Prendeva una monetina e, passandola da una mano
all’altra, la faceva scomparire nella manica della
giacca, per poi farla riapparire altrove. Visto il
“prodigio” immediatamente si formava il gruppetto
di piccoli curiosi. Attirata la loro attenzione,
passava alla catechesi spicciola.
Chiedeva se pregavano Gesù mattina e sera, se
ubbidivano alla mamma, se rispettavano i compagni. I
ragazzi, presa confidenza con l’uomo ritornato dalla
Cina, rispondevano e formulavano domande su domande.
Volevano sapere come il missionario aveva imparato a
far scomparire le monetine, come si diventava
missionari e come vivevano i bambini dagli occhi a
mandorla.
Purtroppo
i tempi sono cambiati e se ritornasse p. Giuseppe
Famiglietti i ragazzi non si avvicinerebbero più come
una volta. I genitori hanno paura di tutto e mettono
in guardia i figli perché non avvicinino persone a
sconosciute. Non devono accettare neppure le
caramelle, che potrebbero contenere sostanze
pericolose. Che brutto mondo stiamo costruendo! Visti
i tempi che corrono, è sbagliato desiderare il
ritorno del tempo in cui ci si salutava per strada, si
portava al vicino di casa il pane caldo appena
sfornato dalla mamma; si passava la voce per conoscere
i nuovi ammalati da visitare?
Caro p.
Giuseppe, non dimenticherò la lezione di quel
pomeriggio piovoso. Grazie per avermi fatto capire che
la missione comincia con i piccoli gesti, accorgendosi
che il vicino è un compagno di viaggio, diretto come
noi verso il cielo.
I detti dei nostri
missionari
P. Mario Vergara (1910 - 1950)
Il
31 agosto 1933,
scrive al Superiore: «La gioia che mi riempie il
cuore è così grande da rendermi impossibile
esprimere i miei sentimenti di gratitudine per la
grazia singolare concessami».
Scrive
dalla missione: «Abito ora in una capanna di bambù,
posta su un cocuzzolo di un monte sovrastante il
villaggio di Taruddà – uno dei due villaggi
cattolici che è diventato la sua residenza –. Vento
e sole entrano liberamente; se piove ho il bagno a
domicilio, proprio come i grandi signori... eh, quando
uno nasce fortunato! Per il mobilio due sedie e un
tavolino che ho fatto col coltellaccio del mio
catechista; per cibo un po' di riso con erbe di
bosco.
A sinistra catene di monti digradanti fino alla
pianura di Loikaw e popolatissimi; sono duecento i
villaggi di Cariani rossi e alcuni di Shan. I
protestanti vi giunsero vent'anni or sono, capite? E
contano quattro villaggi. Presto vi farò un giro di
"ricognizione" col prete cariano e alcuni
catechisti».
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