Celebrata a Ducenta la festa del
Beato Paolo Manna
di p. Pasquale Simone
Numerosi fedeli attenti e devoti
hanno sfidato la rigida serata per partecipare alla
solenne Eucaristia celebrata in onore del Beato Paolo
Manna alle 19,00 del 16 gennaio di questo 2012.
Radunarsi nella cappella dedicata al beato il 16 gennaio
è diventata ormai una tradizione per la forania
Trentola-Casaluce che raggruppa 12 parrocchie di queste
cittadine: Casaluce, Frignano, Lusciano, Parete, San Marcellino, Teverola, Trentola
Ducenta.
Quest'anno, per la prima volta, ha presieduto S. E.
Angelo Spinillo Vescovo di Aversa, che è apparso ben
impressionato nel vedere i 24 concelebranti, la Schola
Cantorum di Ducenta e molti convenuti, arrivati anche da
più lontano come il gruppo della parrocchia San Pietro
in Caivano. Quest'ultimo, arrivato in pullman, è stato
organizzato dai coniugi Lina e Franco Di Santo e don
Peppino Esposito, parroco di San Pietro. Il Vescovo ha tenuto una ispirata
omelia sulla missione della Chiesa di oggi, chiamata a
vivere la comunione in Cristo. "Comunione intensa -
ha sottolineato mons. Spinillo - da portare nei luoghi
dove l'amore di Dio non è presente e vissuto. Convinti
che la Chiesa quanto più vive la Salvezza e la
comunione in Cristo tanto più diventa
missionaria". E ha aggiunto: "Il Beato Paolo
Manna, che ha lasciato segni di missionarietà sul
nostro territorio, è un esempio luminoso di una
missione vissuta per e con i fratelli".
I commenti di chi ha fatto questa esperienza con la
comunità dei missionari, che continuano il loro impegno
sull'esempio del Beato nato ad Avellino nel 1872 e morto
a Napoli il 1952, sono stati più che lusinghieri. La
festa vissuta così intensamente certamente porterà i
suoi frutti.
Sul sarcofago che custodisce le venerate spoglie abbiamo
notato una composizione di orchidee che recava la
scritta: "Per grazia ricevuta". Non sappiamo
chi abbia fatto l'omaggio floreale, ma certamente è un
devoto che ha affidato al nostro Beato un suo problema,
confidando nella sua intercessione.
Il dott. Luigi Di Nardo ha
parlato alle zelatrici
Ducenta, 08-01-2012
Il primo ritiro dell'anno nuovo ha
portato un vero regalo alle zelatrici missionarie: il
dott. Luigi Di Nardo, di Giugliano, che ha raccontato il
"mal d'Africa" che lo ha preso durante le due
visite fatte in Guinea Bissau.
 Il
dottore Luigi, la consorte e due zelatrici
Accompagnato dalla consorte,
dottoressa anche lei e ugualmente attenta ai problemi
che affliggono quelle zone dove la povertà è di casa,
ha ricordato perché è andato e che cosa lo ha colpito
maggiormente. "Da quelle parti - ho sottolineato
- le cose necessarie non ci sono proprio. A noi può
mancare la corrente in qualche momento, lì non c'è e
basta. Noi al supermercato troviamo difficoltà a sceglie
il cibo, lì non c'è proprio". Come dottore ha fatto notare che
in Guinea si muore di malattie che da noi si curano, là
manca l'essenziale come le medicina. "Noi abbiamo la
casa - è intervenuta la moglie - là c'è la capanna. Noi
abbiamo il letto per dormire, là il più delle volte si
dorme per terra".
