MISSIONARI DI DUCENTA                 cliccaINIZIO      clicca per accedereNOTIZIE     clicca per mandare un messaggioSCRIVI     rivista Venga il Tuo RegnoVTR    cliccaLINKS   .Piazza B. Paolo Manna 69  TEL. 081.8141201 

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MISSIONARI  

  IERI E OGGI

 

 

Prossimamente a Ducenta

* Domenica 6 dicembre. Ritiro delle Religiose della Diocesi di Aversa, con la partecipazione del Vescovo Mario Milano.

* Domenica 13 dicembre. Ritiro delle Zelatrici missionarie. Interverrà p. Bernardino Rossi, rettore della Montagna Spaccata di Gaeta.

 

 

 

 

 

* Lunedì 14 dicembre. L'Istituto Superiore di Scienze Religione "S. Paolo" della diocesi di Aversa inaugura l'anno scolastico. La Lectio magistralis sarà tenuta da p. Alessandro Sacchi, biblista, missionario del Pime. Interverranno il Vescovo Mario Milano e numerosi invitati.

 

* Martedì 15 dicembre. Ritiro del clero della diocesi di Aversa.

* Domenica 20 dicembre. Incontro del Gruppo Famiglie per le Missioni, guidato dal p. Michele Carlone.

* Lunedì 21 dicembre. " La parola luce per i miei passi". Alle 20:30 il Gruppo degli animatori organizza un'ora di ascolto e di condivisione per camminare insieme alla sequela del Signore.

* 25 dicembre, Natale del Signore.
Messa alle ore 9,30.

* Domenica 27 dicembre. Dalle ore 16,00 incontro del Cursillo con s. Messa e tombolata per la rivista Venga il tuo Regno.

* Lunedì 28 dicembre - 2 gennaio. Incontro formatori Pime Dal 28 dicembre 2009 al 2 gennaio 2010 si terrà a Ducenta l'incontro dei formatori del Pime. Presiederà il Superiore Generale p. Gian Battista Zanchi, assistito da 3 consiglieri: Mark Tardif, Antonio Nunes, Alberto Zamberletti. Questi i Padri formatori partecipanti: Seminario teologico di Monza i PP. Gabriel Costa, Graziano Michielan, Giancarlo Politi, Carlo Ghislandi; Seminario teologico delle Filippine i PP. Steve Baumbusch, Piergiacomo Urbani; Seminario filosofico del Brasile: i PP. Flaio Picolin, Giambattista Giomo; Seminario filosofico di Roma: i PP. Carlo Tinello, Giovanni Musi; Seminari dell'India: i PP. Ralph Jassawala, Rayapu Lingareddy, Manohar Jyothi, Lourdh Xavier.

 

Cronaca degli avvenimenti

Incontro dei formatori del Pime
 Ducenta, 31 dicembre 2009

Si sta svolgendo a Ducenta l'incontro dei formatori del Pime venuti dall'India, Filippine, Brasile, Italia (Monza e Roma). Sotto la guida della Direzione Generale, manca solo p. Livio Maggi che sta visitando la Papua N. Guinea, si toccano i problemi dei seminari del Pime sparsi nel mondo. In un mondo in continuo cambiamento bisogna fare attenzione alle sfide sempre nuove e sempre utili per rinnovarsi nella proposta missionaria che il Pime è chiamato ad offrire ai giovani. 

Motivo dominante è la formazione, tema che tutto l'Istituto farà oggetto di riflessione in questi secondo biennio che segue l'Assemblea Generale di Ariccia. "L'incontro di Ducenta - sottolinea p. Mark Tardif - non solo ci fa riflettere sulla formazione iniziale ma anche sulla formazione continua che accompagna la vita del missionario. 

Noi siamo interpellati in un modo speciale perché, essendo presenti in diversi continenti, veniamo a contatto con culture diverse". 

L'incontro, che si sta svolgendo nella cordialità di sempre, vede tutti impegnati anche se questo periodo molti dedicano agli affetti familiari e allo svago. La vigilia di capodanno si è stappato lo spumante "beneaugurale" e ci si è augurato una buona fine e un buon principio

Il capodanno, preceduto dal gioco della tombola e illuminato dai fuochi di mezzanotte, è stata l'occasione per una gita fuori porta che ha dato ai più arditi la possibilità di sfidare il cattivo tempo per vistare la reggia di Caserta e percorrere i luoghi più caratteristici di Napoli. 

Al ritorno hanno raccontato meraviglie di quanto hanno conosciuto dopo tre ore di cammino a piedi. 

Sabato 2 si toglieranno le tende e si ritornerà al lavoro usato, un impegno che i formatori portano avanti con molto sacrificio. A tutti auguriamo entusiasmo e gioia nel lavoro di accompagnamento di giovani aspiranti al sacerdozio missionario.

