Ai fiori hanno unito la preghiera e al gioia suscitata
da "un'opera che p. Manna meritava".
Nell'adorazione del pomeriggio
hanno pregato il rosario missionario per le vocazioni,
aggiungendo ai misteri la meditazione sui pensieri del
Beato (vedi "Rosario missionario sugli insegnamenti
del Beato Paolo Manna di p. Giampiero Beretta delPime).
Hanno concluso la preghiera eucaristica cantando
"Anima di fuoco", l'inno composto da mons.
Francesco Grammatico, presidente del Capitolo della
diocesi di Aversa.
La giornata di spiritualità era
iniziata con la partecipazione alla Messa celebrata da
p. Alfredo Di Landa, che ha tenuto l'omelia sul tema
della prima domenica di quaresima. Dopo la pausa caffè
il Rettore ha ricordato il Santo Padre Benedetto XVI che
ha sorpreso il mondo dimettendosi dal ministero petrino. Rileggendo
un recente articolo di p. Giuseppe Buono ha sottolineato
l'attenzione data dal Papa alla missione, all'ecumenismo
e al dialogo interreligioso. Ai saluti si è notata
un'aria di gioia per un'altra ricarica missionaria
ricevuta nel luogo dove p. Manna è vissuto e fatto
missione.
Festeggiato a Ducenta il beato
Paolo Manna
La festa del 16 gennaio di
quest'anno in onore del beato Paolo Manna è stata
particolarmente importante sia per l'afflusso di fedeli
che per la partecipazione di sacerdoti e autorità.
Presenti le comunità parrocchiali della forania
Trentola-Casaluce, la prima parte della celebrazione si
è svolta nella cappella dedicata al Beato.
Ha presieduto p. Carlo Tinello,
venuto a Ducenta con il suo consiglio; concelebranti il
Vicario diocesano don Francesco Picone, il Cancelliere
don Angelo Simonelli e altri ventuno sacerdoti.
Ai posti di onore c'erano Michele
Griffo, sindaco di Trentola Ducenta e l'On. Giuseppe
Sagliocco, sindaco di Aversa, già alunno del PIME. Ha
eseguito i canti il coro delle suore di s. Teresa di Gesù
Bambino. Tantissime le persone che hanno affollato la
cappella in ogni spazio disponibile. P. Tinello ha
tenuto una dotta omelia, facendo risaltare la fede di p.
Manna e la sua scelta di mettere al centro della sua
missione Gesù Cristo e il Vangelo.
La seconda parte della
celebrazione, che si è svolta nella piazza antistante
la nostra casa, ha avuto un carattere civile.
Il busto di bronzo è stato scoperto dal sindaco Griffo,
la benedizione del monumento è stata impartita dal
Vicario Picone.
Questi ha ricordato che quando nel 1921 p. Manna iniziò
la sua opera a Ducenta, fu un altro Vicario diocesano,
di nome Coppola, a benedire il Seminario missionario
dell'Italia Meridionale.
La cerimonia, dopo i discorsi dei sindaci, si è
conclusa con l'inno "Anima di fuoco" (composto
da don Franco Grammatico attuale presidente del Capitolo
cattedrale), eseguito dal coro della parrocchia di
Ducenta.
Mentre scriviamo queste poche note di cronaca ritorna
davanti agli occhi la folla presente in piazza, felice
di applaudire alla scelta del sindaco Griffo di erigere
il monumento a dodici anni dalla beatificazione del
beato Paolo Manna, celebrata a Roma il 4 novembre 2001.
Riceviamo e
pubblichiamo
Non avrai altri dei all'infuori di me (potere,
denaro, piacere) di Luigi Di Nardo
Ducenta. Il dott Di Nardo, al centro, con i gruppi
venuti al ritiro
L'autore è un nostro amico dottore che, tra l'altro,
ha al suo attivo una forte esperienza in Guinea Bissau,
dove i Missionari del Pime sono presenti dal 1947,
privilegiando soprattutto gli ambienti più rurali
cercando gli ultimi in tutti i sensi: umano, spirituale,
culturale, sociale. Di Nardo e la consorte accompagnano
l'attività dei gruppi mariani che periodicamente si
ritrovano a Pime di Ducenta per i loro incontri di
spiritualità
Ducenta, Sigillo Luigi, animatore del ritiro, durante
un momento di relax
L'analisi della deificazione del potere,del denaro e
del piacere, nella società di oggi è stata oggetto del
dibattito promosso da Gigi Sigillo (gruppi missionari
Regina della pace) e moderato da suor. Aurea Perniola (dge)
a seguito della dissertazione sul I° Comandamento
tenuta da p. Sandro Schiattarella (Pime) nel seminario
di Ducenta. Dalle prime riflessioni dei convenuti è
emerso come il potere, il denaro e il piacere, svuotati
del loro giusto valore e ridotti a falsi idoli, vengano
rincorsi dall'uomo di oggi nella certezza che possano
liberarlo dalle angosce e condurlo alla felicità .