 Il
Dottore Luigi Di Nardo parla alle zelatrici
Dopo altri ricordi di questo genere
il dottore ha chiesto ai presenti di intervenire,
ponendo domande o aprendo il discorso su problemi che
abbiamo conosciuto per altre vie. Molti hanno parlato e
hanno fatto capire che esistono delle reali
responsabilità di ciascuno di noi. Bambini che soffrono
la fame; siccità che blocca le coltivazioni; malattie
di tutti i tipi; le guerre che non producono niente di
buono. C'è stato anche chi ha suggerito di organizzarsi
e fare qualcosa insieme, come scavare un pozzo,
sostenere bambini a distanza, collaborare ad altri
progetti che combattono l'analfabetismo ecc.. Certo che i
momenti trascorsi in sala martiri, dove si tengono le
relazioni, sono stati proficui, arricchendo i presenti.
La giornata aveva in programma anche la celebrazione
Eucaristica nella festività del Battesimo del Signore,
l'adorazione eucaristica per le vocazioni, e il pranzo
preparato dalle volontarie di sempre. A fine ritiro
abbiamo ricordato che lunedì 16 gennaio ricorrerà la
memoria liturgica del Beato Paolo Manna e diversi hanno
promesso che non mancheranno all'appuntamento.
qui il video Il Papa e la Nuova
Evangelizzazione, aula Paolo VI 15 ottobre 2011

 
Riceviamo e
pubblichiamo
Una task-force della Chiesa per
lottare contro la tratta di ragazze e bambine
Agenzia Fides - Calcutta - 4 gennaio 2012
Il traffico e lo sfruttamento di
esseri umani, soprattutto donne e ragazze, è una piaga
sociale che in India, a seconda delle stime, tocca dai
20 ai 60 milioni di vittime, e su cui prospera la
criminalità.

Si tratta di una vera e propria
emergenza che la Chiesa indiana sta contribuendo a
combattere, come riferisce all'Agenzia Fides la Chiesa
locale nell'Arcidiocesi di Calcutta.
L'Arcidiocesi ha attivato una
autentica "task-force" per fermare il traffico di esser
umani e, in particolare, la tratta di "piccole schiave":
"Seva Kendra Calcutta", Centro di servizio sociale
diocesano, ha formato 50 comitati di vigilanza nelle
diverse comunità.
I Comitati, a loro volta, formano
gruppi di 30 giovani in ogni villaggio del Bengala
occidentale, per monitorare e contrastare il fenomeno.
Vi sono, inoltre, 50 gruppi di
ragazze adolescenti, che agiscono da "antenne" nei loro
villaggi. Il Centro comunica a Fides una storia
esemplare: Sheila (nome di fantasia) è una ragazza di
una piccola cittadina dello stato del Bengala
Occidentale. Le è stato offerto un lavoro come
cameriera in un'altra città. Sheila ha accettato ma,
invece di un posto di lavoro, l'agente che l'aveva
contattata l'ha venduta a Mumbai, dove è stata costretta
alla prostituzione.
Sheila aveva rapporti sessuali con
25 clienti al giorno. Ogni volta che rifiutava, era
violentemente percossa, di fronte ad altre ragazze. Una
assistente sociale, con l'aiuto della polizia di Mumbai,
ha tratto in salvo Sheila e altre ragazze. Ora Sheila si
trova in una casa di cura, dove segue un programma di
"riabilitazione" per affrontare le sfide di una nuova
vita.
Il Centro "Seva Kendra Calcutta" sfrutta anche i moderni
mezzi tecnologici: è collegato in rete con il
dipartimento governativo, con altre associazioni e con i
capi dei villaggi: questo facilita e semplifica gli
interventi, che sono soprattutto preventivi. Il traffico di esseri umani è una
forma moderna di schiavitù che include sfruttamento
sessuale, lavoro forzato, la frode e la violenza. Ne
sono vittime soprattutto bambini e donne a causa di
ignoranza e disperata situazione nelle famiglie. Falsi
"mediatori", infatti, li attirano con illusorie
promesse, per farli cadere in trappole da cui è
difficile uscire.
Scriveteci! Dateci
la gioia di dialogare con voi,
sentire che ne pensate dei missionari, quali
consigli
dareste per fare qualcosa di buono per gli altri.
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