Il raduno della durata di dieci
giorni lo guidano p. Giovanni del PIME (Pontifico
Istituto Missioni Estere) e sr. Chiara delle Missionarie
dell'Immacolata. I due durante l'anno seguono il Gruppo Giovani
e Missione. I partecipanti al Campo, una quarantina,
provengono da Milano e da diverse città della Campania. Questo è il tema scelto: "Evangelizzare attraverso
i sensi", che si attua con tanti gesti che invitano
alla festa.
5 colori per i 5 continenti
Tre i testimoni scelti come
modelli: p. Clemente Vismara (1897-1988), don Tonino
Bello (1935-1993) e la Serva di Dio Madeleine Delbrel
(1904-1964), una impegnata laica francese.
E ora pronti per per una grande stella
Le prime giornate del Campo
trascorrono tra momenti di formazione e momenti di
preparazione di mimi e coreografie da presentare nelle
piazze dove i giovani sono soliti incontrarsi.
Provare e riprovare lo spettacolo
Ma il successo è assicurato
Dal 1°
al 5 agosto, dopo il tramonto, i campisti vi aspettano
rispettivamente alla Villa Comunale di Napoli, sul
litorale Domitio, Pozzuoli in Via Napoli, Bacoli e
ancora Pozzuoli in Piazza S. Maria. L'invito è rivolto
specialmente ai giovani che quella sera vorranno
giocare, danzare, scambiare qualche idea, trovare un
prete nella chiesa vicina… "per
chiacchierare" davanti a Gesù eucaristico. Per
saperne di più potete telefonare al p. Giovanni Tulino
331 927 24 74.
Ritorno in missione
P. Alfredo Mattioli, dopo tre anni di servizio
nella casa di Ducenta, ritorna in Papua Nuova Guinea
dove ha trascorso undici anni di vita missionaria.
Mentre lo salutiamo, offriamo ai nostri amici
un'intervista a lui fatta qualche tempo fa.

1) Padre, in poche righe, puoi
raccontarci come è nata la tua vocazione missionaria?
Non è una lunga storia. E' stata una decisione rapida,
non il frutto di un desiderio coltivato a lungo. Potrei
dire, come il nostro grande poeta Dante, che "nel
mezzo del cammin di nostra vita" (42 anni), il
Signore ha suscitato in me una sensazione bella,
gioiosa, di un livello superiore e avvertivo un grande
desiderio di poter fare del bene. Mi posi una domanda
precisa: "Che cosa t'impedisce di decidere la tua
vita per Signore?" Non trovai alcun motivo per
oppormi e diedi la mia risposta, il mio "si".
Presi contatto col Pime e, dopo un anno di conoscenza
reciproca e quattro di seminario per la formazione
teologica, giunsi all'ordinazione sacerdotale.

2) Che
cosa significa essere missionario in Papua Nuova Guinea?
Significa: portare Cristo. Punto primario sempre da
sottolineare e mai da sottintendere. Avere pazienza.
Trattandosi di gente che ha vissuto per lungo tempo
nelle sue tradizioni e nei suoi costumi, bisogna far
maturare la loro partecipazione alla fede per farla
divenire realtà. Ben sappiamo che I frutti acerbi si
gettano via.
3) Quale aspetto del
Cristianesimo fa più breccia in una società così
diversa? Anche se evidenziamo le diversità
esistenti nel tipo di società e cultura, c'è qualcosa
di fondo che accomuna gli uomini: l'essere
"uomo". Dentro, tutti desideriamo pace,
serenità, gioia. Purtroppo, per secoli, questo popolo
si è annientato nelle guerre tribali. La particolarità
del Cristianesimo, che propone un amore aperto a tutti,
anche ai nemici, fa breccia. Ciò è favorito anche
dalla mancanza di una religione tipica. Al contrario,
nelle religioni che presentano una fede specifica, il
Cristianesimo non fa breccia non perché non presenta
valori sublimi, ma perché presenta il Dio che si è
rivelato all'uomo in Cristo e non viene accettato. E' un
problema di fede, non di valori.
4) Raccontaci un episodio che
hai vissuto in missione rimasto impresso nella tua vita?
Era morta una donna e si doveva decidere dove
seppellirla. Due gruppi si contendevano la salma e sorse
una lite. Un tale, con un pezzo di legno, colpì un
altro dietro la nuca, lasciandolo quasi morto. Il giorno
dopo, il ferito fu portato all'ospedale con un piccolo
aereo, ma morì quasi subito. Giunse la notizia della
sua morte e, per vendetta, quelli del villaggio del
defunto assalirono il villaggio dell'omicida
devastandolo e bruciando quasi tutte le capanne. Gli
abitanti si diedero alla fuga. Il giorno dopo, andai sul
posto per portare un po' di aiuto e rimasi meravigliato
per la presenza di molte persone, giunte da diverse
parti, intente a ricostruire, in maniera provvisoria,
nuove capanne. Chi tagliava, chi legava, chi trasportava
rami di cocco, chi portava ceste di viveri, ecc..
Sembrava un cantiere. Mi ha colpito la grande
solidarietà che hanno nella sventura, cosa che denotano
anche quando qualcuno deve essere ricoverato in ospedale
(se può essere considerato tale). Sono grandi lezioni
di umanità.