 

Tombola al Pime di Ducenta                        27 dicembre 2009

"Tombolata missionaria, giocando… sostiene la rivista missionaria Venga il Tuo Regno", 

così si leggeva sul grande tabellone del popolare gioco natalizio organizzato dagli amici Cursillisti. 

Animatore della serata è stato il p. Tommaso Maisto, del Pime, che da diversi anni invita a sostenere la rivista missionaria fondata dal Beato Paolo Manna nel 1945. 

Un gran numero di inviatati, provenienti dai paesi e città dell'entroterra napoletano, ha riempito la grande sala del seminario di Ducenta dove ha avuto luogo la chermes. 

Tanti erano i doni messi in palio, frutto di donazioni di commercianti amici e degli stessi partecipanti, che hanno fatto felici i vincitori delle varie combinazioni del gioco che da sempre attrae grandi e piccini. 

Un gioco che nel mondo agitato di oggi aiuta a fraternizzare e a far trascorrere insieme momenti di serenità. Il rettore della casa, attuale direttore della rivista, ha fatto gli auguri sottolineando che da quando esiste Venga il Tuo Regno la tombolata di Ducenta è l'unica iniziativa natalizia che porta un po' di ossigeno alla stampa dell'Istituto. 

"Grazie, siete tutti da elogiare e da ringraziare per quanto fate per noi missionari". Prima di giocare a tombola gli intervenuti avevano partecipato alla s. Messa celebrata da p. Tommaso. A chiusura della serata c'è stato anche lo spazio per una cenetta a base di leccornie natalizie che in questo periodo abbondano nelle famiglie.

 

P. Alessandro Sacchi all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Paolo”

   Ducenta, 14 dicembre 2009

P. Alessandro Sacchi del Pime ha tenuto una dotta prolusione intervenendo all’apertura dell’anno accademico dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Paolo” di Aversa. Erano presenti l’Ordinario locale Mario Milano e il Direttore uscente mons. Ferdinando Angelino. 

Diversi gli invitati sia del mondo civile che religioso. Hanno fatto da protagonisti gli studenti dell’Istituto che hanno provveduto a preparare l’ambiente e far profitto di quanto ha detto il p. Sacchi, professore di sacra scrittura. Questi ha svolto il tema: “Le prime comunità cristiane: missione e trasformazione sociale”. Ha introdotto dicendo che le prime comunità cristiane erano “Piccole aggregazioni di giudei e di gentili, sparse nel mondo greco romano, che si caratterizzavano per la loro fede in Gesù, che proclamavano come Messia e Signore (cfr. At 2,36).

Questi i punti trattati dall’oratore riferendosi all’operato dei primi cristiani: una sfida al potere di Cesare; il superamento delle barriere; la comunione dei beni; la ricerca del bene comune: i carismi; un esperimento di democrazia.

Ci piace sottolineare le conclusioni fatte da p. Sacchi: a) i primi cristiani edificando la comunità tutti i credenti operavano una trasformazione della società e del mondo; b) bisogna riconoscere che per secoli questa reciprocità è mancata nelle chiese cristiane e l’amore è stato inteso per lo più come un impegno individuale. 

E ha aggiunto: “Il fatto che oggi fra i cristiani continuino a esistere indisturbate le stesse barriere prevalenti nella società civile spiega la loro scarsa capacità di presentare un modello alternativo di società. Ciò ha in gran parte vanificato le potenzialità di trasformazione sociale insite nel messaggio evangelico. Solo un ritorno allo spirito delle origini può dunque costituire il punto di partenza di una nuova evangelizzazione”.

L’arcivescovo Milano, particolarmente soddisfatto per la partecipazione di studenti e invitati, ha comunicato l’elezione del nuovo Direttore dell’Istituto con la nomina fatta dal gran Cancelliere della facoltà teologia dell’Italia Meridionale, S. E. Crescenzio Sepe. Il Direttore uscente, che per ben 23 anni ha retto l’Istituto, aveva introdotto i lavori riflettendo sul binomio fede e culture: due sorelle che non si escludono l’un l’altra ma si illuminano rendendo più comprensibile la rivelazione.

La serata si è conclusa con il rinfresco preparato dagli studenti, mentre i presenti prendevano visione dell’ultimo lavoro dato alle stampe da p. Alessandro Sacchi: “ La Bibbia un cammino di liberazione, la novità del Vangelo”, Edizioni Paoline.

 

Zelatrici in cammino verso il Natale

  Ducenta, 13-12-2009

Le Zelatrici missionarie, impegnate per la diffusione della rivista Venga il Tuo Regno, hanno partecipato al ritiro di dicembre per meglio prepararsi al santo Natale. 

