Febbraio
2013
Febbraio, un mese corto con i
suoi 28 giorni ma che ci dona altro tempo di Dio.
Beati noi se avviciniamo il nostro tempo al quello di
Dio.
Sì, perché tutto sta a spendere bene il tempo che è
un dono prezioso che il Signore mette a nostra
disposizione. I progetti si attuano nel tempo, il bene
ha bisogno di tempo, la santità la costruiamo nel
tempo.
Guardate come è bella questa
poesia indiana, può aiutarci a vivere bene il tempo
di Quaresima che inizierà il 13 febbraio, mercoledì
delle ceneri.
Ti auguro tempo
Non ti Auguro un Dono qualsiasi
ti auguro soltanto quello che i più non hanno
Ti
Auguro Tempo, per divertirti e per ridere se lo
impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa
Ti Auguro
Tempo, per il tuo fare e per il tuo pensare non solo
per te stesso, ma anche per donarlo agli altri
Ti
Auguro Tempo, non per affrettarti e correre ma tempo
per essere contento
Ti Auguro Tempo, non soltanto per
trascorrerlo
Ti Auguro Tempo perché te ne resti
tempo
per stupirti e per fidarti e non soltanto per
guardarlo all'orologio
Ti Auguro Tempo per toccare le
stelle e tempo per crescere, per maturare
Ti Auguro
Tempo per sperare nuovamente e per amare non ha più
senso rimandare
Ti Auguro Tempo per trovare te stesso
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come dono
Ti
Auguro Tempo anche per perdonare
Ti Auguro Tempo
Tempo
per la Vita
Sandra Greggio
XXI giornata
del malato
"Va' e anche tu fa' lo
stesso" (Lc 10, 37) è il tema scelto dal
Papa per la XXI Giornata Mondiale del Malato che si
celebra l'11 febbraio, memoria liturgica della Beata
Vergine di Lourdes.
Nel messaggio scritto per la ricorrenza il Papa si
ispira alla parabola del buon samaritano, riportata da
san Luca 10,25-37. Scrive il Santo Padre: "Gesù
vuole far comprendere l'amore profondo di Dio verso
ogni essere umano, specialmente quando si trova nella
malattia e nel dolore. Ma, allo stesso tempo, con le
parole conclusive della parabola del Buon Samaritano,
"Va' e anche tu fa' lo stesso" (Lc 10,37),
il Signore indica qual è l'atteggiamento che deve
avere ogni suo discepolo verso gli altri,
particolarmente se bisognosi di cura. Si tratta quindi
di attingere dall'amore infinito di Dio, attraverso
un'intensa relazione con Lui nella preghiera, la forza
di vivere quotidianamente un'attenzione concreta, come
il Buon Samaritano, nei confronti di chi è ferito nel
corpo e nello spirito, di chi chiede aiuto, anche se
sconosciuto e privo di risorse".
Aggiunge che sia i sani che i
malati devono vivere in una prospettiva di fede. Difatto
"Non è lo scansare la sofferenza, la fuga
davanti al dolore, che guarisce l'uomo, ma la
capacità di accettare la tribolazione e in essa di
maturare, di trovare senso mediante l'unione con
Cristo, che ha sofferto con infinito amore" (Enc.
Spe salvi, 37).
Festa
di sant'Alberico Crescitelli
Il Pime festeggia il santo
martire il 18 febbraio. A Ducenta, con la comunità
parrocchiale, ci ritroveremo nella cappella dedicata
al Beato Paolo Manna alle ore 18,30, per la solenne
concelebrazione.
Cenni biografici del santo
martire
Padre Alberico Crescitelli,
missionario del Pime, fu martirizzato in Cina nel
1900, durante la rivolta dei Boxers. Nato ad Altavilla
Irpina (Avellino) nel 1863, a 17 anni era
entrato nell'allora Pontificio seminario dei Santi
Pietro e Paolo per le missioni estere.
Nel 1887, poco prima di
partire per lo Shensi meridionale, restò bloccato nel
paese natale a causa di un'epidemia di colera; una
buona occasione per compie un grande gesto di carità.
Raggiunta la Cina con un viaggio avventuroso, si
dedicò ai cristiani che abitavano dalle parti del
fiume Han, spingendosi anche in altre località.
Suscitò molte conversioni.
Ma nel 1900 si abbatté
la tempesta contro gli occidentali e, tra loro, i
missionari. Dato che gestiva un asilo per ragazzi
poveri, bisognosi di cibo, padre Alberico venne
ingiustamente accusato di essere un artefice delle
privazioni alimentari che la popolazione subiva. Il
malcontento si sfogò contro di lui. Circondato dentro
la dogana di Yentsepien, venne fatto uscire,
torturato, ucciso, fatto a pezzi e gettato nel fiume.
È santo dal 2000.
(Avvenire)