narrazione assume caratteri decisi e ben strutturati. Epica, amore, fede: un libro che terrà il lettore
coinvolto fino all'ultima pagina, affascinato dalla
storia di uomini che, da autentici abitanti dell'antico
Giappone e con il totale senso dell'onore e dedizione
che li contraddistingue, combatteranno fino all'ultimo
per il loro Signore: Iesu. (Fonte. Sito dei nostri
missionari del Giappone).
Bambini Haiti:
Unicef denuncia la scomparsa di
minori dagli ospedali. Secondo una notizia battuta
dall'Ansa e da Andkronos, l'Unicef, l'organizzazione
delle Nazioni Unite che si occupa specificatamente di
bambini e minori, ha denunciato la scomparsa dagli
ospedali in cui erano ricoverati, di 15 bambini di
Haiti.
In merito ai motivi della loro scomparsa, l'Unicef non
si è esposta affermando soltanto per bocca di un suo
funzionario che si hanno "informazioni su 15
bambini scomparsi dagli ospedali." Riguardo alla
stessa notizia, l'agenzia Asca aggiunge, riportando
sempre le parole di responsabili dell'Onu, che i 15
minori, a seguito degli accertamenti fatti, non
sarebbero "con le loro famiglie".
Dramma nel dramma quindi, anche perché
la stessa Unicef ha più volte reso nota la piaga ad
Haiti del "commercio di bambini" che finiscono
nel circuito delle adozioni internazionali
illegali. Terre des Hommes,
interpellata su questa questione dalla stessa agenzia
Asca, ha dichiarato che "la forte richiesta di
adozioni" dal mondo occidentale potrebbe
incrementare lo sporco lavoro dei
"trafficanti" di bambini che potrebbero
"approfittare" del caos sociale e
istituzionale per "sottrarre i bambini lontani
dalle loro famiglie e venderli al miglior
offerente".
Enzo Lecci
Lo
sapevate che...
Emergenza
immigrati in Italia?
Negli
ultimi sei anni in Italia c'è stato un aumento del 151%
della popolazione straniera residente.
Nel 2003 gli
stranieri erano 1.549.373, nel 2009 sono diventati
3.891.295.
Ma "il lavoro in nero, sommerso, non
regolare - ricorda il 22° Rapporto Italia dell'Eurispes
-, nonostante i provvedimenti intrapresi dai diversi
Governi che si sono succeduti nella storia della
Repubblica parlamentare, rimane una piaga della nostra
società" (Fonte La Civiltà Cattolica n.
3833).
Gli
italiani all'estero
Il
numero degli italiani residenti all'estero (3.915.767)
è all'incirca pari a quello dei cittadini stranieri
residenti in Italia (3.891.295): un equilibrio destinato
a rompersi negli anni a venire perché gli immigrati in
Italia crescono a un ritmo più accentuato.
Il numero degli italiani nel mondo non è stabile e
cresce sia con la partenza di persone dall'Italia (in
misura ridotta) sia, in misura più consistente, per
crescita interna delle collettività (figli di italiani
o persone che acquistano la cittadinanza per discendenza
italiana).
Contrariamente a quanto spesso si pensa, non si tratta
di una realtà in diminuzione. Le donne sono il 47,6%.
I primi tre Paesi sono Germania, Argentina e
Svizzera. Seguono Francia, Brasile, Belgio, Stati Uniti,
Regno Unito, Canada e Australia.
--- Servizio Migrantes
Scriveteci! Dateci
la gioia di dialogare con voi,
sentire che ne pensate dei missionari, quali
consigli
dareste per fare qualcosa di buono per gli altri.
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