Ha orientato la giornata p. Bernardino Rossi, Rettore della nostra casa di Gaeta, che ha parlato a un gruppo più nutrito del solito: il periodo liturgico invitava a fraternizzare e pregare per sé e per i missionari. Il vangelo del giorno ha dato diversi spunti a p. Bernardino che ha detto di fare proprio l'inviato di Giovanni Battista: mirare alla conversine del cuore e fare gesti di carità cristiana verso chi è in difficoltà. Dopo il caffè si è passati alla recita dell'ora media e all'ascolto della riflessione del p. Rossi. Questi ha preso lo spunto da Gesù che ha donato sé stesso agli uomini. 

Ha invitato, quindi, i presenti a "farsi dono per gli altri". E questa l'immagine usata: I missionari si offrono in prima linea, le animatrici missionarie nelle retrovie. 

Scendendo al pratico ha ricordato tre impegni per rifornire aiuti forti a chi evangelizza lontano anche in nome nostro: pregare per i missionari, offrire sacrifici e informarsi sulle missioni tramite la stampa. "Lavorate con amore ed entusiasmo!", è stato l'appello finale del Padre che qualche anno fa è stato impegnato in prima persona per la rivista Venga il Tuo Regno. Il pranzo è stato all'altezza della circostanza. "E' stato una degna preparazione ai prossimi cenoni", ha detto un buongustaio. 

Ma il momento più bello l'abbiamo vissuto durante l'adorazione eucaristica del pomeriggio. "Essere profeti nel tempo che viviamo" è stato i tema scelto, diventato preghiera rivolta al buon Dio fatto Eucaristia, pane spezzato per noi e per tutti. Abbiamo concluso con la benedizione della luce, una preparazione semplice in vista delle prossime feste.

 

Animatori missionari radunati a Gaeta
   Gaeta, 23-26 novembre 2009
E’ la prima volta che si tiene alla Montagna Spaccata di Gaeta l’Assemblea Nazionale degli Animatori (ANA). Un appuntamento annuale che vede radunati gli animatori del Pime in Italia, le Missionarie dell’Immacolata e la Comunità Laiche Pime di Busto.

Il programma e i tempi pensati durante un incontro di Milano dell’estate scorsa, giravano intorno al tema del raduno: “Quali giovani? Come aiutare a partire? Con quale animazione?”. Punti importanti per un animatore missionario che vuole aiutare i giovani di oggi a scoprire e magari scegliere l’impegno missionario a vita. Il primo giorno, aiutati da don Ivo Seghedoni insegnante di pastorale giovanile a Reggio Emilia e Padova, è stata aperta una finestra sulla realtà giovanile di oggi. Giovani alla ricerca in un mondo variegato per interessi e componenti in continua evoluzione.

Don Ivo ha proposto di lavorare su due fronti: i giovani e la religione, i giovani e il futuro. Ha presentato uno spaccato sulla realtà giovanile del territorio dove opera, in relazione alla loro credenza religiosa e alla frequenza ai riti di culto e alla preghiera personale. La statistica fatta su un campione di giovani tra i 15-34 anni fa emergere che i cattolici occasionali sono il 18%, rituali il 16% e gli intimisti 9%. Don Ivo è convinto che oggi più che di catechesi i giovani hanno bisogno di vivere da credenti le aspirazioni della cultura che abitano.

Un valido contributo è stato dato da don Riccardo Tonelli, salesiano, che ha riflettuto sul tema: “Aiutare i giovani a maturare con coscienza critica e responsabilità sociale”. Così ha riassunto il suo intervento: bisogna fare un processo che abilita i giovani a diventare coscienza critica; scegliere la meta di questo processo e le linee di azione. Il terzo giorno i partecipanti all’assemblea sono stati invitati a fare sintesi dei due interventi. Il tutto deve aiutare a fare una verifica dei cammini che il Pime propone ai giovani, prendendo coscienza che bisogna fare proposte forti, confrontarsi con esperienze di amore gratuito, assumere responsabilità di volontariato.

Il clima di accoglienza prestato dalla comunità di Gaeta e il servizio di volontarie sempre disponibili (le mugnanesi Rita e Maria Di Bennardo), ha creato le condizione perché i convegnisti si sentissero a loro agio. Gaeta è sempre Gaeta e i missionari trovano l’ambiente ideale per riflettere e pregare.