L'equivalenza potere-servizio; denaro-mezzo di
sostentamento e piacere-gratificazione fisica e
spirituale, è stata largamente condivisa dai
partecipanti. Il potere conferito a chi impiega le
proprie capacità al servizio della collettività, il
denaro, giusto compenso alle proprie fatiche, il
piacere, dettato dall'istinto sempre modulato dalla
ragione, hanno costituito una prima sconfessione degli
idoli.
Relativamente al potere l'opinione dei presenti
si è attestata sulla necessità che esso venga detenuto
da soggetti scelti dalla collettività non imbonita da
lusinghe o minacce di pericoli inesistenti o ingigantiti
da una propaganda subdola e sempre tra persone di
provata competenza e specchiata moralità. In merito al
denaro, esuberato dal soddisfacimento delle personali
necessità, i presenti hanno convenuto sulla sua
devoluzione in beneficenza ed oltre a ciò, da parte dei
più ricchi, sulla sua capitalizzazione finalizzata ad
attività promozionali di sviluppo ed occupazione,
sempre che la crescita dei profitti dell'imprenditoria
sia rigorosamente proporzionale a quella dei salari di
quanti vi concorrono.
Dure critiche sono state mosse
alla strategia manageriale che in nome di fantomatici
salvataggi di aziende propone la loro fusione il cui
vero scopo è di accrescere i guadagni dei soci con
l'irrimediabile perdita di posti di lavoro. Varie sono
state le considerazioni intorno al piacere, da quello
prodotto dagli svaghi più diversi capaci di allentare
le tensioni lavorative e sociali a quello emotivamente
più coinvolgente suscitato dagli effetti delle opere
d'arte.
L'arte sacra ha assunto grande rilevanza nella
discussione in virtù della sua completezza. Da tutti
godibile per il valore estetico e l'effetto emotivo,
essa, per la tipologia trascendentale dei suoi temi
accende l'afflato spirituale che, pervade il credente,
accarezza il dubbioso, confonde l'ateo. Chiarito
l'aspetto positivo del piacere si è passati a
considerare la sua valenza negativa non in merito alla
semplicistica divisione tra piaceri raccomandabili e non
ma in considerazione del limite oltre il quale qualunque
piacere si può tramutare in sofferenza.
Dopo aver
stigmatizzato l'eccitazione prodotta da alcool e droga,
che in cambio di pochi minuti di 'esaltazione' procurano
ore di sofferenza, gli astanti si sono mostrati critici
sul sesso praticato con partner occasionali e sganciato
da emozione affettiva e principio morale si da divenire
penosamente alienante. Oggi esso è insinuato nelle
menti con insistenza, veicolato da messaggi pubblicitari
che lo accompagnano ai più svariati prodotti si da
renderli più appetibili. Il risultato è che diviene
esso stesso un prodotto da consumare (grazie alla
strategia pubblicitaria) oltre il naturale bisogno. Se
il potere fine a se stesso degenerando in delirio di
onnipotenza e prevaricazione quando raggiunge l'eccesso
viene limitato se non interrotto da sollevazioni
popolari o libere elezioni, e l'arricchimento illecito,
divenendo clamoroso, viene perseguito perfino da una
giustizia lenta, il piacere, incontrollato, danneggiando
esclusivamente il suo fruitore può condurlo alla
distruzione in modo graduale e silente. Il gioco, quando
diviene d'azzardo, la smodata alimentazione e il
divertimento che superano le personali possibilità
economiche per sostenerli sono stati esempi chiari a
descrivere il più temibile degli idoli.
La porta per
accedere al suo 'regno' è molto larga ed il percorso
per raggiungerlo è tutto in discesa. Prima che
quest'ultima divenga troppo ripida, quando cioè istinto
e ragione entrano in stretta competizione, esiste un
lasso di tempo, breve ma sufficiente da consentire alla
volontà di esercitare uno sforzo altrettanto breve ma
intenso da permettere il raggiungimento della salvezza.
