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MISSIONARI  

  IERI E OGGI

 

 

Novembre, lodiamo i Santi e ricordiamo i defunti

Il mese parte con due ricorrenze liturgiche importanti. Ai nostri santi Protettori ci affidiamo perché ci aiutino nel faticoso pellegrinaggio della vita, ai fratelli defunti il suffragio e la preghiera perché non si dimentichino di noi. 

E' prossimo l'avvento che inizia il 30 novembre. Vivremo un clima di riflessione sul valore della vita che inizia in Dio e ritorna al Padre dei cieli e, poi, partenza sprint con il tempo che ci porterà al Natale. Nella breve esistenza che il Signore ci dona dobbiamo tenere i piedi per terra: non sciupiamo il tempo. I santi ci ricordano che il tempo a nostra disposizione è proprio poco, conviene spenderlo bene. 

L'avvento, che continuerà a riproporci i personaggi e i fatti che hanno annunziato e portato il Messia tra noi, viviamolo nel raccoglimento e nella preghiera. Facciamo una cosa: impegniamoci a riscoprire il Dio con noi giorno dopo giorno.

 

In Missione per evangelizzare, testimoniare e accogliere

    Nel numero di ottobre di Venga il Tuo Regno abbiamo dato risalto ad una interessante intervista a p. Sossio Pezzella, missionario del Pime a Parintins, stato Amazonas del Brasile. Ci ha detto tra l’altro: “Il missionario è  uno strumento grazie al quale, chi non consoce Dio o si è allontanato da lui, riscopre la bellezza del sentirsi amato”.

    P. Sossio, in Brasile da 34 anni, suggerisce queste priorità per una missione nel mondo che cambia:

1) passare dall’evangelizzazione ordinaria ad una evangelizzazione missionaria. Tenere presente che cambiano i modi di vivere, le persone, le situazioni, la mentalità… Cambiano i modi di avvicinare gli altri.

2) La testimonianza passa attraverso i modi di vivere, ispirati al Vangelo. Dobbiamo essere testimoni della fede.

3) Dare importanza ai mezzi di comunicazione più moderna, per diffondere la cultura cristiana… Dare attenzione alla persona, accoglierla; stabilendo un dialogo con tutti, cristiani e non cristiani… Accogliere con rispetto, bontà e cortesia.

“Il missionario – aggiunge p. Pezzella –  non può pensare soltanto di realizzare opere e dimenticarsi del fratello che gli passa accanto. Le opere sono importanti ma lo è di più l’accoglienza”.

   Ci piace ricordare quanto ha detto il Papa nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale: “La prima sorgente della missione è Gesù Cristo, dal cui cuore scaturisce l’amore di Dio.La missione è una forma di risposta che la Chiesa, sacramento universale di salvezza, dà a Dio. Ascoltate la voce di quanti ‘attendono l’annuncio del Vangelo’: fonte di speranza e di amore”.

 

La vocazione missionaria
 di p.
Giuseppe Buono

Benedetto XVI, nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, ha scritto: «Mentre resta necessaria e urgente la prima evangelizzazione in non poche regioni del mondo, scarsità di clero e mancanza di vocazioni affliggono oggi varie Diocesi ed Istituti di vita consacrata. 

È importante ribadire che, pur in presenza di crescenti difficoltà, il mandato di Cristo di evangelizzare tutte le genti resta una priorità.    Nessuna ragione può giustificarne un rallentamento o una stasi, poiché “il mandato di evangelizzare tutti gli uomini costituisce la vita e la missione essenziale della Chiesa” (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 14), e la missione “è ancora agli inizi e noi dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio” (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 1).

Ecco ribadita la più semplice e immediata verità per la missione: senza missionari non si fa la missione; il Vangelo ha bisogno di operai; lo stesso Benedetto XVI, iniziando il suo servizio di Pastore universale, si definiva ‘umile operaio nella vigna del Signore’. Oggi è urgente ribadire la necessità assoluta della vocazione missionaria.

 

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Vocazione missionaria specifica

    Dopo due millenni dal primo invio degli apostoli da parte di Gesù sul monte della Galilea, il Concilio Ecumenico Vaticano II ha ribadito: “Benché l’impegno di diffondere la fede cada su qualsiasi discepolo di Cristo, in proporzione delle sue possibilità, tuttavia il Signore chiama dalla moltitudine chi vuole per averli con sé e inviarli a predicare alle genti” (AG, 23).

Le genti sono quelli che non hanno ancora inteso l’annuncio del Vangelo, quindi ogni cristiano deve essere un missionario. 

   Il Signore ancora oggi vuol chiamare alcuni solo per il compito specifico di andare a predicare per la prima volta il Vangelo a quelli che mai l’hanno udito

Nello stesso tempo fa nascere nella Chiesa delle istituzioni che coltivano la vocazione missionaria specifica: sono gli Istituti missionari. “Gesù Cristo, per mezzo dello Spirito Santo, accende nei cuori dei singoli la vocazione missionaria; nello stesso tempo suscita nella Chiesa quelle Istituzioni che si assumono come dovere specifico il compito dell’evangelizzazione che riguarda tutta la Chiesa” (AG, 23).

Contenuti della vocazione missionaria

    Giovanni Paolo II spiega così la natura della vocazione missionaria: “Si tratta di una vocazione missionaria specifica, modellata su quella degli apostoli. Essa si manifesta nella totalità dell’impegno per il servizio dell’evangelizzazione: è impegno che coinvolge tutta la vita e la persona del missionario, esigendo da lui una donazione senza limiti di forza e di tempo” (RM,65).

    Uno dei più grandi missionari del nostro tempo, il beato Padre Paolo Manna del Pime, affermava: “Il missionario, per essere veramente tale, deve darsi tutto e deve darsi per sempre… “.

    Ancora Giovanni Paolo II ribadiva: “La vocazione speciale dei missionari ad vitam conserva tutta la sua validità: essa rappresenta il paradigma dell’impegno missionario della Chiesa, che ha sempre bisogno di donazioni radicali e totali, di impulsi nuovi e arditi” (RM, 66). Una provocazione di fede e di donazione per la Chiesa santa  di Dio.

      Da Nuova Stagione, 5 ottobre 2008.

 

  I detti dei nostri missionari

  Sant’Alberico Crescitelli (1863-1900)

     

  così scriveva a suo fratello dalla lontana Cina: «Chi è felice su questa terra? Tu spesso ti sei creduto assai infelice, eppure quanti più infelici di te! Io pure sono un uomo soggetto a tante miserie. Ho anche momenti di tedio, di abbattimento, di disillusione, di tentazione, di pericoli forse ignorati e di prova. Chi sulla terra può sottrarsene? 

  Eppure finora io mi credo meno infelice della generalità degli uomini: in qualunque paese si vive, la provvidenza proporziona i patimenti alle nostre forze, per poterli sopportare e si sta meglio quando si sta dove Dio ci vuole. Attualmente sto benissimo».

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