Montagna Spaccata
Santuario della Santissima Trinità
"Quanti
scrittori hanno trattato del Santuario... Il
Santuario della SS. Trinità, detto
anche Montagna Spaccata, sorge sul
pendio del
monte Orlando
(chiamato anticamente
Colle
Planciano), che
sovrasta Gaeta (oggi Parco
Regionale Urbano
di Gaeta), nell'estremità sud-occidentale del
promontorio
Fu
fondato poco prima
dell’anno mille dai monac Nel 1434 dall'alto dei due costoni di roccia che hanno dato origine al nome (montagna spaccata)
si staccò un macigno che andò ad incastrarsi più in basso tra le pareti della fenditura.
Su
di esso venne costruita una piccola cappella di forma circolare dedicata al Crocifisso
(all'interno si innalza un grande crocifisso ligneo, sec. XV), dalla quale si può ammirare
lo strapiombo su cui è situata (una scala nella roccia, a cui
si accede dall'esterno della cappella, conduce sopra la cupola della
stessa, offrendo un colpo d'occhio dell'intera spaccatura Nel XVI secolo Carlo V fece costruire i nuovi bastioni della fortezza gaetana che ancor oggi lambiscono il Santuario. La fisionomia attuale della chiesa è frutto del restauro del XIX secolo operato dei padri Alcantarini (francescani); sulla facciata, le 4 statue dei "Santi patroni" sono recenti; al suo interno spicca la "Pala d'Altare" (raffigurante la Ss. Trinità, la Madonna e S. Erasmo sul golfo di Gaeta); la statua di S. Benedetto, prima cappella a destra, ricorda l'origine Benedettina; le statue di S.Francesco e di S. Antonio (influenza francescana alcantarina); nella seconda cappella, a destra, è molto venerato il "Gruppo della Pietà" di G. Dupré.
Il
complesso della "Montagna spaccata"
A
sinistra della chiesa c'è l'accesso
alla Poco sopra, sul pendio, si trovano le grandi cisterne d'acqua e manufatti in " opus reticulatum", che costituiscono i resti della villa di Lucio Munazio Planco (console romano, generale di Giulio Cesare, primo secolo prima di Cristo; in suo onore il nome antico del promontorio: Colle Planciano), poco distanti dall'omonimo mausoleo (la cosiddetta Torre d'Orlando, eretta attorno all'anno 22 prima di Cristo). A
destra della chiesa, dopo aver
ammirato dal belvedere lo splendido e unico panorama dell'istmo formato
dal golfo di Gaeta
(a
oriente) e
dal litorale
di Serapo
(a
occidente) a mare aperto fino al
Circeo, si percorre un corridoio
scoperto detto Corridoio
della Via Crucis
con
alle pareti le
Stazioni della Via Crucis
in riquadri maiolicati, opera
di Raimondo Bruno (1849), con il commento in versi (attribuiti al
Metastasio) dipinto nella parte inferiore delle raffigurazioni di ogni
formella, a commento di ogni stazione della Via Crucis di Gesù
Cristo IMPROBA MENS VERUM RENUIT QUOD FAMA FATETUR CREDERE AT HOC DIGITIS SAXA LIQUATA PROBANT indica
nella roccia un'impronta simile a una mano, Poco
prima dell'entrata della Cappella del Crocifisso, in un anfratto della
parete rocciosa, c'è il giaciglio di S.
Filippo Neri. Numerosi
pontefici (grande venerazione per il Santuario ebbe Pio IX: interna al
monastero-residenza la "Cappellina
Pio IX"),
vescovi,
santi (fra cui, si dice, Benedetto da Norcia, in seguito Nilo,
Francesco d'Assisi, Bernardino da Siena,
Ignazio di Loyola, Paolo
della Croce, Filippo Neri) hanno visitato e pregato in questo luogo di raccoglimento spirituale. Oggi
il santuario è sede dei missionari del P.I.M.E. |
qui
un "quadro di costume" della "Riviera d'Ulisse"
qui
l'articolo sulla "Montagna Spaccata" della rivista "A Sua
Immagine"
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discesa alla Grotta del Turco CLICCA QUI SOPRA LA FOTO
le statue della facciata del Santuario CLICCA QUI SOPRA LA FOTO
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mini-video
del promontorio della Montagna Spaccata
mini-video
della "tarantella Sparagna" sul golfo di Gaeta
qui
informazioni sull'area della Montagna Spaccata - Gaeta
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i colori, gli odori di
Gaeta e i sogni
che hanno accompagnato la nostra fanciullezza,
trascorsa
tra le Chiese di Santa Lucia e Santa Caterina
a via Guastaferri ormai via
Pio IX,
ci tengono ancora uniti con un legame così forte
da
travalicare l'inesorabile trascorrere degli anni.
Le discese folli con il
"carroccio", rudimentale go-kart
da noi assemblato con una tavola
e quattro cuscinetti a sfera,
lungo le discese delle "sette
salite"
e le famose "petriate" tra "Il Castello"
e "La Villa"
testimonianza della nostra incoscienza di ragazzi e
poi,
tutti sudati e sporchi con le ginocchia sbucciate,
in parrocchia
per la preparazione alla "Prima Comunione".
Una fanciullezza fatta di
cose semplici con pane burro e zucchero
"azzannato" seduti sulle
scalette del Castello,
con le madri affacciate alla finestra
a
controllare le nostre esuberanze giovanili
e poi le corse a casa a vedere
insieme Rin Tin Tin.
Ora nei tuoi
quadri rivivo la "pura vitalità" di quei momenti,
l'incanto
dei luoghi nella "poesia del messaggio" che ci dai.
Giacomo.Bonelli
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