Aprile
2013
"Aprile dolce
dormire". Il proverbio la dice lunga su questo
mese: sembra un mese di passaggio. Passaggio di
stagione, passaggio perché avrà a suo attivo poche
scadenze.
E' comunque un tempo da spendere bene, dalla liturgia
del tempo pasquale agli impegni che segnano il passare
dei giorni. Intanto un bel grazie al buon Dio glielo
possiamo dire.
P. Ferdinando
Germani ha scoperto
E sì, solo lui poteva fare questa scoperta:
sua Santità Papa Francesco ha studiato nella stessa
università in cui studiò il beato Paolo Manna.
"Il giovane Paolo Manna,
negli anni 1887- 1891, fu alunno (Matricola 003046),
studente di filosofia, presso l'Università Gregoriana
di Roma, ove era preside il gesuita P. Augusto
Ferretti. (Cfr. vol. I, p. 31 di F. Germani P. Paolo
Manna, 1999).
Nel 1929 P. Manna, Superiore
generale del PIME, scrisse una lunga lettera (n. 10)
sulla POVERTÀ, dicendo: "La perfezione non è
legata al voto di povertà", ma allo spirito
dei voti, secondo il Cuore di Gesù. Povertà
che egli espresse con i voti semplici, prima della
scelta dell'Istituto Lombardo per le Missioni Estere
di Milano nel 1891 e praticò specialmente negli anni
trascorsi in Birmania (1895-1907).
Povertà che P. Manna
raccomandò in modo particolare a tutti i membri del
PIME con una lunga lettera circolare del 5 Settembre
1929, sottolineando l'espressione del divino Maestro:
"Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che
possiedi, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi"
(Mt. 19,21). (Cfr. P. Paolo Manna, Virtù Apostoliche,
EMI, 1997, p.159 ss.).
Dio continua a
chiamare
di p. Pasquale Simone
Sì, il Signore ci chiama, da sempre, a collaborare
al suo piano di salvezza. Ha chiamato Abramo, Mosè,
gli apostoli…, chiama ciascuno di noi. Chiama al
matrimonio, alla vita consacrata e alla vita laicale.
Beati noi se ci mettiamo in atteggiamento di ascolto e
diamo la risposta giusta al momento giusto. Tutte le
risposte date al buon Dio sono buone e producono
frutti per noi e per la comunità a cui apparteniamo.
Ho fatto questa premessa per ricordare che il 21
aprile, IV domenica di Pasqua (domenica del buon
Pastore) si celebra la 50° "Giornata mondiale di
preghiere per le vocazioni", con pensiero
speciale per le vocazioni sacerdotali. Benedetto XVI,
che ha stupito il mondo per le dimissioni dal
ministero petrino, per la ricorrenza aveva scritto un
messaggio, un altro gioiello dei suoi.
"La
vocazione segno della speranza fondata sulla
fede" è il tema da lui scelto. La cornice ci
ricorda che stiamo celebrando l'Anno della Fede.
Qualche brano del messaggio.
► "Dove si fonda la
nostra speranza? Guardando alla storia del popolo di
Israele narrata nell'Antico Testamento, vediamo
emergere, anche nei momenti di maggiore difficoltà
come quelli dell'esilio, un elemento costante,
richiamato in particolare dai profeti: la memoria
delle promesse fatte da Dio ai Patriarchi; memoria che
chiede di imitare l'atteggiamento esemplare di Abramo,
il quale, ricorda l'Apostolo Paolo, "credette,
saldo nella speranza contro ogni speranza, e così
divenne padre di molti popoli, come gli era stato
detto: così sarà la tua discendenza" (Rm 4,18).
► "In ogni momento, soprattutto in quelli più
difficili, è sempre la fedeltà del Signore,
autentica forza motrice della storia della salvezza, a
far vibrare i cuori degli uomini e delle donne e a
confermarli nella speranza di giungere un giorno alla
"Terra promessa".
► "Come avvenne nel
corso della sua esistenza terrena, anche oggi Gesù,
il Risorto, passa lungo le strade della nostra vita, e
ci vede immersi nelle nostre attività, con i nostri
desideri e i nostri bisogni. Proprio nel quotidiano
continua a rivolgerci la sua parola; ci chiama a
realizzare la nostra vita con Lui, il solo capace di
appagare la nostra sete di speranza".
► "Le
vocazioni sacerdotali e religiose nascono
dall'esperienza dell'incontro personale con Cristo,
dal dialogo sincero e confidente con Lui, per entrare
nella sua volontà. È necessario, quindi, crescere
nell'esperienza di fede, intesa come relazione
profonda con Gesù, come ascolto interiore della sua
voce, che risuona dentro di noi".
Nel concludere il Papa
ricorda: "Dio mai abbandona il suo popolo e che
lo sostiene suscitando vocazioni speciali, al
sacerdozio e alla vita consacrata, perché siano segni
di speranza per il mondo.