 

Gruppo Famiglie per le Missioni    Ducenta, 29 novembre 2009

Dopo i saluti, si parte con i programma. Recitiamo le lodi del giorno entrando subito nel vivo dell'argomento: Studio dell'enciclica Caritas in Veritate di Benetto XVI. P. Michele che guida l'incontro introduce con la meditazione "Ricerca di Dio nella quotidianità". Formiamo quindi 4 gruppi di studio per comprendere il significato recondito dell'essere cristiani di nome e d fatto. Da quanto hanno riferito i relatori dei gruppi ci si è reso conto dell'importanza della fede che ci aiuta a trasfondere le nostre convinzioni nella quotidianità. In questo ambito ci soccorre la Verità di cui parla il Papa. Stoltezza per molti, verità e sicurezza per noi cristiani. 

Nel pomeriggio ancora qualche riflessione sul tema affrontato, concludendo che dobbiamo cercare continuamente Cristo che è la verità. 

C'è stato anche lo spazio per programmare le prossime attività del tempo di Natale; celebrare l'Eucaristica per mettere sull'altare programmi e propositi per un impegno di vita alla luce della Missione. 

Riceviamo e pubblichiamo

S. Natale 2009       Carissimi amici e sostenitori dei progetti del Centro S. Martino,

Il Natale che si avvicina e' l'occasione per elevare i nostri cuori riconoscendo che c'e' un evento che ci sorprende nella nostra quotidianita'.
Questo evento e' il farsi vicino di Gesu', che nasce per portare speranza a tutti.
Lui ci sorprende insieme alle persone con cui camminiamo ogni giorno e ci invita a lasciare che la nostra strada sia illuminata dalla sua luce, riscaldata dal suo amore e percorsa in sua compagnia. E' allora una bella occasione per condividere con tutti voi un po' del nostro cammino insieme a quello delle persone che sono con noi al Centro S. Martino della missione di Nostra Signora della Misericordia. Tutto questo con molta gratitudine al Signore che l'ha reso possibile anche attraverso l'aiuto concreto che ciascuno di voi ci da'.

Al Centro S.Martino continuano le varie attivita': con i ragazzi delle Case della Speranza l'anno scolastico in corso, e' incominciato da fine maggio con la presenza di 85 bambini e bambine. Alcuni dei bambini che erano con noi lo scorso anno hanno potuto rientrare stabilmente nelle loro famiglie di origine perche' si sono create situazioni favorevoli a un ricongiungimento. Altri nuovi con grossi problemi familiari alle spalle, sono stati accolti. Una meta' circa di questi bambini sono completamente orfani e abbandonati e dovranno stare con noi fino all'eta' adulta; un'altra meta' viene da situazioni familiari disastrate, ma che rimangono un punto di riferimento importante per tutti loro e qualche volta si evolvono positivamente cosi' da permettere un rientro stabile in famiglia.

Il desiderio di ciascun bambino e' quello di rivedere i genitori, per questo una volta al mese incoraggiamo i genitori a venire a trovare i figli, e organizziamo feste per attirarli a stare un po' coi loro figli. Phraeo e Phloi sono due sorelline di 5 e 7 anni, abbandonate dalla mamma dopo che il papa' e' rimasto gravemente menomato a causa di un incidente. Sono felici qui con noi, perche' cerchiamo di dare loro tutte le attenzioni possibili, ma ogni volta che la piu' piccola mi vede mi chiede con tristezza " oggi mi accompagni a trovare mio papa' vero?'' La gioia che lei prova ogni volta che riesce a visitare suo padre e' riflessa negli occhi sorridenti del padre che a malapena riesce a reggersi in piedi ma che si rianima quando le figlie tornano a casa a trovarlo. Ci sono poi i circa 700 bambini poveri delle baraccopoli che assistiamo con le borse di studio perche' sia possibile che vadano a scuola in modo regolare. Cerchiamo anche di seguirne l'andamento scolastico e sostenere le famiglie, offriamo loro momenti di incontro e formazione per allargare i loro orizzonti e i loro cuori.

Tra loro gli adolescenti sono particolarmente seguiti con un momento formativo ogni sabato organizzato dai nostri collaboratori. Vogliamo dare a questi ragazzi una prospettiva in questo periodo cosi' delicato della loro vita. Ci aiuta in questo anche un gruppo di seminaristi che ogni sabato e Domenica affiancano il nostro personale e organizzano attivita' varie per loro. Nelle baraccopoli seguiamo sempre le molte situazioni di malattia, abbandono e disagio. Quest'anno un gruppo di novizi cappuccini con il loro padre maestro si sono affiancati ai nostri collaboratori e una volta la settimana visitano i malati e organizzano momenti di condivisione e preghiera per gruppi di donne delle baraccopoli. Diventa cosi' un'esperienza che arricchisce entrambi ed aiuta a crescere.

