A lungo è durato il dialogo tra p. Luciano e le
convenute. L'interesse ha puntato i riflettori
specialmente sull'opera del confratello
"martire" e sul sequestro che lo stesso p.
Luciano sperimentò per ben 68 giorni. P. Fausto
Tentorio fu ucciso perché si opponeva all'occupazione
delle terre dei Manobo, mentre p. Luciano Benedetti fu
sequestrato a scopo di riscatto. Altro momento
importante le zelatrici l'hanno vissuto recitando il s.
rosario davanti a Santissimo solennemente esposto. A
Gesù hanno chiesto sante vocazioni, a sant'Alberico
Crescitelli, la cui festa è stata celebrata a Ducenta
ieri sera, si sono rivolte perché le renda forti nella
fede.
Festa di S. Alberico Crescitelli
Ducenta, 18 febbraio 2012
Abbiamo festeggiato solennemente
Sant'Alberico Crescitelli, un grande Martire del PIME.
Alla celebrazione eucaristia, presieduta da P. Michele
Carlone, hanno preso parte i Padri della comunità, don
Luciano Di Caprio e la sua comunità parrocchiale di
Ducenta, il viceparroco don Sebastian e p. Giovanni
Tulino, venuto da Napoli. A loro si sono uniti fedeli
arrivati da diversi paesi e città vicine.
Il coro della parrocchia S. Giorgio martiri di Ducenta
ha guidato i canti. A loro va un grazie sincero per aver
aderito al nostro invito.
Durante l'omelia il p. Michele ha tratteggiato la figura
del Santo martire, ricordando che il martirio cristiano
fa parte della storia e della identità della Chiesa
cattolica. E oggi il martirio continua.
Si è unito alla nostra preghiera anche il p. Luciano
Benedetti, missionario da molti anni nelle Filippine,
che domani incontrerà le Zelatrici missionarie che si
raduneranno per il ritiro mensile.

Vita in breve
Sant'Alberico Crescitelli nasce ad Altavilla Irpina il
30 giugno 1863. Il 28 ottobre 1880, a 17 anni, entra in
Seminario.
Il 4 giugno 1887 vigilia della SS.ma Trinità
viene ordinato sacerdote. Ricevuta la benedizione da
papa Leone XIII ed il Crocifisso missionario, parte il 2
aprile 1888. Viene ucciso dai Boxer il 21 luglio 1900.
Il 18 febbraio 1951 Pio XII lo proclama Beato,
affermando che il suo martirio fu, umanamente parlando,
orribile. Il primo ottobre 2000, Giovanni Paolo II lo
proclama santo insieme ad altri 119 martiri cinesi.
qui il video Il Papa e la Nuova
Evangelizzazione, aula Paolo VI 15 ottobre 2011

 
Riceviamo e
pubblichiamo
Nel mese dedicato ai missionari
martiri, il Pime ricorda p. Fausto Tentorio
Il 18 ottobre 2011, il giorno
dopo l'uccisione del p. Fausto Tentorio, Pamela Foti di
Sky.it ha raccolto la testimonianza di p. Luciano
Benedetti, anche lui missionario del Pime.
Ecco alcune
battute.
"Da bravi Sessantottini, abbiamo scelto di partire
per le Filippine. Negli anni Settanta c'era ancora il
regime di Marcos e vigeva la legge marziale. Volevamo
sostenere la popolazione e sognavamo di cambia e la
situazione politica". "Ho
visto Fausto l'ultima volta ad agosto" - prosegue
p. Benedetti -: "Era tranquillo, ci siamo salutati
come se niente fosse. Nulla lasciava presagire questa
tragica fine".
P. Fausto è stato ucciso con un
colpo alla testa, uno al petto e uno al fianco.
"Non me l'aspettavo - continua p. Luciano -. Fatico
ancora a crederlo. Lavorava in quella zona da tempo, era
amato e benvoluto. Mangiava come loro, vestiva come
loro. Parlava la stessa lingua. Forse ha pestato i piedi
a qualcuno".
"Lavorava con gli indigeni del luogo, i Manobos -
racconta p. Benedetti - spesso vittime di
discriminazioni da parte dei grandi latifondisti locali
che li hanno espropriati delle loro terre e delle loro
tradizioni.
Sono per la maggioranza animisti. Credono
nell'anima. Credono che anche i fiumi e gli alberi ne
abbiano una. Ma i loro principi non sono poi così di
versi dai nostri - aggiunge -.
Il sogno di padre
Tentorio era semplicemente quello di riuscire a dare una
terra da coltivare alla popolazione, unica fonte di
sostentamento. Scopo del suo lavoro era organizzare
gruppi in grado di opporsi ai soprusi e le violenze dei
più forti". "Noi
sacerdoti cattolici non abbiamo mai avuto problemi -
spiega il missionario che nel 1998 è stato vittima di
un sequestro durato 68 giorni -. I filippini sono
ospitali e la figura del prete è molto rispettata. Le
persone fanno a gara per invitarti nelle loro case e ti
trattano con tutti gli onori".
Scriveteci! Dateci
la gioia di dialogare con voi,
sentire che ne pensate dei missionari, quali
consigli
dareste per fare qualcosa di buono per gli altri.
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