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MISSIONARI  

  IERI E OGGI

 

 

Gennaio, un nuovo anno
 al via…
  Passata la notte di capodanno, dopo canti, auguri e spumante in quantità siamo passati alla realtà della vita fatta di gioie e dolori. Ci sono stati progetti appena abbozzati e decisioni prese: “Quest’anno ce la metterò tutta per fare un passo avanti nella missione che il Signore mi ha affidato”.

   Un bagno di entusiasmo fa proprio bene, ci verrà in aiuto quando apparirà qualche nuvola nera. Ma una convinzione non deve mai mancare: se stiamo dalla parte del Signore saremo al sicuro. Se non ci avete pensato, date spazio alla Missione che per noi addetti ai lavori è una scelta rinnovata ogni giorno. Quel Gesù nato e morto per noi vuole essere annunziato a tutti; sì, anche ai più discoli!

 

Il mondo ha sempre più fame!

                               di p. Pasquale Simone

Puntuale è arrivato anche quest’anno il messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha scritto per la giornata della pace che si celebra il 1° gennaio. Questo il tema scelto: “Combattere la povertà, costruire la pace”. Il tema interpella tutte le persone di buona volontà perché riflettano sui problemi emergenti nel mondo globalizzato.

ll Santo Padre inizia citando il suo venerato predecessore Giovanni Paolo II che segnalava l’esistenza di “un'altra seria minaccia per la pace: molte persone, anzi, intere popolazioni vivono oggi in condizioni di estrema povertà. La disparità tra ricchi e poveri s'è fatta più evidente, anche nelle nazioni economicamente più sviluppate. Si tratta di un problema che s'impone alla coscienza dell'umanità, giacché le condizioni in cui versa un gran numero di persone sono tali da offenderne la nativa dignità e da compromettere, conseguentemente, l'autentico ed armonico progresso della comunità mondiale”. Il Papa Benedetto aggiunge: “Se la povertà fosse solo materiale, le scienze sociali che ci aiutano a misurare i fenomeni sulla base di dati di tipo soprattutto quantitativo, sarebbero sufficienti ad illuminarne le principali caratteristiche. Sappiamo, però, che esistono povertà immateriali, che sono diretta e automatica conseguenza di carenze materiali”. Esistono fenomeni di emarginazione, povertà relazionale, morale e spirituali. Oggi ci sono persone interiormente disorientate, che vivono diverse forme di disagio nonostante il benessere.

    Il Papa non crede che si possa correlare la povertà allo sviluppo demografico. Le campagne per la riduzione delle nascite vanno contro la dignità della donna e il diritto dei coniugi a scegliere responsabilmente il numero dei figli; non rispettano il diritto alla vita. “Lo sterminio di milioni di bambini non nati, – aggiunge –  in nome della lotta alla povertà, costituisce in realtà l'eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani”. Si mostra preoccupato per l'attuale livello globale delle spese militari. Queste impegnano risorse che vengono sottratte ai progetti di sviluppo dei popoli, specialmente di quelli più poveri e bisognosi di aiuto.

   Un altro ambito relativo alla lotta alla povertà riguarda l’attuale crisi alimentare, che mette a repentaglio il soddisfacimento dei bisogni di base. “Cause principali di tale fenomeno – scrive il Papa – sono senza dubbio, da una parte, il cambiamento tecnologico, dall’altra, la dinamica dei prezzi dei prodotti industriali, che crescono molto più velocemente dei prezzi dei prodotti agricoli e delle materie prime in possesso dei Paesi più poveri”.

   Fatte queste constatazioni il Santo Padre indica una delle strade maestre per costruire la pace: orientarsi verso “una globalizzazione finalizzata agli interessi della grande famiglia umana che richiama l’impegno per una forte solidarietà globale tra Paesi ricchi e Paesi poveri, nonché all'interno dei singoli Paesi, anche se ricchi. È necessario un « codice etico comune » le cui norme non abbiano solo un carattere convenzionale, ma siano radicate nella legge naturale inscritta dal Creatore nella coscienza di ogni essere umano”.

   Benedetto XVI assicura che “La Chiesa, che è « segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano », continuerà ad offrire il suo contributo affinché siano superate le ingiustizie e le incomprensioni e si giunga a costruire un mondo più pacifico e solidale. Sull’esempio di Gesù dobbiamo mettere i poveri al primo posto.