Da quasi un anno poi, due missionarie Saveriane, Sr. Caterina e Sr. Antonella sono venute a lavorare con noi dedicandosi in particolare a portare in tutte queste iniziative la luce di Gesu'. Insieme a Sr.Angela che e' responsabile della Casa degli Angeli, per I bimbi andicappati, formano ora una comunita' che con la sua presenza testimonia Gesu' a tanti che ancora non lo conoscono. Il 7 Novembre abbiamo celebrato la festa di S.Martino di Tours patrono del nostro centro, abbiamo voluto che fosse una giornata di riconoscenza per i nostri benefattori, per l'occasione abbiamo invitato tutti i benefattori thailandesi e pregato anche per tutti voi. Durante il pranzo i nostri bambini e giovani si sono esibiti con vari numeri intrattenendo gli ospiti e divertendosi.

Quest'anno abbiamo cercato di dare piu' attenzione alla ricerca di un sostegno locale, e nonostante sia stato un anno di crisi economica per tanti, abbiamo avuto un crescendo di interesse e aiuti concreti, sia in soldi che in natura. Oltre ai singoli, diverse scuole e parrocchie sono venute a visitarci e ci hanno dato il loro sostegno. Quando uno compie gli anni una delle abitudini qui in Thailandia, e' quella di festeggiarlo donando un pasto ai piu' bisognosi. Anche al Centro S.Martino si vedono ora diverse persone venire e sponsorizzare un pasto in occasione di compleanni.. Anche diversi gruppi di giovani offrono del loro tempo libero per organizzare attivita' ricreative per i nostri ragazzi. Il coinvolgimento di tanti anche con piccoli gesti e' segno e profezia della possibilita' di un nuovo modo di vivere che ci rende piu' vicini e ci fa fratelli , e' il mondo che Gesu' ci ha annunciate facendosi uomo come noi.

Anche in questo Natale che viene Gesu' vuole farci dono di se' stesso, affinche' ripieni di Lui apriamo il nostro cuore agli altri. Mentre vi assicuriamo la nostra gratitudine e le nostre preghiere vi porgo a nome di tutti i collaboratori del Centro S.Martino i nostri migliori auguri di Buon Natale e Felice anno Nuovo.

Che il Signore Gesu' ricompensi la vostra generosita' con pienezza di gioia.

                             P. Raffaele e P. Adriano

 

"Si é fatto simile a me perché io Lo potessi accogliere...Ha preso il mio volto perché io da Lui non mi distolga"
                    
(Odi di Salomone)

Carissimi amici e parenti che siete in Italia, vi giunga questo semplice biglietto di auguri nella solennità del Natale, mistero centrale della nostra fede cristiana e motivo di gioia per quanti si sono messi alla sequela del Dio della gioia e della condivisione con le sorti dei poveri e emarginati. Il Signore, facendosi carne come uno di noi e assumendo la condizione di bimbo, ha voluto darci l'esempio dell'amore che si manifesta nell'umiltà e nello svuotamento da sè e di sè. Ha voluto insegnarci la legge imperitura del servizio che si manifesta nella tenerezza e nella gioia di camminare al passo dei poveri e di quelli che il mondo considera inutili e "soprannumerari".

La festa del Natale riaccende in noi l'entusiasmo dell'annuncio missionario alle genti perchè come i pastori di Betlem anche noi sappiamo ricevere la notizia sconvolgente del Dio "umanato", amante dell'umanità, e portarla ai confini della terra con quella gioia e semplicità che caratterizza i piccoli e privilegiati di Dio. 

Se perdessimo questa ingenuità divina e questo fascino di Dio nella piccolezza, anche noi ci lasceremmo prendere dalle dinamiche del mondo che ci intrappola nel laccio del cinismo e della mancanza di speranza. Anche noi perderemmo il gusto di sognare che un mondo come Dio lo vuole è possibile e cadremmo nelle fauci dell'apparentemente vittorioso fatalismo del sistema neoliberista. Al contrario, la contemplazione del "bimbo avvolto in fasce in una mangiatoia con Maria e Giuseppe" nella più estrema povertà, ci restituisce lo slancio e la gioia di riconoscerlo proprio nel volto dei poveri, ai quali ha voluto per primi manifestare la sua giovialità e compassione. E' quello che ho vissuto in questo primo anno e mezzo messicano, sforzandomi di servire i fratelli che ha voluto affidarmi nell'ascolto e nella condivisione con le loro vite e le loro storie, tutte caratterizzate da una ricerca autentica della pace nella giustizia e da una volontà di costruire un mondo a misura del Regno di Dio, in mezzo a una situazione sociale dominata dalla violenza del narcotraffico e dalla estrema diseguaglianza tra ricchi e poveri che lascia ai margini molti fratelli, immagine e somiglianza di Cristo. 