5) Qual è il tuo passo biblico
preferito? Perché? Che cosa t'ispira? Confesso di
non aver letto la Bibbia riga per riga, ma di averne
letto, più volte, diverse parti. Io ho una predilezione
per il libro dell'Apocalisse e un suo passo mi lascia
una sensazione particolare: "Non piangere più;
ecco, ha vinto il Leone di Giuda" (Ap 5,5). In
questa parte, viene presentata la disperazione di
Giovanni che si trova dinanzi all'impossibilità
dell'uomo non solo di conoscere il piano salvifico di
Dio, ma, ancor più, di realizzarlo. Ecco che, alla
disperazione dell'uomo, subentra l'amore di Dio che
offre all'uomo la vittoria di Cristo (il "Leone di
Giuda"), il quale ha vinto non come leone, ma come
Agnello immolato. La "vittoria" è il profumo
dell'Apocalisse, è il profumo della storia umana. Noi
siamo vittoriosi e ciò è di grande conforto e gioia.
6) Lascia uno slogan
missionario ai giovani e famiglie che leggono queste
pagine? Non temere. Scegli sempre Dio.
Riceviamo e
pubblichiamo
Qui
il video Rai A Sua Immagine, Padre Bernardino mostra la
Montagna Spaccata - Pime-Gaeta

qui il video Il Papa e la Nuova
Evangelizzazione

 
Il Papa ai giovani: "Siate
missionari della gioia"
"Essere missionari della gioia": è il compito
che Benedetto XVI affida ai giovani nel messaggio in
occasione della XXVII Giornata mondiale della gioventù
a livello diocesano che sarà celebrata la domenica
delle Palme. La gioia della quale scrive il Papa è
quella vera, che "viene da Dio". Commentando
il tema della Giornata, preso da un'esortazione della
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi: "Siate
sempre lieti nel Signore!" (4,4), il Papa scrive
che "l'aspirazione alla gioia è impressa
nell'intimo dell'essere umano.
Al di là delle soddisfazioni immediate e passeggere, il
nostro cuore cerca la gioia profonda, piena e duratura
che possa dare "sapore" all'esistenza. Ciò
vale soprattutto per voi, perché la giovinezza è un
periodo di continua scoperta della vita, del mondo,
degli altri e di se stessi. È un tempo di apertura
verso il futuro, in cui si manifestano i grandi desideri
di felicità, di amicizia, di condivisione e di verità,
in cui si è mossi da ideali e si concepiscono
progetti". "E ogni giorno sono tante le gioie
semplici che il Signore ci offre: la gioia di vivere, la
gioia di fronte alla bellezza della natura, la gioia di
un lavoro ben fatto, la gioia del servizio, la gioia
dell'amore sincero e puro". (…).
Ancora il Papa: "I cristiani sono uomini e donne
veramente felici perché sanno di non essere mai soli,
ma di essere sorretti sempre dalle mani di Dio! Spetta
soprattutto a voi, giovani discepoli di Cristo, mostrare
al mondo che la fede porta una felicità e una gioia
vera, piena e duratura. E se il modo di vivere dei
cristiani sembra a volte stanco ed annoiato,
testimoniate voi per primi il volto gioioso e felice
della fede. Il Vangelo è la "buona novella"
che Dio ci ama e che ognuno di noi è importante per
Lui. Mostrate al mondo che è proprio
così!". (AsiaNews)
Scriveteci! Dateci
la gioia di dialogare con voi,
sentire che ne pensate dei missionari, quali
consigli
dareste per fare qualcosa di buono per gli altri.
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