Luglio -
Agosto 2012
"Beato chi si gode le
vacanze al mare oppure in montagna!". E chi non
va né al mare e né in montagna perché non è beato?
Voi che per qualsiasi motivo restate a casa, e che al
massimo fate quattro passi nel vostro quartiere,
ritenetevi ancora più beati. Intanto, stando a casa
non spendete molti soldi, conoscete meglio chi vi sta
vicino e avete certamente più tempo per dedicarvi ai
vostri hobby.
Siete d'accordo con me nel
ritenere che a casa si riposa di più? C'è tempo per
leggere, per pregare, e dedicarsi alla propria casa e
alla famiglia, all'orto e ai fiori.
Da qualche
parte ho letto
"C'è chi parte e chi
ritorna, chi parla e chi tace, chi mangia e chi
digiuna…" (anche la Bibbia ha delle espressioni
simili).
E' la vita dell'uomo, di ogni uomo
creato dal buon Dio. Beati noi se al centro di tutto
mettiamo Lui e solo lui. Così vivendo ci accorgiamo
che esistono gli altri, tanti altri: buoni e cattivi,
ma sempre nostri fratelli.
Un bimbo di
circa 7 anni cresciuto quasi selvaggiamente
di p. Franco Cagnasso
Hanno messo insieme un piccolo
rifugio per bimbi poverissimi, in due casette di
lamiera con cucina all'aperto e servizi igienici di
fantasia, aiutati da volontari, quasi tutti hindu.
Quando vado a trovarli non può mancare il teatrino
con canti e danze. Il giovane che dirige la baracca
preannuncia un canto, una danza con consegna di fiori
all'ospite, un misterioso "pezzo forte"
della serata, seguito da un altro canto e un'altra
danza. Aspetto incuriosito il "pezzo forte".
Il presentatore porta in mezzo a tutti un bimbo di
circa 7 anni cresciuto quasi selvaggiamente:
abbandonato dalla mamma poco dopo la nascita, è
sopravvissuto da solo in una stanza con il cibo
passatogli dal papà nonostante la palese ostilità
della nuova moglie.
Alla fine, il padre lo ha portato lì dicendo:
"Non capisce niente e non serve a niente. Ve lo
lascio. Se vive, bene, se muore, è un pensiero in
meno anche per voi". Non parla, perde bava dalla
bocca, non sa mangiare decentemente, né pulirsi,
cammina storto, ha un viso bellissimo. "Ecco
il nostro principe - dichiara il giovane -. Ci
canterà una canzone e anche se non capiamo le parole
sappiamo che sono belle". Il bimbo sprizza
felicità. Canta a squarciagola una melodia
sgangherata, senza riuscire a pronunciare una sola
parola, solo "ahh, ahh". Applausi
scroscianti e sinceri di tutti. Il presentatore lo
abbraccia e gli dice: "Sei stato bravo, e ora
davanti a tutti dici: Bravo". Lo dice. E' la
sua prima parola. Un pezzo di vangelo vissuto nelle
campagne sud del Bangladesh.