Il Signore mi ha fatto sperimentare con mano che significa vivere in un mondo dove domina l'indifferenza all'altro, l'esclusione e l'emarginazione del povero che nonostante tutto mantiene salda la fede nel Dio della Vita. Ma allo stesso tempo, ho potuto anche vivere e condividere quello che solo i poveri sanno insegnare e vivere: la speranza e la passione per il Regno nella costruzione della giustizia e della pace. 

Gli innumerevoli volti di bimbi dei "cerros mexicanos", le mamme e le donne coraggiose delle comunità di base, le espressioni cariche di tristezza mista a speranza di chi valica il "muro della vergogna" tra gli Stati Uniti e il Messico in cerca di un futuro migliore e la testimonianza di sacerdoti coraggiosi che hanno dato la vita per il Vangelo, hanno rinsaldato in me il desiderio di essere missionario del Vangelo, fedele a Cristo e alla Chiesa, uomo senza frontiere, fratello universale, e annunciatore e testimone della Parola che si è fatta carne e che possiamo abbracciare e toccare nella carne martoriata del povero. 

Un grazie a quanti in questi mesi mi hanno manifestato la loro vicinanza con la preghiera, lettere, email e qualche aiuto economico: il Signore vi ricompensi abbondantemente! Che possiate vivere questo Natale con la stessa carica di novità gioiosa con cui i pastori ricevettero la notizia sconvolgente e con l'inquietudine che deve caratterizzare i missionari del Vangelo nell'andare, partire e annunciare che il " Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14).
FELIZ NAVIDAD Y PROSPERO AñO NUEVO

P. GIOVANNI MANCO pime manco.giovanni@pime.org
manco.giovanni@libero.it
Facebook: giovanni manco

 

I cavallucci del presepe

     di Adriano Madonna

Ci sono milioni di presepi nel mondo, ma quello del centro d'immersione Costa d'Argento, di Porto Santo Stefano, è davvero originale: è un presepe subacqueo e ci sono i cavallucci di mare con il Bambinello

Quando gli amici del Costa d'Argento Diving Center, all'Argentario, hanno costruito il loro presepe subacqueo, non sapevano che di lì a poco il Santo Bambino avrebbe avuto degli ospiti: come i re magi, sono giunti dei cavallucci di mare, ai quali, evidentemente, il presepe è piaciuto, e vi si sono stabiliti. Il presepe subacqueo di Porto Santo Stefano è diventato, così, uno dei presepi più originali del Mediterraneo. E sì, perché in tanti anni di mare un presepe subacqueo (anche se oggi ce ne sono tanti) con dei cavallucci di mare dentro proprio non lo avevo mai visto prima. Quando, dunque, Enzo Polimeni mi ha raccontato del presepe con i cavallucci, mi è venuta una gran voglia di vederlo. 

Siamo partiti in una giornata di novembre, una di quelle giornate d'autunno con la nebbiolina bassa e il sole che s'indovina dietro un muro di grigio. C'era mare fresco, un tantino mosso, ma Paolo, che ci aspettava a Porto Santo Stefano, aveva detto che la visibilità era discreta e una capatina al presepe si poteva fare. Paolo aveva già caricato le bombole e le aveva trasportate davanti alla spiaggetta. Di là siamo entrati in acqua e dopo un paio di colpi di pinne eravamo davanti al presepe. Il Bambinello sorrideva sul fondo del mare, sotto la grotta di rete, e tutt'intorno c'era un'atmosfera magica, poi… ecco il primo: un ippocampo mezzo giallo e mezzo bruno che con la sua pinna vibrante si fa un giretto attorno alla natività. Di lì a poco, eccone un altro, ma questo è ancora più straordinario, perché con la coda si ancora al braccio di una stella di mare tutta rossa e se ne sta là, con il muso proteso in avanti, quasi a guardare il Bambinello che sorride. La scena è talmente singolare che m'incanto a guardarla, dimenticandomi di darmi da fare con la macchina fotografica. Poi Stefano Saliola mi tocca una spalla, come a dirmi che se non mi sbrigo una scena del genere non la fotograferò mai più. Inquadro nel reflex Bambinello e cavalluccio e faccio partire i lampi dei flash. 

Sott'acqua vedo entrambe le specie dei cavallucci marini del Mediterraneo: Hippocampus hippocampus e Hippocampus guttulatus. Quest'ultimo si riconosce per le lunghe appendici sulla testa e lungo il dorso. Più appariscente dell'ippocampo camuso, il crestato, che con le ramificazioni sul capo assume l'aspetto di una figura mitologica, è di una colorazione più chiara e spesso è completamente giallo. 