La ricchezza dei poveri
Durante la mia vita missionaria ad
Hong Kong,

era frequente, si può dire
quotidiano, l'incontro con persone povere, che
dipendevano dalla generosità altrui! Il livello
generale di vita era buono e decente, grazie alla
laboriosità dei Cinesi e in parte anche alle politiche
governative. Tuttavia non mancavano sacche, o isole di
indigenza.
La sensibilità e l'attenzione dei Cinesi
della colonia Inglese verso chi vive di stenti è
proverbiale, e per me è sempre stata esemplare! Ero
stimolato quotidianamente ad accogliere chi bussava alla
porta della parrocchia, con mani tese in cerca di aiuto.
Ricordo un volto in particolare: una donna, anziana e
sola, che viveva in un sottoscala, in uno spazio di
quattro metri quadrati, dove era sistemata tutta la sua
proprietà. Una persona umile e senza pretese, veniva a
chiedere qualche moneta per comperare cibo per vivere, o
meglio, per sopravvivere! Accettava l'offerta con tanta
dignità, con un sorriso più eloquente di ogni
discorso, e poi scompariva nel formicolio della
città.

E riappariva regolarmente per la
stessa richiesta: ma ciò che mi ha sempre commosso fu
il suo senso frequente di riconoscenza. Della somma di
offerte accumulate, riservava una parte per comperare
per me una confezione di tè. Per di più, mi chiedeva
quale tipo di tè era di mio gradimento! Si legge nella
Scrittura che talvolta, senza saperlo, si aprono le
porte per dare ospitalità agli Angeli... Capita di
scoprire, tra le notizie confinate ai margini dei
giornali, cronache che meriterebbero più ampio rilievo.
Ho letto che, in una città d'Italia, un clochard,
alloggiato sotto un portico, riceveva ogni giorno la
visita di un signore benestante, che puntualmente gli
versava nel cappello l'elemosina di un euro.
Un giorno,
il benefattore si fermò a conversare con lui, chiedendo
informazioni, e per comunicargli una notizia a prima
vista dolorosa: da quel giorno in avanti, per un mese,
sarebbe andato lontano per impegni; perciò, sentì come
un dovere di anticipargli la somma di trenta euro. Il
mendicante rimase senza parola, incredulo e smarrito! In
segno di gratitudine, accennò un inchino, e rimase come
ingarbugliato nella sua mente da strani interrogativi:
come impegnare una somma così consistente ed insolita?
E se fosse possibile iniziare una
nuova vita, in luoghi più decenti? Il mio amico non mi
ha lasciato in eredità un qualche messaggio?... Pensa e
ripensa, il garbuglio si sciolse in una decisione, come
un lampo di genio! Quando la sera si riunivano sotto i
portici altri mendicanti, raggruppò dal cappello
quindici euro, e li offrì ad un altro compagno di
sventura, credendo in cuor suo di scegliere il modo
migliore per essere riconoscente verso il suo
benefattore. Un altro fatto capitò proprio a me, sotto
i miei occhi! Presso la scala d'ingresso ad una
metropolitana di Milano, mi fermai a salutare un senza
fissa dimora, donandogli un'offerta modesta. Quello
alzò lo sguardo, fuori dal fagotto dei suoi vestiti, mi
guardò con gentilezza e fece un cenno negativo di
rifiuto, che io stavo per interpretare malamente, fino
al momento in cui mi parlò, e spiegò il motivo della
resistenza negativa.
"Oggi - mi disse - la gente
è stata già generosa con me! Ho avuto abbastanza...
Grazie lo stesso!". Grazie a te, caro barbone,
pensai, riprendendo il cammino. Grazie a questi
incontri, dove ho sperimentato che c'è tanta nobiltà,
tanta bontà di cuore, anche sotto gli stracci indossati
da persone ai margini della società! (p.
Luciano Lazzeri)
L'anno della fede "secondo
il Beato Manna"
"Il missionario è per eccellenza l'uomo della
fede: nasce dalla fede, vive della fede, per questa
volentieri lavora, patisce e muore. Il missionario che
non è questo, è tutt'al più un dilettante
dell'apostolato, sarà presto un ingombro per la
Missione, un fallimento per se stesso, quando, Dio non
voglia, non sarà anche causa di rovina per le anime. Senza fede il missionario non si spiega, non esiste; e,
se esiste, non è il vero missionario di Gesù
Cristo" (P. Paolo Manna, Virtù Apostoliche)
Scriveteci! Dateci
la gioia di dialogare con voi,
sentire che ne pensate dei missionari, quali
consigli
dareste per fare qualcosa di buono per gli altri.
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