Dicembre 2012
Un mese speciale che conclude il
2012. Natale sarà la grande festa e tutto
ruoterà intorno al ricordo di Gesù nato Bambino per
noi. Novena, presepe, addobbi, regali fanno da corona
a Lui che vuole ancora nascere tra noi. Diamogli
spazio, saremo felici.
Ma non pensiamo solo a noi,
diciamo a Gesù di nascere per tutti, arrivi
specialmente dove c'è bisogno di pace, dove la fame
fa soffrire grandi e piccoli, dove gli uomini non
riescono ad amarsi.
Non dimentichiamo che il 31
chiuderemo un altro anno. Un grazie forte al
Signore che sta con noi e camminerà con noi anche nel
2013.
Alla santa
grotta con gli altri
di p. Pasquale
Simone
C'è voluto poco a farmi spazio e imboccare
l'ultima curva della strada che porta a Betlemme.
Siamo in tanti, arrivati dai quattro punti cardinali.
Non tutti vanno a piedi: c'è chi cavalca il cammello
e chi l'asino, chi siede sul carro tirato dai cavalli
e chi arriva con la fuoriserie bianca. "Questa -
commenta un tale - certamente arriva dai luoghi dove i
pozzi di petrolio non si contano; sarà di uno
sceicco". Con qualche gomitata a destra e a
sinistra riesco a conquistare la prima fila. Presso la
culla di Gesù Bambino, vigilato da Maria e Giuseppe,
il chiasso finisce. Tutto vogliono parlare con il
Figlio di Dio, stappargli un sorriso, chiedergli se
approva tutto il male che esiste nel mondo. Anch'io
chiedo quando finirà la povertà, se verrà il giorno
in cui tutti si daranno la mano, si perdoneranno,
finalmente si vorranno bene come fratelli. Sembra che
Gesù ci guardi felice e dica a tutti: "Verrà il
giorno quando l'amore vincerà. Ve lo dico io".
Mentre Gesù continua a sorridere, la Madonna gli
accarezza il viso, san Giuseppe è felice e, alla
gente arrivata da ogni dove, dice di non accalcarsi,
la mangiatoia potrebbe rovesciarsi. Noi che stiamo in
prima fila, visto il pericolo, ci prendiamo per mano e
formiamo un cordone di protezione. Solo un ragazzino
riesce a passare a forza di spintoni e grida:
"Devo parlare con Gesù". Viene da un Paese
non lontano dalla Palestina dove la guerra non finisce
più, dove i morti si contano a migliaia. Molti sono i
feriti e non c'è chi li cura, altri sono scappati via
lasciando la propria casa. "Gesù, - dice
singhiozzando - ma tu non puoi fare proprio
nulla?". Gesù allunga la manina, sorride anche a
lui e fa capire che ce la sta mettendo tutta perché
quelli che comandano capiscano che l'odio deve
scomparire, la guerra non serve a nulla. Purtroppo
l'uomo è libero di sceglie tra il bene e il male, e
abusa di questo potere. Il silenzio viene interrotto
dal canto conosciuto anche a Betlemme: "Tu scendi
dalle stelle".
E, meraviglia delle meraviglie, la
melodia di sant'Alfonso è accompagnata dagli
zampognari arrivati da Avellino. Li precede un altro
ragazzino che porta gli struffoli a Gesù. Li ha
preparati la mamma appena uscita dal carcere.
"Gesù - prega il piccolo, arrivato da Napoli, -
i' songo 'o muschillo (sono il moscerino). Mi chiamano
così perché i grandi mi usano come corriere della
droga e di altre schifezze. Senti, tu che sai tutto,
perché a me è toccato questo mestiere?". 'O
muschillo conosce bene quel brutto lavoro e sa di
correre rischi in quantità. La legge non lo punisce e
questo i malavitosi che controllano i quartieri
situati a nord di Napoli lo sanno bene. Il ragazzino,
incoraggiato da Gesù che lo ascolta, dice anche che
quel mestiere lo fa per necessità: il papà non c'è
l'ha più, la mamma è ammalata. Gesù lo fissa con
attenzione, gli sorride e facendo un cenno con la
testa fa capire che prima o poi tutto il male che
fanno i grandi finirà. "Basta con la guerra e
con gli spari!". Mentre Gesù continua a
rispondere alle domande fatte in tutte le lingue,
ricordo una poesia, scritta dalle parti della Città
del sole che si adagia alle falde del Vesuvio, sul
golfo più bello del mondo.
A Gesù Bambino
Nun scénnere 'ncopp'a stu munno 'ngrato!
Addò sta l'ommo 'e bona volontà?
Ccà ce scannammo,
ancora, frate e frate
e nun sapimmo che vo' di'
bontà.
Facimmo murì viecchie e criature
p' 'a famma,
mentre nuje penzammo 'a guerra.
'O core, ormaje, nun
sente cchiù dulure,
avéssema sta' sempe faccia a
terra.
Vennimmo 'a droga pure fora 'e scole, che scuorno,
Gesù mio, abbi pietà! 'E sentimente? So' sulo
parole, ce mancano 'e principie 'e carità.
Pirciò, si nuje nun 'ntennerimmo 'o core,
e nun
saziammo 'o desiderio e 'a famma
'e tutt' 'o munno, ca
vo' pace e ammore,
nun scénnere, ca nun ci 'o
mmeritammo!
(Vincenzo Fasciglione)
I bambini
soldato non festeggeranno Natale
Mentre si avvicina il Natale
trovate il tempo per navigare su internet troverete
che nel mondo ci sono tanti minori che soffrono. Per
loro la grande festa non arriverà. Ho trovato qualche
notizia sui bambini soldati e la condivido con
voi.
Sono
più di 300.000 i minori di 18 anni attualmente
impegnati in conflitti nel mondo. Centinaia di
migliaia hanno combattuto nell'ultimo decennio, alcuni
negli eserciti governativi, altri nelle armate di
opposizione. La maggioranza di questi hanno da 15 a 18
anni, ma ci sono reclute anche di 10 anni e la
tendenza che si nota è verso un abbassamento
dell'età. Decine di migliaia corrono ancora il
rischio di diventare soldati.
Il problema è più grave in
Africa (il rapporto presentato a Maputo parla di
120.000 soldati con meno di 18 anni) e in Asia, ma
anche in America e Europa parecchi stati reclutano
minori nelle loro forze armate. Anche le ragazze,
sebbene in misura minore, sono reclutate e
frequentemente soggette allo stupro e a violenze
sessuali. In Etiopia, per esempio, si stima che le
donne e le ragazze formino fra il 25 e il 30 per cento
delle forze di opposizione armata. L'uso di armi
automatiche e leggere ha reso più facile
l'arruolamento dei minori; oggi un bambino di 10 anni
può usare un AK-47 come un adulto… Alcuni ragazzi
scelgono le armi per sopravvivere o perché hanno
bisogno di protezione. Tutto questo non è giusto!
Preghiamo il buon Dio di convertire chi fa tanto male
ai ragazzi.
Ci scrive p.
Davide
dalla Guinea B.
P. Davide Simionato, missionario del Pime in
Guinea Bissau ce la sta mettendo tutta per costruire
un asilo nel villaggio di Ambuduk nell'isola di Orango
Grande.