Saremmo stati a lungo a contemplare il Bambinello con i suoi ippocampi, che sembravano la versione subacquea del bue e dell'asinello, ma il mare rinforzava e si doveva tornare a terra. Mentre nuotavamo in fretta verso la spiaggetta, mi sono girato indietro e ho dato un'ultima, veloce occhiata a quella grotta in fondo al mare dov'era nato Gesù fra i cavallucci marini. Sembrava una novella di Giovannino Guareschi. Buon Natale a tutti!

 

E' nata una nuova rivista interculturale del Pime

S'intitola "E VAI! (un Mondo ti aspetta)" e si rivolge a bambini e ragazzi dagli 8 ai 12 anni (IV Elementare-II Media). 

Un "supporto cartaceo" per l'animazione missionaria e l'educazione ai valori interculturali. Per "essere attenti", come formatori ed educatori, ai "segni dei tempi" e ai linguaggi che mutano. La rivista -simpatica, coloratissima, ricca di spunti per riflessioni e indicazioni pratiche su come "animare" i cammini formativi dei più giovani- è nata da una domanda fondamentale: "Che cosa si aspettano le nuove generazioni" da una rivista ecclesiale per gruppi missionari, parrocchiali, diocesani, scuole e associazioni? Una sfida senza concorrenti, oltretutto, visto che di periodici così, dedicati a quella particolare fascia d'età e con queste tematiche e questi intendimenti davvero non ce n'erano prima di "E VAI!". Grande l'attenzione alle testimonianze positive, alle storie, ai linguaggi non verbali, alla comunicazione e promozione di valori. 

A chi si rivolge, allora? Ai ragazzi, innanzitutto, ma anche alle famiglie, ai catechisti, ai sacerdoti, ai religiosi, agli animatori, agli insegnanti. C'è una rubrica per "interagire", necessaria per "ascoltare" i lettori/bambini e monitorare costantemente il loro gradimento, accettando consigli e valutando l'interesse effettivo e le scelte editoriali. Abbonarsi è facile: 8 numeri all'anno costano 20 Euro; 8 numeri più le guide book per insegnanti, 25 Euro. Scuole e gruppi hanno una promozione interessante: 10 Euro ad abbonamento.

                    Sandra Cervone

Per informazioni: Centro Missionario PIME, via Mosè Bianchi 94, 20149 Milano Tel.: 02/43822362; www.pimemilano.com 

 

P. Romano Giuseppe. 58 anni missionario in India

        di Piero Gheddo

Padre Giuseppe Romano è morto il 4 dicembre scorso a Rayapuram nella profonda India rurale dello stato di Andhra Pradesh (sud-ovest del continente indiano), dopo quasi sessant'anni di vita nella sua patria di adozione. 

E' uno di quei missionari che, come si dice, non fanno notizia, cioè sono del tutto ignorati dai mass media perché non sono coinvolti in alcuna "contestazione" ecclesiale o politica, non predicano la rivoluzione sociale ma solo Gesù Cristo. Ma padre Romano aveva tante avventure da raccontare, ad esempio come nasce la Chiesa in ambiente del tutto pagano o non cristiano, vincendo mille difficoltà ed ostacoli naturali e umani, con l'aiuto di Dio e la tenacia nella fedeltà alla propria vocazione missionaria. Romano è nato a Teriasca, piccola frazione sulle colline di Sori (Genova) nel 1924, studia nel seminario diocesano ed è ordinato sacerdote dal card. Siri nel 1949. L'anno seguente entra nel Pime e nel 1951 parte per l'India dove ha lavorato fino a pochi giorni fa. Il Pime ha una lunga tradizione di apostolato e di santità in India, dove è giunto nel 1855 ed è ancor oggi presente ormai con numerosi sacerdoti indiani e alcuni italiani, poiché da una trentina d'anni il governo ha chiuso le porte ai missionari stranieri. Padre Giuseppe fa parte di questa lunga trasmissione di uno spirito missionario fondato sulla fede e lo spirito di sacrificio di vivere immersi nell'ambiente indiano, adottando in tutto o quasi il loro povero stile di vita. In 58 anni di India (è tornato in Italia solo tre volte per brevi periodi) ha fondato due parrocchie: Kettepally (1957-1983) e poi Rayapuram fino alla morte. Ma di parrocchie ne ha fondate una decina con tutte le strutture necessarie e parecchi villaggi di cristiani convertiti, che poi passavano ad un altro missionario. 