    “Ad ogni discepolo di Cristo, – conclude il Pontefice –  come anche ad ogni persona di buona volontà, rivolgo pertanto all'inizio di un nuovo anno il caldo invito ad allargare il cuore verso le necessità dei poveri e a fare quanto è concretamente possibile per venire in loro soccorso. Resta infatti incontestabilmente vero l'assioma secondo cui combattere la povertà è costruire la pace”.

   Qualcuno potrebbe domandarsi: Ma io che cosa posso fare?  Vorrei ricordare che qualche anno fa i missionari e associazione varie lanciavano delle campagna contro la fame nel mondo. Una volta fu scelto questo tema: Contro la fame cambia la vita. Si sperperassimo meno e destinassimo meglio quello che il Signore ci elarcisce a larghe mani le cose cambierebbero.

 

16 gennaio, Festa del Beato Paolo Manna

   Quest’anno il 16 gennaio festeggeremo per l’ottava volta il Beato Paolo Manna, un’ Anima di fuoco come lo definì il p. Gian Battista Tragella. Questi sì che l’aveva conosciuto il grande missionario che nel secolo appena passato ha spronato grandi e piccoli ad appassionarsi alle missioni. 


Volete
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18 – 25 gennaio, Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Ecco il tema di quest’anno: Essere riuniti nella tua mano (cfr. Ezechiele 37, 17). Per saperne di più.

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2009 parte da uno sforzo unitario di cristiani di varie parti del mondo. In primo luogo si tratta dei cristiani coreani che ci offrono come spunto di meditazione questo versetto tratto dalla seconda grande visione del profeta Ezechiele. I Coreani citano questa visione perché si trovano nella situazione da cui era partito Israele prima dell’esperienza dell’esilio fatto da Ezechiele e dalla sua generazione. Anche la Corea, come Israele di allora, è un paese diviso in due stati: quello del nord e quello del sud, che malgrado la divisione e una terribile guerra di oltre cinquant’anni fa, si sente un’unica nazione. Ma questa è anche la realtà della cristianità di oggi, una realtà divisa ma che ha come speranza centrale quella di “formare un solo bastone nella mano di Dio” (cf Ez 37, 17).

    Nella storia d’Israele il periodo dell’esilio e del post-esilio fu senz’altro difficile e sentito come un’immane sciagura, ma fu in quel periodo che il monoteismo si espresse definitivamente e Israele, che era stato uno dei tanti piccoli regni della sponda asiatica del Mediterraneo, diventa il porta bandiera del Dio Creatore e Signore e l’annuncio di una nuova speranza per l’umanità. Il miracolo fu che un popolo disperso dalla zona di Assuan fino alla Tracia, dall’India fino alla Libia, poté portare, anche per il contributo dei persiani, un messaggio unitario al mondo. Il dono che quel popolo portò a termine in quegli anni è la Bibbia ed è un dono di cui non possiamo che dover riconoscenza agli uomini del tempo di Ezechiele e di Esdra. 

  Anche oggi il mondo cerca unità. È un altro momento in cui sembra impossibile l’intervento di Dio; il mondo occidentale, dove non mancano i mezzi di sussistenza, corre dietro a sogni irraggiungibili e sembra dimenticare quali siano i significati veri della vita. Il cosiddetto terzo mondo si trova nella quasi impossibilità di vivere per la mancanza assoluta dei beni di sostentamento. La natura stessa è così condizionata dall’inquinamento prodotto dalle grandi nazioni che rende più visibile e di attualità stringente il gemito di cui parla l’apostolo Paolo (“Tutto l’universo aspetta con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà il vero volto dei suoi figli” Rm 8, 19).

    Questi ultimi, spesso disorientati e ben divisi sentono l’urgenza di fare propria la visione di Ezechiele: essere riuniti in modo di formare un solo bastone nella mano di Dio. In questa direzione essi hanno una sola arma: la preghiera, che rivolgono a Dio da ogni parte della terra e che esige da loro una conversione all’amore e ad alla giustizia che trovano insieme la loro realizzazione sulla croce di Cristo.

 

 

        Clicca per aprire Ragazzi UAU!

