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MISSIONARI  

  IERI E OGGI

 

 

 Aprile a Ducenta Tanti avvenimenti che ruoteranno intorno alla Pasqua. Gruppo che verranno per ritiri spirituali, domenica delle palme e gli auguri che ci scambieremo con vicini e lontani. 

 Molte persone, come ogni anno, verranno a chiederci di ascoltare la loro confessione, l'appuntamento di Pasqua a cui nessuno può mancare. 

 Ma non possiamo distrarci, bisogna concentrarsi sul mistero pasquale per poi esplodere con l'alleluia della risurrezione. Fin d'ora auguri sinceri a quanti leggono il nostro giornale, che diventerà più importante se molti lo leggeranno.

 

Domenica delle Palme

Antifona d'Ingresso   Sei giorni prima della solenne celebrazione della Pasqua, quando il Signore entrò in Gerusalemme, gli andarono incontro i fanciulli: portavano in mano rami di palma, e acclamavano a gran voce.

Meditiamo e preghiamo   Anche altre volte c'erano stati i fanciulli. Spesso qualcuno osò dire che i bambini disturbavano il Maestro. Ma questa volta deve essere stato proprio Gesù ad invitarli all'ingresso trionfale nella città santa.

 All'appuntamento sono arrivati proprio tutti: vogliono vedere Gesù che passa cavalcando l'asinello mansueto. Agitano rami di palma e di ulivo, gridano per farsi notare, come usano fare quando Gesù li accarezza. 

 Per un momento tacciono le voci del dissenso, l'innocenza occupa la scena. E Gesù ripete: "Lascate che i bambini vengano a me , non glielo impedite". Bambini, continuate a stupire i più grandi di voi. Fateci capire il vantaggio di stare dalla parte di Gesù.

 

Lavai i piedi all'ubriaco 

 

 Ricordo come fosse oggi, quel giovedì santo, la comunità di Robrù si è radunata. Inizio la cerimonia. 

 Con una spiegazione sul memoriale di quella sera. Dal fondo della cappella gremita di gente qualcuno comincia a ripetere, a voce alta, ogni mia parola creando un malessere in tutti. 

 Proprio questa sera, in una cerimonia tanto importante! Vado a metà cappella e riesco a individuare l'uomo che sembrava volesse guastare la cerimonia. 

 Gli faccio segno con la mano di farsi avanti e lui, tutto trionfante, si apre un passaggio attraverso il popolo e viene verso di me. Io penso: cosa ne faccio adesso di questo uomo ubriaco? 

 Gli sorrido, lo prendo garbatamente per un braccio e ci avviammo tutti e due verso l'altare. I dodici che devono rappresentare gli apostoli non sono al completo; c'è una sedia vuota. Invito l'uomo a sedersi e lui, scalzo, mal vestito e con tanta sporcizia addosso, tutto soddisfatto, barcollando si siede; come se quel posto fosse stato riservato apposta per lui. 

 Ricomincio l'introduzione della cerimonia, dando ogni tanto un'occhiata al povero uomo, che divenuto tranquillo, seduto, con la testa alta, mi guarda con attenzione. 

 Il suo volto è cambiato. Quando arriva il momento della lavanda dei piedi tutti si tolgono le scarpe o le ciabatte. 

 Lui è a piedi nudi, rimane un po' impacciato e non sa rendersi conto di quanto sta succedendo.

 

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Inizia la lavanda dei piedi. Quando arrivo vicino a lui, si alza: "Tu, prete, a me mai laverai i piedi! Sai chi sono io? Sono uno straccione che vive in strada., senza casa, senza famiglia, senza lavoro, sono un uomo disgraziato, peccatore". 

 Certamente non conosce il significato della cerimonia, ha capito però il gesto di affetto. Si. Siede, e mette il suo piede nel catino. Che gusto lavare i piedi proprio a chi ne ha bisogno!   Finita la cerimonia tutti escono. L'uomo rimane seduto osservando quel popolo contento e soddisfatto. Poi si alza e mi viene vicino: "Sai, prete, mai nessuno nella mia vita mi ha voluto bene come tu hai fatto questa sera. Nessuno mi ha lavato i piedi, tutti mi disprezzano..., è la prima volta che qualcuno mi tratta con rispetto. La tua bontà mi dà nuova forza per vivere. Grazie!". E se ne andò con i piedi puliti, a riprendere il cammino della strada. In quella notte, durante la veglia, e nel giorno del venerdì santo il mio pensiero non si staccava da quell'uomo di strada. 

 Realmente avevo incontrato vivo il Cristo crocifisso. Attende da me un balzo in avanti; esprime l'anelito del popolo povero. Fu un tocco inatteso, uno sprazzo di luce
                                       
p. Angelo Gianola

 

   I detti dei nostri missionari

  "Tutta la vita di Gesù è stata una continua lezione di povertà, di distacco, di disprezzo di tutte le cose di quaggiù; questo ha insegnato Gesù, dalla cattedra della culla, da quella di Nazaret, da quella più alta della croce. 

   "Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli":

Paolo Manna  Il Vangelo è, si può dire, il libro del disprezzo dei beni terreni e della valutazione delle cose del cielo".
                       Beato Paolo Manna
(1872 - 1952)

 

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