Padre Romano è stato soprattutto un pastore di anime e parlava volentieri del tipo di annunzio cristiano e di come la grazia di Dio e il suo tipo di approccio alle persone e ai villaggi portavano a poco a poco risultati di conversioni e battesimi. L'ho visitato tre volte, nel 1964 e 1977 a Kettepally e nel 2005 a Rayapuram. La prima e seconda volta ricordo che raccontava soprattutto di incontri con serpenti e bestie feroci, con briganti e guerriglieri "naxaliti", maoisti che si ispirano alle teorie di Mao Zedong sulla rivoluzione rurale e sulla "Lunga Marcia" dalle campagne verso la capitale, allora molto diffusi nell'Andhra Pradesh e nella regione abitata da Romano, il "Telengana". Lui li spiazzava col suo carattere non ansioso nè aggressivo, ma mite e cordiale anche se fermo nelle situazioni più difficili. All'inizio del suo apostolato aveva incontrato molte difficoltà e resistenze dall'ambiente indù e di casta (proprietari di terre), ma in genere era molto ben voluto dalla gente comune. Però nel 2005 mi ha portato in casa del guru del villaggio, di cui era amico, il quale teneva ben in vista nella sua abitazione il Sacro Cuore donatogli da padre Giuseppe. 

L'ultima volta che l'ho visitato, a Rayapuram, mi diceva: "Vedi, grazie a Dio ho battezzato parecchie migliaia di persone e decine di villaggi, ma posso dirti che non ho mai imposto nulla a nessuno. Anzi, prima di battezzare quelli che chiedono di diventare cristiani, nei due-tre anni di catecumenato sono molto severo. Debbo convincermi che vogliono davvero entrare nella Chiesa, perché so che se vengono per motivi umani, non avrò mai cristiani autentici e forti nel resistere alle inevitabili pressioni per farli tornare all'induismo". Gli ho chiesto perché, secondo lui, avvengono le conversioni a Cristo, per quale motivo fondamentale: "E' un mistero - diceva - della grazia di Dio e della volontà dell'uomo. Spesso si fanno cristiani quelli che non ho mai aiutato e non quelli che aiuto in vari modi. Io prego, parlo dell'amore a Cristo in tutte le circostanze, esercito il più possibile la carità evangelica verso tutti, rendendomi disponibile alle loro necessità. Poi lascio fare a Dio, senza preoccuparmi dei risultati della mia azione". Dai suoi convertiti sono nati una ventina di ragazzi diventati sacerdoti e circa 45-50 ragazze che sono suore. 

Ma padre Romano non è stato solo un evangelizzatore. Dai parenti e amici in Italia, che rispondevano alle sue lettere ed appelli, riceveva notevoli somme di denaro che spendeva per la gente più povera: organizzava cooperative agricole e di artigianato (da finanziare), costruiva casette per i senza casa, costruiva scuole nei villaggi e manteneva negli studi ad Hyderabad decine di giovani e ragazze (ogni anno faceva la festa degli della parrocchia anche delle scuole superiori), riscattava terre per i senza terra, scavava decine e decine di pozzi per una terra povera d'acqua e via dicendo. Visitandolo a Rayapuram (febbraio 2005), nell'intervista che gli ho fatto mi diceva che se mai avesse avuto dubbi sulla fede o sulla sua chiamata alle missioni, "cinquanta e più anni di apostolato mi hanno confermato nella bontà della scelta che ho fatto. Tocco spesso con mano la forza del Vangelo, non solo nelle conversioni dei pagani, ma nella pace che le comunità cristiane portano nei villaggi. Tu non immagini quante lotte, conflitti, vendette e ammazzamenti ci sono anche tra i poveri. Il Vangelo vissuto porta il perdono, il rispetto delle persone e l'amore a tutti. Porta la pace. Dopo una vita difficile ma piena di soddisfazioni, ringrazio il Signore che mi ha chiamato e mandato in India".

 

Lo sapevate che...

Come nacque Tu scendi dalle stelle? 

Lo racconta in un volume del 1896, Lo Spirito di S. Alfonso, il redentorista padre Berruti: "Alfonso la compose in Missione, in casa di don Michele Zambadelli, che gli dava ospitalità. 

"Quando il cantico fu finito, don Michele chiese il permesso di copiarlo, ma il Santo gli rispose che non poteva darglielo prima che fosse stampato, poi andò in Chiesa lasciando il cantico sulla tavola. Don Michele lo copiò segretamente e se lo mise in tasca. La sera, essendo il tempo di Natale, il Santo intonò il nuovo cantico dinanzi al popolo meravigliato e don Michele l'ascoltava estatico, quando ad un tratto il cantore non ricordandosi più di alcuni versi, s'interrompe e dice al chierico accanto a lui: andate a chiedere a don Michele la copia della canzoncina, l'ha in tasca. 

Nel ricevere questa ambasciata, don Michele divenne rosso e stava per consegnare il foglio, ma già il Santo continuava il suo canto. Tornato a casa, disse scherzando a don Michele, confuso e sconfitto, che gli avrebbe intentato un processo per furto del manoscritto...". 

               Renato Caserta

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2007 PIME DUCENTA