  

I titoli proposti per ciascuno dei giorni della Settimana sembrano registrare questo schema appena indicato perché pongono le comunità cristiane di fronte alle vecchie e alle nuove divisioni, alla guerra e alla violenza, all’ingiustizia economica e alla povertà, alla crisi ecologica, alla discriminazione e al pregiudizio sociale, alla malattia e alla sofferenza, alla pluralità delle religioni per giungere infine a proclamare la speranza cristiana in un mondo di separazione. Siamo dunque in attesa dello splendido annuncio di Apocalisse 21 “Ora faccio nuova ogni cosa”.

    Con cuore rinnovato prepariamoci a questa particolare settimana di preghiera per l’unità.  

Chiesa Cattolica
+Vincenzo Paglia
Vescovo di
Terni-Narni-Amelia
Presidente
Commissione CEI per l'Ecumenismo e il Dialogo

Federazione delle Chiese Evangeliche in italia
Prof. Domenico
Maselli
Presidente

 

 25 gennaio 2009 - 56a GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI LEBBRA

Sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana

Con il Patrocinio del Segretariato Sociale RAI

LA GIORNATA MONDIALE

La Giornata mondiale dei malati di lebbra è un grande appuntamento di solidarietà che si rinnova da cinquant’anni. Capi di Stato, autorevoli ricercatori, persone semplici, offrono il proprio contributo alla celebrazione di questo evento. Fu istituita nel 1954 da Raoul Follereau, scrittore, poeta e giornalista francese che per il suo impegno nella lotta alla lebbra fu definito “apostolo dei malati di lebbra”.

Follereau inseriva la lotta alla lebbra in un impegno più ampio contro ogni forma di emarginazione e di ingiustizia. Costante è stato il suo impegno per la pace. In Italia l’iniziativa è promossa dall’Associazione italiana Amici di Raoul Follereau – AIFO. L’AIFO, grazie al sostegno di centinaia di migliaia di italiani, in 47 anni di attività, ha contribuito alla cura di oltre un milione di

malati di lebbra, destinando 120 milioni di Euro a progetti nei paesi a basso reddito.

Circa 700 persone si ammalano ogni giorno. Si stima che siano almeno altrettanti, quotidianamente, i casi non identificati. In realtà nessuno può dire esattamente quanti siano i malati nel mondo. Di fatto, quando si avviano piani di ricerca dei casi di lebbra in aree poco raggiungibili, si continuano a scoprire numerose persone affette dalla malattia. Tra loro la percentuale dei bambini rimane alta. Ciò indica un alto livello d’infezione.

DOVE

L’hanseniasi è diffusa essenzialmente in quella che viene definita la cintura della povertà, area in cui vivono un miliardo e 300 milioni di persone che sbarcano il lunario con meno di un euro al giorno. Nel 2007 si sono registrati 254.525 nuovi casi nel mondo, mentre i casi in trattamento ammontavano il 31/12/2007 a 212.802.

 

CHE MALATTIA È

È una malattia contagiosa causata dal Mycobacterium leprae, bacillo isolato nel 1873 da

Gerhard Armauer Hansen. Da allora la malattia è definita Hanseniasi o Morbo di Hansen ed i malati hanseniani. Anche se la malattia è perfettamente curabile, ancora oggi le si accompagna spesso un pesante stigma sociale che vede le persone che ne sono state affette, anche se guarite completamente, come “diverse” e socialmente emarginate. Il bacillo, inizialmente, distrugge i nervi periferici provocando insensibilità; a causa dell’insensibilità vengono quindi danneggiati i tessuti determinando, così, le mutilazioni. Se non trattata, provoca danni progressivi e permanenti a pelle, nervi, arti ed occhi.

 

LA CURA

Solo nel 1940, con il dapsone, si cominciò ad avere una cura, ma il farmaco andava assunto per tutta la vita ed aveva il solo effetto di rallentare l'avanzata della malattia. È dai primi anni 80, con l'introduzione della polichemioterapia (rifampicina, clofazimina e dapsone), che finalmente dalla lebbra si può guarire. L’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS raccomanda la polichemioterapia dal 1981. Da 5 a 20 anni è il periodo d’incubazione del bacillo che causa la malattia. Da 6 mesi a due anni dura il periodo di trattamento farmacologico. Si stima che circa 10 milioni di persone subiscano oggi le conseguenze fisiche e sociali della malattia.

Domenica 25 gennaio migliaia di volontari AIFO offriranno nelle piazze italiane il “Miele della solidarietà”. Il miele utilizzato per questa iniziativa proviene da piccoli produttori delle aree rurali della Croazia attraverso il circuito del Commercio equo e solidale. I sacchetti di iuta che conterranno i vasetti sono confezionati dagli ex malati di lebbra

del Progetto Sumana Halli a Bangalore in India, sostenuto dall'AIFO. Con questa scelta l’AIFO intende confermare il suo impegno nella creazione di rapporti basati sulla giustizia e sulla solidarietà.

 

L’IMPEGNO DI AIFO PER LA LEBBRA NEL 2007 (con particolare riferimento all'India)

Indicatore INDIA ITALIA Medici (X 100.000 abitanti) 48 554 % Alfabetizzazione maschi 69 99% Alfabetizzazione femmine 42 98 Speranza di vita in anni 64 79 Mortalità infantile (X 1000) 69 6

I dati ufficiali dell’OMS registrano 137.685 nuovi casi di lebbra in India nell’anno 2007. Difficile ritenere che questi dati corrispondano alla situazione reale di un paese in cui i servizi sanitari coprono a malapena la metà del territorio nazionale. La nostra lotta contro la lebbra in India è un impegno per garantire l’accesso alla salute alle popolazioni più svantaggiate. Per questo gli obiettivi dei nostri interventi sono:

- garantire l’accesso ai servizi sanitari nelle aree meno coperte

- individuare e curare i casi di lebbra nelle aree isolate

- realizzare interventi di prevenzione e cura della malattia per arrestare la diffusione del contagio

- educare la popolazione a nozioni sanitarie di base

- formare personale locale per garantire sul posto la costante presenza di operatori qualificati

- riabilitare fisicamente e reinserire socialmente i malati guariti

Complessivamente, i progetti per la lebbra e la sanità di base sostenuti dall’Associazione nel 2007 hanno raggiunto 338.821 persone. I nuovi casi di lebbra diagnosticati nei progetti sostenuti da AIFO erano 22.139, di cui circa 9.000 in India. Tutti questi nuovi casi di lebbra hanno ricevuto il trattamento con la MDT (polichemioterapia). Le altre attività legate alla lebbra hanno raggiunto 83.125 persone, compresi gli ex-malati seguiti dai progetti e le persone curate per complicazioni legate alla malattia. Spesso i benefici degli interventi raggiungono tutta la famiglia, per cui il numero reale dei beneficiari è molto più alto.

L’impegno dell’AIFO in India nel 2008 è stato di circa 400.000 euro.

 

  I detti dei nostri missionari

 "Noi continuiamo a proclamare la speranza convinti che la trasformazione nostra e del mondo non è l'effetto immediato di una decisione o di un evento storico, ma l'impegno di tutti i giorni della la vita. Anche l'esperienza del dialogo si pone in questa dimensione di speranza che va al di là delle frustrazioni di tutti i giorni. 

 Se cessassimo di dialogare perderemmo l'abilità di immaginare un mondo diverso da quello presente: perderemmo l'abilità di immaginare metodi di resistenza e modi di sostenersi a vicenda nella lunga lotta per la giustizia e la verità; perderemmo l'abilità di sperare e amare in tutte le forme.  Credo che il nostro resistere sia un atto di gioia, perché è  un atto di speranza in Colui che ha vinto la morte". 
Non diamo troppo valore al denaro

«Una sola parola dico: non diamo al denaro troppo valore come mezzo di apostolato. Le anime, anche oggi, le converte lo Spirito Santo con la preghiera, con la vita penitente e santa, con lo zelo dei missionari e il Vangelo si espande meglio per la virtù e lo zelo dei neofiti che per opera di gente stipendiata. La propaganda a base di denaro tarpa le ali allo Spirito Santo ed arriva dove arrivano tutti i mezzi umani, cioè non molto lontano» (VA 170-171).

              Beato Paolo Manna (1872 – 1952)

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      Domeniche e giorni festivi S.Messa alle ore 9.30

 

 

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